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Come esistono solo sette tipi di storie, esistono solo due tipi di mid-season finale. Il primo somiglia a quelle persone che condividono su Facebook frasi per una ricorrenza di cui non conoscono neanche la storia, ma lo fanno perché è tendenza farlo: poco importa se dicono castronerie, l’importante è seguire la massa. Poi c’è il secondo, categoria di cui fa parte “Maveth“, una puntata che ha sfruttato l’essenza del mid-season finale per apportare un cambiamento radicale nella trama generale che sarebbe prima o poi arrivato, rilasciandolo però in un punto anche strategico della serie. Solitamente mid-season finale di questo tipo si possono apprezzare oltremodo sul momento ma ancor di più a posteriori, più precisamente dopo la fine della pausa invernale. Questo perché solo l’episodio che lo segue può mostrare le conseguenze delle decisioni prese in precedenza.
Nelle nostre recensioni abbiamo sempre detto che Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. è una creatura in continua evoluzione e che detesta omologarsi ad una nauseante schematicità. Arrivati a “Bouncing Back” è chiaro come stia diventando difficile tenere il passo della sua continua crescita che questa volta raggiunge livelli di professionalità davvero alti e, osiamo dire, sofisticati. “Maveth” ha chiuso indubbiamente un cerchio e ha fatto arrivare il serial ABC/Marvel Studios ad un punto di svolta cruciale che ne ha cambiato lo status quo in maniera piuttosto profonda e in questa mid-season premiere si sta cominciando a prendere confidenza con questo cambiamento. Solo in “Bouncing Back” possiamo capire quanto “Maveth” abbia cambiato la serie.
L’evoluzione la si può notare soprattutto dagli aspetti tecnici della puntata, più che dai contenuti, i quali rimangono sempre gli stessi ma affrontati con un piglio molto più distaccato, disincantato e freddo. Anche se l’episodio è stato trasmesso dalla disneyana ABC, l’altrettanto fredda e tendenzialmente scura fotografia e le inquadrature ricercate di una regia molto impegnata, la fanno sembrare una puntata uscita più da un network come AMC o HBO. È anche vero che la regia e la fotografia sono (a volte) aspetti superficiali per la buona riuscita di una puntata o di un telefilm, ma vedendo gli iniziali toni scanzonati e prettamente action che imperversavano nella serie e finivano per caratterizzare anche le riprese, è quasi uno shock trovarsi questa atmosfera di piombo anche negli aspetti tecnici del serial. Attualmente, più che un adattamento a fumetti delle storie dello S.H.I.E.L.D., sembra più di assistere alla Marvel secondo Tom Clancy o Kathryn Bigelow: definizione da prendere ovviamente come un complimento, dato che la maturità delle tematiche si era raggiunta da tempo nel telefilm e mancava solo che la raggiungesse anche il resto.
Come questo cambio in un registro più adulto ha portato delle migliorie, ha portato purtroppo anche un piccolo difetto che forse ha deluso qualche spettatore: il fatto che l’episodio si prenda decisamente il suo tempo e sia meno esplosivo del solito. Sia chiaro, la definizione di cui prima non è da leggersi come “puntata lenta”. “Bouncing Back” non è affatto una puntata lenta o intrisa di torpore, anzi, scorre con piacevole fluidità fino alla fine senza mostrare mai un momento di noia o stanchezza. Ma è indubbio che questa non è una di quelle puntate con il botto. Fortunatamente la voglia di andare piano e sviluppare tutto con la dovuta pazienza non ha preso totalmente il sopravvento, lasciando spazio a showrunner e spettatori assetati di trasposizioni fumettistiche di divertirsi un poco.
Sotto questo punto di vista, è stata molto apprezzata l’introduzione di Slingshot soprattutto per via della sua appartenenza ai Secret Warriors, introduzione che si è posta al centro di tutta questa puntata dalle tonalità militari. Purtroppo l’arrivo di Elena Rodriguez si perde un po’ sul finale, visto che avrebbe dovuto inaugurare finalmente una formazione completamente operativa dei Secret Warriors ma che invece rimanda nuovamente il discorso riguardo la loro ufficiale nascita a data da destinarsi. Un vero peccato, soprattutto perché questa ufficiale inaugurazione del team sta venendo dilatata fin troppo. Un discorso simile bisognerebbe farlo anche per la sottotrama amorosa tra Fiftz e Simmons che sembra essersi arenata dopo il mid-season finale. Ma è anche vero che i due sono stati tanto sotto i riflettori nella prima parte della terza stagione e ora c’è bisogno di passare il testimone ad altri personaggi. Diamo tempo al tempo.
Una parentesi finale la dedichiamo a Grant Ward. Una parentesi che possiamo tranquillamente considerare il suo epitaffio. Nella scorsa recensione ci eravamo lasciati chiedendoci se Grant Ward non fosse una crisalide creata per crescere e poi utilizzata per far sbocciare un altro personaggio, proprio come successe per Daisy Johnson/Quake nelle due stagioni passate come Skye. A quanto pare le nostre previsioni si sono avverate e Brett Dalton rimane ancora fra noi e presta le sue doti recitative per interpretare il tanto vociferato Hive. Scendiamo subito a patti con il fatto che Ward è morto nello scorso episodio, ucciso per mano (e con la mano) di Philip Coulson. Quello che si muove in maniera apatica e avvilita non è Ward ma solo il suo involucro ormai svuotato per far spazio alla nuova creatura dell’Hydra. Sotto questo punto di vista, complimenti a Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. e ai suoi showrunner per essere andati fino in fondo e aver ucciso un personaggio che aveva raggiunto il suo scopo, trasformandolo poi in qualcos’altro di maggior utilità al serial senza sacrificare totalmente le abilità di un attore dando anche una spiegazione e una riconfigurazione narrativa avvenuta con magistrale scorrevolezza e fluidità.
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per la nuova stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.? Maccerto che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.
Facce da Fumetto
- Rivediamo il Presidente Matthew Ellis interpretato da William Sadler.
- L’Inumano con il potere di pietrificare le persone si chiama Lucio ed è un personaggio inventato appositamente per il serial. I suoi poteri sembrano avere un funzionamento involontario e si attivano quando Lucio solleva le palpebre e punta gli occhi contro la vittima designata. A grandi linee sembra che il meccanismo dei suoi poteri sia molto simile a quello di Ciclope.
- Quando Mack saluta Elena questi la chiama “yo-yo”. È una citazione al vero nome del personaggio originale dei fumetti.
Facce da Fumetto
Conosciamo un po’ di più i volti noti (e ignoti) dell’Universo Marvel cartaceo trapiantati qui, in questo serial televisivo dedito ad espanderne l’universo.
Fa il suo debutto ufficiale nel serial Elena Rodriguez, versione rivisitata nei punti focali del personaggio di Slingshot: una dei membri dei Secret Warriors. Comparsa per la prima volta su Mighty Avengers #13 del 2008, Yo-Yo si presenta al pubblico come la figlia abbandonata del supercriminale Griffin, la quale in età adulta ha acquisito una particolare variante della supervelocità per via della trasmissione del DNA mutato del padre. Esattamente come Quicksilver e Flash, Yo-Yo è in grado di correre velocissima e compiere azioni ad una velocità superiore alla norma, ma a differenza dei due eroi citati (i quali possono usufruire liberamente di questo potere in ogni momento), quando finisce di utilizzare le sue abilità ritorna nell’esatto punto in cui ha cominciato ad usarli. Non c’è limite di tempo e di spazio riguardo l’utilizzo della sua velocità, l’unica “clausola” da tenere sempre a mente, è che una volta finiti di usare, Yo-Yo ritorna da dove è partita: da qui infatti il soprannome che Nick Fury le diede quando entrò in contatto con lei, “Slingshot”, che in inglese vuol dire “fionda”.
Una volta reclutata a Porto Rico, la Rodriguez entrò nella squadra dei Secret Warriors insieme a Daisy Johnson e molti altri, team formato da personaggi che i database mondiali sui superumani ancora non avevano schedato perché involontariamente tenuti nascosti al mondo dai loro parenti. Proprio per questa caratteristica si classificavano come ideali candidati per essere schierati contro l’Invasione Skrull in supporto degli eroi in difficoltà. Come avete potuto vedere, nel serial sono stati rivisitati gli aspetti principali del personaggio, ovvero la natura dei suoi poteri (nei fumetti ereditari) e il suo funzionamento.
Una volta reclutata a Porto Rico, la Rodriguez entrò nella squadra dei Secret Warriors insieme a Daisy Johnson e molti altri, team formato da personaggi che i database mondiali sui superumani ancora non avevano schedato perché involontariamente tenuti nascosti al mondo dai loro parenti. Proprio per questa caratteristica si classificavano come ideali candidati per essere schierati contro l’Invasione Skrull in supporto degli eroi in difficoltà. Come avete potuto vedere, nel serial sono stati rivisitati gli aspetti principali del personaggio, ovvero la natura dei suoi poteri (nei fumetti ereditari) e il suo funzionamento.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Con “Bouncing Back”, Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. sceglie di procedere con calma promettendo un pacato decollo della storia. Si opta, insomma, per un calcolo ben studiato dei tempi narrativi e si invita lo spettatore a fare lo stesso attraverso questa mid-season premiere dai toni molto contenuti. Del resto, hanno altri undici episodi a disposizione e gli showrunner hanno pensato di avere tempo a sufficienza per poter rincarare la dose e iniettare più adrenalina negli episodi. Questo però non compromette l’alto interesse della trama che qui mostra una nuova evoluzione del serial, raggiungendo sofisticati livelli, soprattutto in termini regia e fotografia. Lo storytelling era già maturato prima e qui finisce solo per essere rifinito con migliorie tecniche creando un’atmosfera di piombo a tutto tondo che aumenta la tensione della storia. Mancherà forse un po’ di esplosività ma la voglia di superare sé stessi e di regalare grandi emozioni si sente eccome: basti vedere il criptico (ma estremamente accattivante) “Three Months from Now” dell’inizio, anticipazione ad un sinistro futuro che non può far altro che catturare.
Maveth 3×10 | 3.85 milioni – 1.3 rating |
Bouncing Back 3×11 | 3.52 milioni – 1.1 rating |
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Grazie della recensione! Si sentiva proprio la mancanza dei nostri agenti! Concordo pienamente sulla tua analisi, a me in particolare ha ricordato la premiere di Vikings: inizio senza il botto, ma con fatti rilevanti che promettono bene(non che tema una delusione, ormai AoS ci ha abituati troppo bene :d) Peccato per i Secret Warriors, quando li vedremo stabilmente insieme? 😕
Ma Mala, ma grazie a te per il commento e la lettura 🙂 per i Secret Warriors, ho idea che ce li faranno annusare fino al season finale.
Beh al season finale ci saranno per forza, almeno spero :-d comunque credo che strada facendo ne recluteranno qualcuno.
Non so se hai visto age of ultron, che alla fine del film c' è un accademia per inumani, potrebbe ricollegarsi in qualche modo?
No quello non centra nulla. Quella scena è la creazione di nuovo team di Vendicatori che unisce reclute e veterani, così da addestrare i novizi. E quel "accademia" è la nuova base dei Vendicatori. Quel pezzo non centra nulla xD Ma credo anche io che strada facendo ne arrivino altri.
Ah, perchè ricordavo dei gemelli potenziati e poi con civil war è incentrata sui dotati se non sbaglio…errore mio
Tranquilla! Si si, la storia dei gemelli potenziati è giusta, ma per l'acquisizione dei poteri da parte di Scarlet e Quicksilver è visto come un semplice potenziamento genetico. Gli Inumani invece subiscono una riscrittura totale del DNA, un po' come succede ai mutanti quando sviluppano i loro poteri durante la pubertà.