Che ci crediate o no, l’Odissea del Divino sta per giungere al termine. Appena due episodi ci separano dal finale meno atteso di sempre e la famiglia Mason, tanto per cambiare, si trova nuovamente al centro del mirino, questa volta minacciata da una sentenza capitale priva di qualsivoglia credibilità.
Più e più volte abbiamo sottolineato la difficoltà da parte degli autori di sviluppare, nel corso di questa quinta stagione, una trama lineare e coerente – ma soprattutto che avesse a che fare con l’ormai secondaria invasione aliena – lanciandosi invece su puntate all’insegna dell’introspezione e spesso autoconclusive. Con questi due episodi la storia si ripete, stavolta però in modo non del tutto negativo. Il compito di proseguire con l’avanzamento della trama principale spetta a Dingaan e Cochise, la strana coppia alle prese con il misterioso dispositivo di comunicazione espheno; dall’altra parte invece i Mason, Weaver e le Hal’s Angels si ritrovano prigionieri del 14th Virginia, manipolo di sopravvissuti capitanati niente di meno che da una vecchia fiamma del caro Dan.
Nonostante l’importanza del segmento narrativo principale, il minutaggio pende naturalmente a favore della famiglia del Divino, al centro di una “caccia al Mason” che culminerà appunto con la sentenza di morte meno credibile nella storia della serialità televisiva. Tralasciando la parziale inutilità di questo filler in due episodi, per la prima volta Falling Skies riesce quantomeno a intrattenere, offrendo quel giusto mix tra azione e introspezione che già da qualche puntata Rodat e compari avevano provato a ricreare, fallendo miseramente episodio dopo episodio. Volendo mettere a confronto le due puntate, non vi è alcun dubbio sulla chiara superiorità dell’ottava – diretta da Noah Wyle, evidentemente Divino anche dietro la macchina da presa – non solo perché naturale conclusione di questo breve arco narrativo, ma perché effettivamente godibile in termini di intrattenimento.
Se nel settimo episodio assistiamo ad assurdità come la lista post-apocalisse dell’inutilissimo Matt o la barbara estrazione dello spuntone di Ben, senza la benché minima conseguenza a livello fisico, finalmente nell’ottavo la serie riesce a trovare il giusto equilibrio tra componente trash e coerenza narrativa su cui gli autori avrebbero dovuto puntare fin dall’inizio, evitando invece di prendersi troppo seriamente scadendo nel ridicolo.
Con Tom Mason temporaneamente fuori gioco, sarà il “semprelercio” Dan Weaver ad arrogarsi il ruolo di Divino, strangolando padroni con la cintura dei suoi pantaloni, sventando agguati in piena notte con i suoi straordinari sensi di ragno e guidando rivolte interne al reggimento per poi sperare che effettivamente nessuno dei soldati crivelli di colpi Anne e gli altri nel momento dell’esecuzione. Dopo l’ennesimo pippone pubblico da parte della moglie di Tom, così furba da ammettere di essere stata la madre del primo esemplare di bambina espheno-americana nell’unico posto al mondo dove è ancora in vigore la pena capitale, e il salvataggio guidato dal nuovamente Divino Mason, finalmente arriviamo a una serie di colpi di scena interessanti, capaci addirittura di far rinascere in noi la speranza di assistere ad un series finale quantomeno decente.
La Regina degli Espheni e King Pope, in cerca della sua dolce vendetta, potrebbero essere gli unici due elementi in grado di attutire la rovinosa caduta della serie, in picchiata ormai da quattro anni, fondamentalmente a causa della mancanza di coraggio da parte degli autori, colpevoli di non aver saputo sfruttare un’idea potenzialmente vincente, trasformando lo show nella caricatura di sè stesso.
La totale casualità che ha contraddistinto questa quinta e ultima stagione non è altro che l’ennesima conferma di quanto detto sopra, prova evidente della totale incapacità del team Rodat di seguire una rotta ben precisa, proponendo invece storielle di contorno completamente slegate tra loro e dimenticandosi totalmente di aspetti che inizialmente parevano essere fondamentali. Una su tutti la trasformazione di Tom in leader cinico e spietato, terminata subito dopo aver fatto detonare un uomo morto come diversivo, ma con tutto il rispetto cristiano che il momento richiedeva.
Infine, per la nostra gioia, al già tediosissimo triangolo amoroso Hal-Maggie-Ben si aggiunge la new entry Isabella, oramai BFF della sua rivale in amore. Con un gesto di estremo “zerbinismo” Maggie ha addirittura ammesso di aver eseguito l’operazione non per sè stessa, ma per il buon Hal, continuando tra l’altro a friendzonare il povero Ben, ancora triste per aver visto sfumare l’unica occasione per potersi portare a letto (neanche troppo consenzientemente) l’ex di suo fratello.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Respite 5×06 | 1.94 milioni – 0.5 rating |
Everybody Has Their Reasons 5×07 | 1.98 milioni – 0.5 rating |
Stalag 14th Virginia 5×08 | 1.94 milioni – 0.4 rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.