Cos’hanno in comune “The Saint Of Last Resort (Part 1)” e “The Saint Of Las Resort (Part 2)”? Il titolo. Perché per il resto, possiamo dire con brutale onestà, che i due episodi hanno praticamente poco altro in comune. Sia chiaro che questa iniziale e riassuntiva descrizione, non deve farvi subito pensare che la seconda parte di “The Saint Of Las Resort” sia un totale fallimento, è solo che l’episodio prende tutt’altra strada rispetto al set-up del precedente. Non essendo in stretti contatti con la NBC e non essendo dotati di poteri telepatici (o almeno, per quanto ne sappiamo noi), spesso e volentieri lo spettatore deve viaggiare per ipotesi, quando cerca di farsi un’idea su cosa potrebbe riservagli la puntata che si appresta a guardare; è chiaro che va per la maggiore l’ipotesi che vuole, leggendo nel titolo una precisazione come “Part 1”, che gli sceneggiatori hanno orchestrato una trama di così ampio respiro da utilizzare ben due episodi per dipanarla tutta. Se poi assistiamo ad un mid-season finale come quello di “The Saint Of Last Resort (Part 1)” che ci lascia addirittura in sospeso con un cliffhanger che vuole il nostro amorale protagonista in difficoltà, allora l’ipotesi si rafforza ancor di più.
L’ipotesi si rivela solo in piccola parte vera, perché per concludere gli eventi della prima parte, “The Saint Of Last Resort (Part 2)” sfrutta solo i primi minuti iniziali, per poi concentrarsi su altro; per dirla con un esempio calcistico, è come se Constantine fosse andato ai tempi supplementari nell’ottavo episodio, e si fosse ritrovato nel nono a completarne le trame. Più che altro, il mid-season premiere sfrutta gli eventi del mid-season finale (più quel quarto d’ora rubato alla nona puntata) come trampolino di lancio per analizzare quello che gli Americani chiamerebbero “aftermatch”, ovvero, l’analizzare/l’abbracciare/il risolvere/il convivere con le piacevoli/spiacevoli conseguenze della trama appena conclusa. Non che ci sian niente di male nel cercare di approfondire quest’aspetto, sopratutto in un serial dove si è detto fin dall’inizio che ogni incantesimo ha la sua conseguenza. Però di brutto c’è il modo piuttosto sbrigativo e frettoloso in cui il precedente plot è stato accantonato in favore di quello nuovo, tesi sostenuta dalla trama secondaria incentrata sulla cattura di Zed, dove nella prima parte veniva catturata con una facilità disarmante, e nella seconda scappa con altrettanta, disarmante (e poco credibile) facilità.
Ma come abbiamo anticipato in apertura, questa puntata non è un totale fallimento, dato che riesce a farsi piacevolmente apprezzare su altri aspetti, primo sopra ogni altra cosa, la recitazione di Matt Ryan. Se qualcuno avesse mai avuto dei dubbi riguardo alla scelta di NBC di vestire l’attore Gallese nei panni di quell’amabile carogna di John Constantine, con “The Saint Of Last Resort (Part 2)” è costretto a rivedere la sua posizione. Sin dalla sua prima apparizione in trench coat, Matt Ryan si è subito dimostrato a suo agio nelle vesti del bastardone Inglese, ma se la sua recitazione poteva convincere subito i fedeli lettori di Hellblazer, qualche altra prova era necessaria per quelli che lo giudicavano in quanto personaggio di un telefilm, e non personaggio derivato da una trasposizione televisiva. Alla fine la prova è arrivata ed è l’episodio di cui stiamo parlando, dove il Gallese riceve a strappare l’approvazione generale del pubblico durante le sue fasi “indemoniate”, interpretando un Constantine posseduto in maniera oltremodo convincente. Questo aftermatch della prima parte incentrato sulle conseguenze delle azioni scelte da John per togliersi dei guai, non è solo un’occasione per l’attore di Swansea di dare prova della sua estrema simbiosi con il personaggio Vertigo/DC, ma anche per metterlo su un piano differente, in modo che le luci della ribalta illumino altre persone; come abbiamo sempre detto nelle nostre recensioni di Constantine, uno dei punti deboli del microcosmo narrativo del serial, sono i comprimari: Zed e Chas, sempre utilizzati in maniera grossolana e, il più delle volte, per il verso sbagliato. Questa volta, anche se John è comunque protagonista dell’episodio, le mosse decisive spettano ai suoi collaboratori, chiamati ad essere aiutanti e non aiutati.
Forse l’introduzione di un personaggio dalla moralità dubbia tanto quanto quella di Constantine, come Ann Marie. ha aiutato Zed e Chas a trovare una direzione precisa, ma fatto sta che (per una volta) i soci dell’inglese in trench coat si presentano pieni di risorse, astuti, ben amalgamati e in grado di fare la differenza, permettendo al loro “capo” di sopravvivere al terribile momento di possessione.
- NBC, per inaugurare la rimessa in onda di Constantine, ha dato il via ad una webseries animata in stop motion intitolata “John Con Noir”: un alternative take di stampo noir della durata di pochi minuti con protagonista John Constantine (doppiato da Matt Ryan) impegnato sul ritrovamento degli showrunner Daniel Cerone e David S. Goyer, misteriosamente scomparsi. Se cliccate qui, potete vedere il primo episodio.
- “The Saint Of Last Resort (Part 2)” è parzialmente ispirata a due storyline pubblicate sulla testata Swamp Thing, in cui esordì John Constantine. Per la precisione, si ispira a The Curse (Swamp Thing #35-42 del 1985) e A Murder of Crows (Swamp Thing #43-50 del 1985/1986).
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Saint Of Last Resort (Part 1) 1×08 | 3.54 milioni – 1.1 rating |
The Saint Of Last Resort (Part 2) 1×09 | 3.08 milioni – 0.8 rating |
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