Baskets 1×07 – CowboysTEMPO DI LETTURA 4 min

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Baskets non è la solita comedy. A ben vedere, scomodando per l’ennesima volta il padre dei neologismi seriali, non è neppure il solito “dramedy”. Terminata la visione di “Cowboys”, cercare una definizione, un’etichetta, in grado di incasellare lo show FX in steccati concettuali ben delineati, appare sempre più difficoltoso. Lo stesso problema emerse a suo tempo con Louie, il gioiellino partorito dalla brillante mente del comico stand-up Louie CK coivolto, manco a dirlo, anche in questo ambizioso progetto. Ambizioso non in senso estetico, o ancora dal punto di vista dei nomi coinvolti nel cast, ma piuttosto dal punto di vista della fruizione, più che mai orientata ad un pubblico di nicchia molto ristretto, amante del grottesco e del non-sense.
Sebbene lo show risulti ancora nella sua fase embrionale, inserito in un più ampio processo di maturazione narrativa ed estetica cominciato con la messa in onda del pilot e tuttora in via di sviluppo, Baskets appare evidentemente lontano anni luce dalla creatura di CK, in primis per la mancanza della forte componente autobiografica presente invece in Louie, in grado di favorire una maggiore polarizzazione tra personaggio e spettatore; in secondo luogo per l’uso ancora acerbo, a livello autoriale, della commistione tra humor amaro e spunti riflessivi, necessariamente punto di forza e motore creativo di questo particolare genere ibrido.
Questo settimo episodio segna comunque un punto di svolta stilistico per lo show, regalandoci come sempre, ma più del solito, interessanti momenti di introspezione, brillantemente ammantata dietro una fitta coltre di realistica assurdità in pieno stile Galifianakis, capace, ben oltre ogni rosea aspettativa, di gestire la profonda malinconia annidata nel fragile animo del suo personaggio, usandola a suo vantaggio per valorizzare quella comicità affine al suo personalissimo registro attoriale, orientata ad un tipo di risata prettamente “interiore”, generata da meccanismi autoriflessivi che ci portano ad esaminare con pungente ironia situazioni drammaticamente comuni, tradotte sullo schermo in dinamiche al limite dell’inverosimile. Un tipo di comicità che quindi deluderà gli amanti della “risata di pancia”, tipica della stand-up comedy o della rappresentazione comico-televisiva di genere, ma che regalerà piacevoli attimi di smarrimento emotivo a tutti coloro che avranno pazienza di leggere tra le righe di questa apparentemente casuale successione di eventi, contraddistinti dal punto di vista della diegesi da una parziale anarchia narrativa, ma simbolicamente legati tra loro da una serie di nessi causali visibili soltanto in seconda analisi.
A muovere la macchina narrativa, fornendo così un fil rouge tra l’altrimenti incomprensibile road trip di Chip, Eddie e Martha, e la conclusione dell’episodio, è il tema della famiglia. Partito come una spedizione punitiva, lo strano viaggio intrapreso dai tre personaggi si trasforma in una graduale presa di coscienza da parte del protagonista circa la sua attuale situazione personale, sia emotiva che lavorativa, fino al raggiungimento di un apogeo cognitivo in merito alla rivalutazione del suo desiderio di mettere su famiglia nel breve periodo. Questa epifania, maturata al termine di un percorso tortuoso, iniziato con l’abbraccio di Thelma e l’incoraggiamento materno di cui Chip ha sempre avuto bisogno, passato attraverso l’approvazione di Eddie nei confronti della sua scelta di fare il clown e concluso in una piscinetta gonfiabile tra serpenti e odiosi adolescenti armati, ha come risultato la scoperta della verità celata dietro la partenza di Penelope. Una scoperta che certamente, e a maggior ragione dopo il contatto materno con Thelma, incrinerà il rapporto tra Chip e sua madre.
Il discorso clownerie viene nuovamente lasciato sullo sfondo, facendo capolino solo in alcuni momenti dell’episodio, a dimostrazione di quanto lo show sia avulso da un vero e proprio focus narrativo, mostrando invece un’inaspettata versatilità nello spaziare da una storia all’altra, nel tentativo di farci riflettere, sempre attraverso una distorsione della realtà, sull’estrema casualità di tutto ciò che ci capita attorno.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ampio spazio all’introspezione
  • Il maestro di vita Eddie
  • Il momento materno tra Chip e Thelma
  • La rivelazione finale e l’ultima sequenza in macchina
  • Commistione tra humor e spunti riflessivi buona, ma ancora da migliorare
  • Il prodotto talvolta pretende troppo da se stesso e gioca esageratamente sul suo essere “di nicchia”

 

Baskets questa settimana fa un po’ meno ridere ma apre le porte della narrazione all’indagine psicologica dei singoli personaggi, veicolando riflessioni attraverso l’humor amaro che distingue prodotti ibridi di questo genere. Manca ancora qualcosa per arrivare a toccare la vetta di quella vera e propria montagna di aspettative maturate in seno al pilot, ma proseguendo in questa direzione – gradimento spettatoriale permettendo – le basi per un buon risultato complessivo ci sono tutte.

 

DJ Twins 1×06 0.48 milioni – 0.2 rating
Cowboys 1×07 0.39 milioni – 0.1 rating

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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