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Curon 1×03 – L’AssassinoTEMPO DI LETTURA 4 min

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Lucas: “Chi sei?
Lucas 2: “Hai presente tutto quello che non hai mai avuto il coraggio di essere? Ecco…sono io. Guardati. Sei debole. Sei spaventato. Mi fai schifo. Ma è finita. Adesso ci sono io. E non faremo più figure di merda in giro.”
[…]
Lucas 2: “Uccidimi. Che aspetti? Tira fuori le palle, dai. Oh. Poverino. Le palle, no…non ce le hai, eh?”

 

Arrivati ormai a ridosso della metà stagione si può tranquillamente iniziare a tirare le somme di cosa sia Curon, ennesimo prodotto italiano originale Netflix approdato da poco sulla nota piattaforma streaming. Un prodotto a tratti interessante e con una tematica fantasy preponderante rispetto al drama-thriller o comunque fortemente intersecato con esso; sotto altri punti di vista lascia visibilmente a desiderare, basti pensare infatti sia ai dialoghi (in certi punti veramente troppo elementari e banali), sia alla recitazione. Ma anche la storia in generale non sembra voler più di tanto convincere lo spettatore: ci sono intrighi e misteri, chiaramente, ma tutto viene gettato nello stesso identico calderone senza essere effettivamente presentato come dovrebbe. Dei doppelganger appaiono a Curon e, a parte qualche scena carica di pathos, tutto si risolve in un misero “cazzo dici” proferito da Daria Raina (Margherita Morchio), una reazione a tratti comprensibile, ma vista la situazione al limite del paranormale qualcosa di un attimo più approfondito sarebbe gradito. Anche perché i dialoghi, altre volte, sono decisamente più coinvolgenti (vedi i confronti parentali oppure tra i singoli personaggi durante le parti di episodio recitate in ambiente scolastico). I dialoghi sono quindi molto caserecci, definizione che appare corretta sia per esaltare un certo singolare realismo (la storia va infatti contestualizzata con il luogo delle riprese), sia per evidenziare il loro non essere in grado di fare effettiva presa sul pubblico.
La puntata si presenta poi in maniera discontinua dal punto di vista narrativo, altalenando ottimi espedienti mystery (si pensi all’intera sequenza Lucas vs Lucas ed al forte peso metaforico) a soluzioni di non altrettanto livello quali, per esempio, il banale rumore in direzione opposta come diversivo per salvarsi da una situazione di pericolo (quando Daria e Mauro sono bloccati nella serra). Questo andamento altalenante in certi passaggi fa presupporre allo spettatore di essersi perso degli interi pezzi di episodio. Dopo la scena della serra, Daria e Mauro fuggono nel bosco e tornano alla ricerca della madre e, all’apparenza, eliminata una certa tensione, i due sembrano concentrati sull’obbiettivo della loro missione. Nel successivo cambio sequenza Daria si mostra visibilmente scossa ed in preda ad una vera e propria crisi di nervi. Uno stacco molto deciso e per nulla lineare che fa abbastanza dubitare della genuinità stessa dello sceneggiato: a rigor di logica si suppone che tra le due sequenze manchi qualcosa visto e considerato che a livello temporale non sembra trascorrere un lasso di tempo tale da rendere comprensibile da parte di Daria una caduta nel baratro della disperazione di queste proporzioni.
Parallelamente ad una parte mistery a tratti convincente, rimane ancora da verificare l’effettiva capacità della serie di motivare in modo adeguato quanto stia avvenendo a Curon (doppelganger, sparizioni, il mistero del passato, l’odio verso la famiglia Raina e la loro “maledizione”).
In sintesi, Curon sembra potersi reggere in piedi in maniera sufficientemente convincente: contestualizzata la produzione (Netflix e qualità non vanno a braccetto da sempre, spiace nuovamente sottolinearlo) e la collocazione geografica (in Italia ben pochi sono i prodotti validi), Curon si attesta su di una sufficienza striminzita, risultato di una trama ancora in fase di evoluzione. Il vero turning point, infatti, arriverà quando la serie si ritroverà costretta a dare delle vere e proprie giustificazioni a ciò che è avvenuto e a ciò che sta avvenendo a Curon. Quando la logica entrerà in campo questa serie potrebbe ricevere la spallata definitiva per farle perdere aderenza e precipitare nel buio precipizio dove risiedono tutte quelle occasioni sprecate malamente.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Doppelganger
  • Il confronto tra Lucas ed il suo doppio
  • Finale di puntata
  • I “cazzo dici” di Margherita Morchio
  • Teen drama, l’ennesimo
  • Misteri, misteri, misteri
  • Dialoghi un po’ caserecci

 

Il lago, il campanile, il paesino sommerso e la nuova Curon: tutto rimane sullo sfondo di una serie che sembra brancolare nel buio sotto diversi punti di vista e che pare più interessata al lato teen che all’effettiva spiegazione di ciò che sta avvenendo in scena. A questo punto bisogna capire quanto e come Curon riuscirà a presentare in modo compiuto i propri misteri al pubblico.

 

Il Giorno Successivo 1×02 ND milioni – ND rating
L’Assassino 1×03 ND milioni – ND rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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