“It’s an evolution in the sense that Marius’ sole purpose in Season 1 was to extricate himself and his brother Eddie from the clutches of gangster Vince. He managed to do that… and now, more or less, he’s forced to reckon with the sins of the individual whose identity he took on.”
Giovanni Ribisi, in una recentissima intervista aveva presentato così la 2° stagione e, a giudicare da quest’ottima “The Sinister Hotel Room Mystery”, non si può che essere d’accordo. Le prime dieci puntate erano infatti incentrate sullo sfruttamento della persona chiamata “Pete Murphy” per sfuggire al personaggio di Cranston, Vince; la seconda annata invece sembra essere focalizzata sulle conseguenze di queste azioni perché ora, per tutti quelli che non conoscono il vero Pete Murphy, egli ha formalmente la faccia di Marius Josipović.
Prima di partire con l’analisi della premiere però va analizzato il fattore temporale perché, se nella serie finora sono passati solo una decina di giorni da quando Marius è uscito di prigione, nella vita reale sono passati quasi 3 anni dal pilot e comunque 14 mesi dal rilascio della prima stagione. Quindi una certa difficoltà da parte dello spettatore nel riconnettere tutti i tasselli c’è.
A distanza di oltre un anno da quell’ottimo finale partorito in “The Longest Day“, e nonostante il breve recap iniziale, si fa oggettivamente fatica a recuperare il filo della trama. E questo è il problema principale all’inizio e per circa metà dell’episodio perché, nonostante gli sforzi, ci si deve sforzare per stare dietro a tutti quei dettagli che Graham Yost ha sparso in giro per la puntata. Un esempio lampante, almeno per chi scrive, è stato lo zaino perso da Julia, una scomparsa dello zaino che poi ha generato uno dei momenti più alti dell’episodio ma che, lì per lì all’inizio, non era proprio chiarissimo. Non è quindi un deficit dell’episodio in sé, quanto piuttosto della fruizione della serie e anche di una certa scontatezza di Yost in merito alla memoria del pubblico. Se si guarda in binge-watch le due stagioni ovviamente questo “difetto” verrà a mancare ma per tutti gli altri rimane viva la sensazione, almeno per la prima metà dell’episodio.
Una volta ingranata la trama non si può che constatare una costante escalation degli eventi oltre a una certa drammaticità tipica di Sneaky Pete che non guasta. La creazione di nuovi “villain” che devono prendere il posto di Cranston non è ovviamente una cosa facile, ma il modo in cui questi sono stati presentati in prima istanza, e poi via via approfonditi, ha giovato moltissimo all’episodio in sé, oltre che al contesto generale ovviamente. Di loro infatti si sa pochissimo pur sapendo decisamente instaurare un rapporto di paura e minacce, il tutto a spese di Gavin (addio Rory Culkin). Bisognerà poi vedere in che modo si manterrà il tutto nel corso dei 10 episodi perché dietro un villain carismatico c’è anche un attore carismatico, quindi bisogna dare tempo al tempo. Per ora comunque non c’è niente di cui lamentarsi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Longest Day 1×10 | ND milioni – ND rating |
The Sinister Hotel Room Mystery 2×01 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.