Fear The Walking Dead 2×02 – We All Fall DownTEMPO DI LETTURA 4 min

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Portland, Seattle, Vancouver. 
San Diego was burned. 
They shut down the border. No way in or out. Interior is no better than the coast. Last time I connected to Joshua Tree, ranger said Petrified Forest, gone. JT shut down soon after. That’s Cali, that’s Arizona. Zion went dark before them. 
Utah gone. Rocky Mountain station is dead. That’s Colorado. That’s the Continental Divide. 
That’s a good goddamn half the country.

Fear The Walking Dead è una serie patinata, e non è da intendersi come un complimento. Patinata nel senso che è costruita ad arte in modo da risultare appariscente e intrigante ad una prima e rapida visione (l’inizio dell’epidemia zombie e relativa caduta del mondo civilizzato), salvo poi rivelarsi ignava una volta addentratasi più nel dettaglio di eventi, personaggi e trama in generale. Con queste premesse di partenza sicuramente a chi piace la serie si storcerà il naso, perché incapace di riscontrare questa descrizione nello spin-off di The Walking Dead, tuttavia, a riprova di quanto stiamo asserendo, faremo una semplice domanda a cui ciascuno dovrà poi darsi una risposta sincera: a distanza di 8 episodi, di quanti personaggi ci si ricorda il nome senza consultare Wikipedia?
Quando si parla di telefilm o di film, l’empatia e l’affetto sono fattori determinanti per il successo perché, senza di essi, non si può far attecchire il prodotto sul pubblico. Sarà quindi normale che lo spettatore medio si ricordi il nome di un protagonista o di altri character se la serie o il film sono interessanti e appassionanti, viceversa l’attenzione generale e per i dettagli non può esserci. Chi vi scrive, personalmente, crede fermamente in quanto scritto fino ad ora e si riflette pienamente in questa descrizione tanto da poter rispondere con un sonoro “Solo due, forse” alla domanda posta poche righe più sopra.
Nick e Strand sono infatti gli unici due nomi che riecheggiano nella memoria e “fatalità” sono anche i nomi dei due character che più risultano tridimensionali ed interessanti nell’intero cast, infatti non a caso le scene migliori di “We All Fall Down” sono state quelle in cui erano presenti e protagonisti. Da un lato a tenere alta la bandiera della serie c’è il segreto di Strand che, chiaramente, ha ben altri piani invece che andare a San Diego, dall’altro il disagio misto ad integrazione di Nick tiene banco sia nella famiglia sia nell’ambiente circostante. Per tutti gli altri character invece il discorso è diverso, sfortunatamente imbarazzante per non dire negativo: i comportamenti, le azioni e i dialoghi impostati a botta e risposta di frasi fatte sono un macigno che danneggiano irrimediabilmente chiunque li esegua, ovvero tutto il resto del cast. Travis, che nei piani degli showrunner dovrebbe rappresentare il Rick Grimes della serie, infatti anche in questo episodio si dimostra totalmente privo di iniziativa, privo di mordente e soprattutto privo di credibilità. Un esempio su tutti è portato da Madison (la sua compagna) che lo sovrasta costantemente depauperandolo di quel ruolo di salvatore della propria famiglia che continua a cucirsi ingiustamente addosso e, è bene specificarlo, non è per colpa di Madison o del suo carattere quanto piuttosto per colpa dello stesso Travis, totalmente inadatto nel ruolo di leader del gruppo. Il paragone con Rick Grimes non è neanche da porsi.
“We All Fall Down” purtroppo riflette pienamente la serie stessa, infatti Fear The Walking Dead continua a non delineare un percorso narrativo da seguire passando di episodio autoconclusivo in episodio autoconclusivo. Sia chiaro, non si sta criticando la realtà complessa che un’apocalisse zombie può delineare e che è ben rimarcata dalla serie, piuttosto si denota un’assenza di “palle” nei personaggi che svilisce l’intero contesto facendo risaltare per differenza i più piccoli tentativi di creare una trama orizzontale. In tal senso ecco riemergere il segreto di Strand e la dipendenza di Nick che, unite all’imprevedibilità di Salazar, sono gli unici lati positivi della puntata e della serie stessa. Ancora troppo poco per poter apprezzare questo spin-off.
Oh si, c’è anche il nome di Alicia. Ma quello per motivi più, ehm, “carnali”.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il segreto di Strand ed il confronto con Salazar
  • Rari momenti di interesse rappresentati da Nick e Strand
  • Trama blanda e autoconclusiva
  • Travis sempre più eunuco
  • Personaggi ancora privi di mordente

 

Se al termine di questa stagione ci sarà un effettivo cambiamento nel carattere e nella profondità dei personaggi chiave (leggasi Madison e soprattutto Travis) allora la serie potrebbe mutare completamente e in meglio. Viceversa, continuando in questo modo, si arriverà ad un punto in cui tutto ciò che verrà risaltato per differenza non sarà più sufficiente neanche alla minima visione. Quel momento si chiamerà cancellazione.

 

Monster 2×01 6.67 milioni – 3.1 rating
We All Fall Down 2×02 5.58 milioni – 2.5 rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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