Designated Survivor 1×01 – PilotTEMPO DI LETTURA 5 min

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“During the State of the Union, one cabinet member is taken to an undisclosed location. In the event of a catastrophic attack on our government, that cabinet member becomes our new President. They are known as the Designated Survivor.”

David Guggenheim decide di presentare con questa intro la nuova serie ideata per la ABC e, per inciso, non è frutto dell’immaginazione dello sceneggiatore ma è una procedura reale che viene attuata ogni volta che tutti i membri più importanti del governo degli Stati Uniti si riuniscono, il tutto per minimizzare il rischio di rimanere senza governo nel caso di attentato. Lo showrunner dichiara, e dimostra, di essersi informato scrupolosamente su quali procedure verrebbero messe in atto qualora si verificasse l’evento eccezionale, finora mai accaduto, al centro di questo episodio pilota che inizia, per l’appunto, esattamente così.
Per il protagonista Kiefer Sutherland si tratta di un bel cambiamento di rotta rispetto al Jack Bauer da lui interpretato in 24 o dal padre/reporter di Touch. Da agente segreto superpotente, si trova infatti a vestire i panni di Tom Kirkman, un simpatico padre di famiglia, gentile e mite sia a casa che a lavoro, dove ricopre il ruolo di former U.S. Secretary of Housing and Urban Development. La sua pacatezza, oltre al ruolo non propriamente di primo piani nella folta schiera di segretari del governo americano, lo rendono sacrificabile nei giochi politici di Washington ed infatti, proprio per questo motivo, è preso poco sul serio da chi lo circonda, tanto da venire declassato la mattina stessa dell’attentato. Per descriverlo con le parole di David Guggenheim, “è quel caso raro di persona che non si mette in politica per cercare potere e denaro ma per aiutare gli altri”. Un misterioso attentato a Washington, dove muoiono il Presidente degli Stati Uniti e tutti i suoi più immediati successori nella catena di comando, lo catapulta da Segretario dello Sviluppo Urbanistico in via di licenziamento con un piano per le case popolari di cui, in realtà, non importa nulla a nessuno, direttamente alla Sala Ovale della Casa Bianca, come nuovo “comandante in capo del mondo libero”.
Da qui la storia rischia di prendere binari edificanti (come nel vecchio film con James Stewart “Mr. Smith Va a Washington”) ma a bilanciare il tutto con il giusto tocco di acidità ci pensano il curatore d’immagine del Presidente, incaricato di scrivergli i discorsi, e soprattutto il Generale che non vede l’ora di far scoppiare una bella guerra contro l’Iran. Si tratta ovviamente di due character costruiti ad hoc per enfatizzare la difficoltà dell’insediamento di Kirkman oltre che la differente prospettiva che si potrebbe avere dopo un evento di tale portata. Queste sottotrame sono state costruite da Guggenheim appositamente per dare alla serie un respiro più ampio, più coeso e che permettesse di conoscere e apprezzare fin da subito il character di Sutherland. In fin dei conti Designated Survivor era stata concepita e proposta a Simon Kinberg (produttore e sceneggiatore del franchise X-Men) come un film, è solo in seguito alla lettura dello script da parte di Kinberg, grande fan di The West Wing, che quest’ultimo ha suggerito a Guggenheim di convertire la sceneggiatura in una serie.
Curiosità: Kal Penn ha veramente un’esperienza di lavoro per la Casa Bianca ed è quindi consulente della serie a questo proposito. Per il suo personaggio, David Guggenheim ha previsto un ruolo in espansione.
Guggenheim fin dal principio ha deciso di optare per un duplice approccio in modo da non fornire solamente la prospettiva diretta del nuovo Presidente degli USA ma anche quella di un’agente dell’F.B.I. che, in questo modo, colmasse il gap dal punto di vista dell’azione e della ricerca sul campo circa l’attentato e gli attentatori coinvolti in quello che sembra essere il classico ma apprezzabile complotto interno. Maggie Q presta il volto all’agente che indaga per determinare i colpevoli del tragico attentato e comincia ad avere forti sospetti: facile prevedere che toccheranno a lei le parti d’azione e pericolo nelle prossime puntate, soprattutto se seguirà il suo istinto e, invece di cercar lontano, proverà a scavare vicino, ovvero nella stessa Washington.
Comunque, un notevole potenziale per le prossime puntate c’è. Per ora il nuovo presidente si è limitato a tirare fuori gli aggettivi giusti al momento giusto, tanto per dimostrare di essere bonaccione sì, ma molto meno inadatto di quanto avesse lasciato intendere. Il dialogo con l’ambasciatore iraniano è un esempio semplice e conciso della sua pragmaticità.
Anche la sua famiglia, fin qui, è stata presentata come l’immagine da manuale della felicità domestica: ci sono pure la bimba principessa e il figlio adolescente musone (opzione alternativa al bimbetto vivace e impertinente con sorella un po’ più grande zoccola). Non è escluso, però, che in futuro i suoi componenti non possano tirare fuori nuovi lati della loro personalità. Gli sceneggiatori dovranno solo fare attenzione a mantenere sempre l’equilibrio fra simpatia e pericolo, tra positività e complotti per una guerra mondiale, il tutto ovviamente a beneficio della trama orizzontale che, come ricorda il titolo, è totalmente devota a Kiefer Sutherland.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Sutherland totalmente a suo agio nel ruolo
  • Cast a supporto del “Presidente” estrememante apprezzabile
  • Il curatore d’immagine – ghostwriter dei discorsi interpretato da Kal Penn
  • La famiglia Kirkman, veramente da cartolina
  • Idea interessante e, per ora, ben articolata
  • Occhio al bilanciamento fra momenti drammatici e momenti di dolcezza
  • Il Generale guerrafondaio, classico clichè americano

 

In 24 c’era un presidente afroamericano, poi è arrivato Obama. Allora hanno introdotto un presidente donna e adesso c’è Hillary Clinton in corsa per la Casa Bianca, vedremo a novembre cosa succederà. Cambiando serie, Kiefer Sutherland non rinuncia a giocare d’anticipo ma stavolta prova a farlo introducendo un personaggio positivo, con cui empatizzare, proprio del genere di cui si lamentava la mancanza da tempo nel panorama tv. La risposta del pubblico a questa prima puntata è stata davvero buona e addirittura la rete spera di rendere lo show un punto di riferimento per una discussione a livello nazionale sulle prossime elezioni alla Casa Bianca.

 

Pilot 1×01 10.04 milioni – 2.2 rating

 

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

1 Comment

  1. OK, il Generale è scandalizzato che alla Presidenza ci sia 'il segretario alla casa'.
    E Reagan era un ATTORE che soffriva di demenza senile, DUH!
    Volendo poi proprio fare il pelo, che nell'era dei social la notizia di un simile superattentato non fosse entrato dritto anche nel club dove si trovava Caleb, fermando la festa…maddai!

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