La produzione è tedesca e sceglie un modo molto più efficace di mille spiegoni per fare capire da quale parte sta: i romani parlano in latino (i personaggi sono sottotitolati), addirittura con pronuntiatio restituta. Accorgimento azzeccatissimo per suggerire il senso di estraneità suscitato dai conquistatori in questa gente intenta ai cavoli propri (in senso letterale, quelli dell’orto), rendendo subito fruibile il prodotto anche a chi non ha frequentato il liceo classico
L’ostilità delle tribù locali è contraccambiata dai legionari, i quali non si peritano certo di approfondire storia e cultura delle terre in cui si trovano. Come viene spiegato, per loro i germanici sono tutti “barbari”, non gente divisa in molte tribù, ciascuna con le sue sfumature, magari in disaccordo, quando non in aperto conflitto, l’una con l’altra. L’importante è la riscossione delle tasse e, tanto per divertirsi e sfogarsi, dare l’insegna dell’aquila da baciare ai “barbari”, in segno di sottomissione.
In particolare, la storia narrata si concentra sui Cherusci, il cui capo Segmer, per amor di pace, qualche anno prima delle vicende in corso aveva dato i figli come ostaggio, perché fossero cresciuti a Roma e venissero “civilizzati”. Uno di loro, Arminium (per gli amici Ari) tornerà, nel colpo di scena finale dell’episodio, come vice del prefetto delle legioni, Varo.
Un personaggio diviso fra due lealtà, fra due “padri” e due identità va sempre bene per far procedere una trama in modo avvincente, ma soprattutto qui è conforme alla realtà storica, come tramandata in opere quali la Germania di Tacito.
Una confezione ambiziosa e che si prende sul serio, comunque, non vuol dire rinunciare all’azione, anche violenta e sanguinosa: si veda innanzitutto la sequenza introduttiva, di grande impatto, anticipazione della battaglia nella foresta di Teutoburgo, dove si vede una ragazza guerriera (sembrerebbe essere Thusnelda) e si pensi poi alla scena in cui viene aggredito e menomato il fratellino della medesima. Non manca nemmeno la sotto trama sentimentale, con la stessa Thusnelda divisa tra Ari e l’amico Folkwin, sostenitore di una rivolta contro l’imperialismo colonialista, tanto per stabilire un parallelismo nei due campi opposti. La ragazza comunque non ricopre solo il ruolo di interesse sentimentale dei principali personaggi maschili, ma apre anche uno spiraglio sulle credenze religiose e magiche dei popoli germanici, in quanto allieva della sciamana della tribù.
Altra similitudine tra le due culture è l’importanza della figura del lupo, certo iconica in un’epoca in cui si poteva andare dalla Calabria in Danimarca senza mai uscire dai boschi. Il dettaglio non viene approfondito, ma rimangono le scene di grande suggestione ambientate fra gli alberi, soprattutto quelle ambientate di notte, alla luce delle torce.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).