American Horror Story 9×01 – Camp RedwoodTEMPO DI LETTURA 3 min

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American Horror Story arriva alla nona stagione e quest’anno decide di incentrare il suo tema principale non su un concetto quanto su un periodo storico, il 1984. Un anno importante per l’horror, e per il genere Slasher a cui appartiene questa stagione, poiché sono usciti film come il primo episodio di Nightmare On Elm Street e il quarto della saga di Venerdì 13, il più violento e di successo.
Di conseguenza, è facile trovare innumerevoli omaggi al genere e questo primo episodio ne è infatti infarcito: un gruppo di ragazzi isolati dal mondo; un luogo maledetto per un episodio violento del passato; l’autostoppista, il sesso e l’horror strettamente legati da una metafora moralista; le persone lungo il percorso che sanno molto di più di quello che dicono; ed ancora, il perdersi all’interno di contesti “ostili”, un pazzo evaso da un manicomio, ecc…
La stagione parte col piede sull’acceleratore, facendo immergere subito i protagonisti nella situazione di pericolo, presumendo che lo spettatore già sia a conoscenza del contesto a cui si fa riferimento. Un’operazione simile a quanto fatto con altre serie nostalgiche di questo periodo (Stranger Things su tutte): prendere un contesto anni ’80 e usarlo sfruttando il dilagante effetto-nostalgia. Una scelta per nulla originale e che, anzi, sta iniziando a stufare, soprattutto quando rilegge un periodo storico privilegiando solo ciò che piace e tralasciandone i difetti.
Questo elemento, tuttavia, qui sembra evitato poiché è insistito il richiamo alle Olimpiadi del 1984 che si sono svolte proprio a Los Angeles in una calda estate. Conoscendo l’approccio di Murphy e Falchuk visto nelle stagioni precedenti, è chiaro che non sia casuale. Una città impazzita e al centro del mondo da cui i suoi abitanti sembrano voler scappare per avere un po’ di pace.
Un’altra tematica, ad onor del vero mai assente nella serie, è quella relativa al sesso. In particolar modo, è evidente l’utilizzo del vecchio topos che vede, nei film horror, i giovani minorenni puniti e uccisi perché hanno le loro prime esperienze sessuali. Se gli amanti degli slasher lo danno per scontato, qui acquisisce un significato storico dovuto al fatto che realmente negli anni ’80 la liberazione sessuale stava conoscendo un’apice grazie all’eredità delle battaglie del periodo precedente. La nuova battuta d’arresto arriverà di lì a poco con la diffusione dell’AIDS.
Arriviamo all’annosa domanda: cosa ci vuole promettere questa stagione di AHS e in cosa dobbiamo temere che possa deluderci?
Questo primo episodio scorre via velocemente, con un buon ritmo e un utilizzo dei topoi narrativi del genere ben sfruttati. Finora i personaggi sembrano molto stereotipati senza nessuno che spicchi per originalità. In genere, AHS era solita partire sempre col botto per poi sgonfiarsi, tuttavia, almeno nelle ultime stagioni, si nota la volontà di imparare da certi difetti. Un partenza senza clamori questa, ma che comunque si lascia guardare, lasciando l’intenzione di continuare la visione degli episodi successivi.
Il comparto attori/attrici è in parte il solito con qualche novità. Essendo il cast giovane sono stati ridimensionati gli attori più maturi in favore degli altri. Billie Lourd, Emma Roberts e Cody Fern sono quelli che spiccano. Va detto che per la prima volta vediamo una Emma Roberts che non si atteggia alla solita bitch monodimensionale. E non è certo da sottovalutare. Ma tutte queste new entry sapranno reggere per un’intera stagione senza la solidità interpretativa degli attori storici?

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Buon ritmo
  • Tanto splatter
  • Pochi barocchismi murphyani nonostante gli anni ’80 da sfondo
  • Una sigla semplicemente perfetta
  • Finora tutto molto scontato, senza originalità

 

Giudizio positivo ma chiariamo subito che finora è tutto molto scontato. L’effetto nostalgia anni ’80 stanca molto velocemente, quindi bisogna subito metterci qualcosa di diverso altrimenti la noia e la prevedibilità rischiano il sopravvento.

 

Apocalypse Then  8×10 1.83 milioni – 0.8 rating
Camp Redwood 9×01 2.13 milioni – 1.0 rating

 

 

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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