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Chad 1×01 – PilotTEMPO DI LETTURA 5 min

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Chad-1x01“Finally. Dr. Tony, I think it’s fair to say you and I have had our ups and downs. I don’t know who encouraged you into this damn field, but you’re a terrible orthodontist, sir.
Obviously, my mother meant well, but didn’t do her due diligence. Seven years is a long time to wear braces, sir. I’ve watched your damn kids grow up and they’re the only reason I’m not writing you a bad Yelp review. But thankfully, my life begins today, despite your ass.”

Il titolo della serie della TBS è un pretestuoso gioco di parole attorno allo slang giovanile nato su internet (e subito diventato meme), per l’appunto, “chad” ad indicare un maschio alpha. Cosa che ovviamente il Chad trasposto da Nasim Pedrad non è assolutamente, anzi, è la rappresentazione del suo opposto.
Un ragazzo impacciato, introverso, fermo alla fase fanciullesca della sua vita e per questo così inadatto all’interazione sociale con persone che esulano dalla sua sfera di conoscenza. Essendo però al suo primo anno delle superiori (high school) decide di tentare di superare tutti questi suoi limiti per diventare amico dei giovani cool della scuola.
Il pitch era già stato ordinato alla Fox nel 2016, scritto sempre da Nasim Pedrad, ma non riuscì mai a raggiungere la produzione e solo nel 2019 venne preso dalla TBS che ne ordinò una stagione intera.
Lo show punta totalmente sul contrasto tra il desiderio di rendersi interessante di Chad e l’effettivo risultato che il giovane ottiene. Lo spettatore si ritrova a rivestire i panni di una sorta di compagno di scuola di Chad che, osservando dall’esterno, non può che provare un certo imbarazzo nel vedere il giovane tentare di farsi in quattro (nei modi più biechi e discutibili possibili) pur di accaparrarsi la simpatia del gruppo più influente. Un sentimento, l’imbarazzo, che si ripercuote per l’intero perdurare della puntata e che inficia la visione: ritrovarsi di fronte ad un prodotto che per venti minuti circa costringe il proprio pubblico a sentirsi fuori luogo, condizionato o spinto a terminare la visione per quanto sta avvenendo è di per sé un risultato pessimo.

THE NEW KIDS ON THE FUCKING BLOCK


“If it’s a choice between eternal hell and good tunes or eternal heaven and New Kids on the fuckin’ Block? I’m gonna be surfing on the lake of fire, rockin’ out! High fiving Satan every time I pass him on the fucking shore. Because, you know, if you play New Kids on the Block albums backwards, they sound better, you know. ‘Oh come on Bill, they’re the New Kids! Don’t pick on them; they’re so good, they’re so clean cut and they’re such a good image for our children!’
Fuck that. When did mediocrity and banality become a good image for your children? I want my children to listen to people who fuckin’ rocked! I don’t care if they died in a puddle of their own vomit, I want someone who plays from his fuckin’ heart!”

Dal canto suo Chad cerca di presentare determinati argomenti vicini ai giovani (vita sessuale, droga, alcool ecc ecc) mettendo il tutto sotto una connotazione comica, ma che finisce per svilire il principio del messaggio narrativo che la serie stessa stava cercando di far passare. C’è l’intenzione, quindi, ma la messa in pratica lascia decisamente a desiderare. La banalizzazione diventa tale che ad un certo punto si ha la sensazione di ritrovarsi a guardare l’esemplificazione dello sketch di Bill Hicks in cui venivano contrapposte le rockstar di una volta (che facevano uso di droga ma che sapevano suonare, diceva Hicks) ai New Kids On The “fucking” Block che rappresentavano la parte “buona” del rock commerciale che la società americana cercava di vendere ai giovani per allontanarli da determinate sostanze (genericamente alcool e droga). Il tutto si chiudeva con Hicks che affermava dopo un accorato monologo: “Did you know if you play New Kids on the Block records backwards… they sound better?”.
Con Chad la sensazione è simile: le droghe e tutto ciò che risulta “alternativo” è male e Chad, un bravo ragazzo, nonostante i tentativi di risultare più simile ai coetanei, non può fare altro che rendersi ridicolo e tornare sui propri passi. È così dopo la sconsiderata scelta di tentare di andare a letto con una compagna di scuola; succede nuovamente sul finire di puntata quando il giovane assume involontariamente degli acidi.
Si percepisce il desiderio della serie, come si diceva, di prendere in esame determinate tematiche tuttavia la messa in onda banalizza molto il messaggio e finisce per scadere in un semplice “droghe no; felicità sì”.
Completamente superflui, inoltre, tutti i personaggi secondari che girano attorno a Chad, compresa la madre che nonostante alcuni dialoghi ben poco aggiunge ad un prodotto già di suo acerbo e che fallisce miseramente nel tentare di affrontare determinati argomenti giovanili con un fare gioviale e leggero.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Serie paradossale che nonostante tutto ha un accenno di narrazione interessante
  • Ridicolizzazione di Chad
  • Banalizzazione di vari argomenti seri
  • Tutti i personaggi secondari
  • Zero riflessioni
  • Dialoghi
  • Risate compassate

 

Ridicolizzazione di un personaggio per oltre venti minuti; imbarazzo protratto per l’intera visione; zero riflessioni serie e ben gestite; una serie di disavventure che affliggono e demoliscono passo passo il giovane Chad: questa è la nuova serie comedy della TBS, un prodotto di dubbio gusto che parte probabilmente con un intento “nobile”, ma che ne diventa la banalizzazione più orrida possibile. Una serie inadeguata.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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