“I’ll see you in 25 years.”
Come promesso da Laura Palmer nel finale di “Beyond Life And Death“, con solo un anno in più dovuto al montaggio lunghissimo di tutti i nuovi 18 episodi che, in realtà, non sono altro che 18 capitoli di un unico lungo film concepito da Lynch stesso.
Il network è differente, non più ABC ma Showtime questa volta, ma Twin Peaks continua ad essere Twin Peaks e la coppia Lynch & Frost rimane fedele al loro DNA, al loro modo di scrivere e dirigere il tutto. E questo era uno dei principali interrogativi che avvolgeva “il ritorno” (titolo non casuale di tutti e 18 gli episodi) della serie perchè, a livello visivo, tecnico e interpretativo, la tv del 1990-91 non può assolutamente competere con i progressi che ci sono stati negli ultimi 26 anni, e da qui la domanda: Lynch e Frost manterranno intatto lo stile che aveva contraddistinto la serie? La risposta è si, anche se ovviamente si può notare alcune migliorie a livello di effetti speciali, ma su questo si tornerà a parlare più avanti nella recensione perchè prima è necessario contestualizzare il tutto.
Il 6 Ottobre 2014 l’annuncio del ritorno di Twin Peaks sul piccolo schermo ha avuto un eco ed una risonanza clamorosi perchè, nella mente di tutti gli spettatori che erano rimasti shoccati dal finale di “Beyond Life And Death“, quella che doveva essere una miniserie di 9 episodi avrebbe finalmente potuto concludere il tutto. L’imperfetto è d’obbligo vista la doccia fredda di Aprile 2015: Lynch annuncia che a causa di “complications” e “budget constrains” non ritornerà a dirigere la serie, e vedendo il risultato della parte centrale della seconda stagione questo rappresentava un gross(issim)o problema. Non si saprà mai se la dichiarazione sia stata una tecnica per guadagnare potere contrattuale o se sia stata semplicemente frutto di un’esternazione di Lynch, sta di fatto che quella miniserie di 9 episodi si è poi trasformata in una serie evento da 18 puntate: Lynch wins. Chiaramente entrambe le parti sono dovute venire a patti tra di loro ed è plausibile che, in virtù di un aumento del budget richiesto da Lynch, Showtime abbia voluto un maggior numero di episodi in modo da poter vendere il prodotto al meglio in tutti i mercati internazionali. Il risultato è stato questo concepimento di “The Return” che, citando David Lynch, “I see it as a film. A film in parts is what people will experience” ed i titoli degli episodi, così come la presentazione di questa “Part 1” e “Part 2”, non possono che essere il manifesto di questa affermazione.
“Are you Laura Palmer?”
La prima, e forse più importante, differenza che si riscontra rispetto alle prime due stagioni è la location. L’habitat in cui si sono sempre mossi i vari Dale Cooper, Benjamin e Audrey Horne, Harry Truman e Signora Ceppo era la cittadina di Twin Peaks, in queste prime due parti però di Twin Peaks c’è veramente (e volutamente) poco: si spazia da New York al South Dakota passando per Las Vegas, Twin Peaks ritorna “protagonista” solo per poter omaggiare alcuni storici personaggi e dare una prima, breve, visione di come si sono evoluti certi character (tipo Hawk che ha preso il posto di Harry come sceriffo di Twin Peaks). E non è un caso se “Twin Peaks” non viene mai nominato in 1 ora e 51 minuti. Inutile dire che il luogo non può essere messo nel dimenticatoio a causa della stessa trama e degli stessi personaggi che vincolano il racconto alla cittadina, quindi il tutto deve essere visto come una naturale evoluzione della storyline in un contesto più ampio e maturo.
A riprova di quanto appena detto, “The Return, Part 1” è per la gran parte focalizzata al di fuori di Twin Peaks e porta in primo piano nuovi personaggi, nuove situazioni ed un nuovo cadavere che però non ha la stessa valenza di quello di Laura Palmer ma è funzionale alla conoscenza di Bob, nella sua versione doppelgänger dell’Agente Cooper. Sono infatti passati 25 anni da quell’ultima scena di “Beyond Life And Death” che vedeva riflesso Bob nel corpo di Cooper e quest’ultimo bloccato nella Loggia Nera, ora Bob ha totalmente preso e modificato le sembianze del suo doppelgänger e lo si può ben notare dall’iride nero o dai capelli lunghi che ricordano il compianto Frank Silva.
“Is it future or is it past?”
“The Return, Part 1” e “The Return, Part 2” devono ricoprire, per forza di cose, il ruolo di introduzione ad eventi, personaggi e situazioni. Il ritmo (anche fin troppo blando) della narrazione risente quindi dello spettro del “prologo” ed è ovviamente influenzato anche dalla regia di Lynch che o piace o disgusta, ma questo è un discorso a parte. Non bisogna quindi commentare tutti quei momenti di apparente nulla cosmico fatto di inquadrature fisse su oggetti inanimati o su personaggi che recitano (per diretta richiesta di Lynch) in maniera teatrale in un contesto televisivo, quanto piuttosto guardare tutto con l’occhio critico ma amorevole del fan di vecchia data che qui ritorna in vita.
La confusione circa la trama è ovviamente enorme e, in puro stile Twin Peaks, è farcita di criptici annunci fatti dentro (“Remember 430, Richard and Linda, two birds with one stone“) e fuori (“A circle of pain, a circle of suffering.
Woe to the ones who behold the pale horse“) la Loggia Nera. Si possono però evidenziare tre diversi filoni narrativi che andranno poi, idealmente a confluire in uno solo:
- Il tentativo di Bob, aka doppelgänger di Cooper, di non ritornare nella Loggia Nera e al contempo scoprire chi è il mandante del suo tentato omicidio
- Il ritorno del vero Agente Cooper a Twin Peaks
- Il mistero relativo alla natura di quella strana presenza che ha poi ucciso la coppia di fidanzati a NY
Il tutto senza contare l’enorme mole di personaggi, nuovi e vecchi, che sono destinati a partecipare a questo Twin Peaks: The Return.
I 111 minuti appena visti non sono sicuramente facili da digerire, non vogliono essere facili da digerire ma sono propedeutici al grande disegno generale che Lynch e Frost hanno dipinto. La lentezza, il mistero, i discorsi apparentemente incomprensibili ed i character sopra le righe sono un marchio di fabbrica della serie e questo doppio episodio non fa che confermarlo. A giudicare da quanto visto, ci vorrà tempo e probabilmente si potrà dare un vero giudizio a questa stagione solo al termine della stessa, nel frattempo la miglior cosa è gustarsi il viaggio ritornando a Twin Peaks. Sembra poco ma in realtà è un grande onore.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Return, Part 1 1×01 | 0.5 milioni – 0.2 rating |
The Return, Part 2 1×02 | 0.5 milioni – 0.2 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.