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Germania, Berlino per la precisione. E nello specifico il 2 Novembre 2018, forse anche vera data delle riprese di questo “Jochen”, versione tedesca del Criminal ideato dal misconosciuto duo inglese Jim Field Smith e George Kay.
Come tutte le altre versioni (ci sono anche Criminal: Spain, Criminal: France e Criminal: UK) di questa nuova serie Netflix, anche questa, pur essendo ambientata in una stanza d’interrogatorio della polizia berlinese, è in realtà stata girata a Madrid nella Ciudad De La Tele. Il che non sorprende visto il formato molto peculiare dato a queste quattro versioni. Infatti, l’intento dei due creatori è quello di girare tutte le puntate all’interno delle stanze d’interrogatorio (seppur con alcune brevi eccezioni come già visto in questo episodio) dei vari paesi, con il chiaro intento di creare un bel po’ di pressione psicologica nella più totale assenza di scene d’azione. Ed è ovviamente molto difficile.
“Jochen”, però, è un primo risultato piuttosto buono perché riesce a coniugare un’ottima storia verticale con un’altrettanto ottima chimica a livello recitativo tra i vari attori. Qui arriva un’altra nota positiva: ci sono pochi attori ma molto buoni (anche se magari la recitazione in tedesco, che comunque consigliamo di tenere, potrebbe non aiutare la comprensione). Eva Meckbach, Sylvester Groth (Dark) e Florence Kasumba (Black Panther): tutti nomi che non dicono niente ad una prima lettura ma che invece hanno un curriculum niente male che giustifica l’hype intorno al progetto. Fortunatamente, si rivelano essere anche un ottimo mix vista l’alchimia dimostrata in questi primi 40 minuti, alchimia messa bene in vista (per assurdo) dall’odio che si respira durante l’interrogatorio e soprattutto dietro il muro di vetro tra i due poliziotti incaricati di risolvere il caso aperto decenni fa. Va comunque sottolineata che la durata di solo 40 minuti è perfetta per non diluire la trama e non renderla troppo corta.
È molto interessante vedere come la gestione della trama verticale abbia occupato il 99% del minutaggio e, solo nel finale, si sia provato a creare un vago collegamento con le prossime due puntate. A questo punto, magari, sarebbe stato più efficace anche introdurre tutti i personaggi rilevanti sin dall’inizio e non all’ultimo secondo. Il risultato, almeno per la trama orizzontale, non è dei migliori e poteva essere gestito un po’ meglio invece che ridurre tutto a due battute sullo scadere dell’episodio, ma tant’è.
Al momento, la trama verticale sembra decisamente più interessante di quella orizzontale (inesistente). Rimane comunque più che valida la storyline verticale culminata con il plot twist ed il collegamento ad uno dei periodi storici più “effervescenti” della storia di Berlino. Non si poteva chiedere di meglio da questo punto di vista ma ora le aspettative per i prossimi due episodi sono ben più alte di quello che dovrebbero essere. Ovviamente si spera in un collegamento maggiore tra le tre puntate.
Come tutte le altre versioni (ci sono anche Criminal: Spain, Criminal: France e Criminal: UK) di questa nuova serie Netflix, anche questa, pur essendo ambientata in una stanza d’interrogatorio della polizia berlinese, è in realtà stata girata a Madrid nella Ciudad De La Tele. Il che non sorprende visto il formato molto peculiare dato a queste quattro versioni. Infatti, l’intento dei due creatori è quello di girare tutte le puntate all’interno delle stanze d’interrogatorio (seppur con alcune brevi eccezioni come già visto in questo episodio) dei vari paesi, con il chiaro intento di creare un bel po’ di pressione psicologica nella più totale assenza di scene d’azione. Ed è ovviamente molto difficile.
“Jochen”, però, è un primo risultato piuttosto buono perché riesce a coniugare un’ottima storia verticale con un’altrettanto ottima chimica a livello recitativo tra i vari attori. Qui arriva un’altra nota positiva: ci sono pochi attori ma molto buoni (anche se magari la recitazione in tedesco, che comunque consigliamo di tenere, potrebbe non aiutare la comprensione). Eva Meckbach, Sylvester Groth (Dark) e Florence Kasumba (Black Panther): tutti nomi che non dicono niente ad una prima lettura ma che invece hanno un curriculum niente male che giustifica l’hype intorno al progetto. Fortunatamente, si rivelano essere anche un ottimo mix vista l’alchimia dimostrata in questi primi 40 minuti, alchimia messa bene in vista (per assurdo) dall’odio che si respira durante l’interrogatorio e soprattutto dietro il muro di vetro tra i due poliziotti incaricati di risolvere il caso aperto decenni fa. Va comunque sottolineata che la durata di solo 40 minuti è perfetta per non diluire la trama e non renderla troppo corta.
È molto interessante vedere come la gestione della trama verticale abbia occupato il 99% del minutaggio e, solo nel finale, si sia provato a creare un vago collegamento con le prossime due puntate. A questo punto, magari, sarebbe stato più efficace anche introdurre tutti i personaggi rilevanti sin dall’inizio e non all’ultimo secondo. Il risultato, almeno per la trama orizzontale, non è dei migliori e poteva essere gestito un po’ meglio invece che ridurre tutto a due battute sullo scadere dell’episodio, ma tant’è.
Al momento, la trama verticale sembra decisamente più interessante di quella orizzontale (inesistente). Rimane comunque più che valida la storyline verticale culminata con il plot twist ed il collegamento ad uno dei periodi storici più “effervescenti” della storia di Berlino. Non si poteva chiedere di meglio da questo punto di vista ma ora le aspettative per i prossimi due episodi sono ben più alte di quello che dovrebbero essere. Ovviamente si spera in un collegamento maggiore tra le tre puntate.
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Criminal: Germany si apre con un episodio (sui tre totali) estremamente curato nel minimo dettaglio, intriga subito lo spettatore e mantiene alta la tensione fino alla fine, giocandosi a dovere i vari plot twist. Si può ovviamente questionare la scelta di non iniziare fin da subito con l’inserimento della trama orizzontale abbozzata nel finale ma, in generale, questo è l’unico difetto evidenziabile.
Jochen 1×01 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.