Fringe 4×17 – Ogni Cosa Al Suo PostoTEMPO DI LETTURA 4 min

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E dopo la puntata Astridcentrica ecco arrivare la tanto temuta Lincolncentrica.
Temuta, mai quanto quella su Astrid, ma altrettanto necessaria per riuscire a definire questo personaggio e ciò che lo sta affliggendo: Olivia. Sempre lei.
C’erano momenti nelle prime due stagioni in cui più guardavo Anna Torv e più mi chiedevo perchè diavolo fosse stata scelta per il ruolo di Olivia, forse per la sua monoespressività e per la “bravura” nel riuscire a rendere la sua interpretazione dannatamente bidimensionale, in 2D insomma. Sentivo che mancava la profondità necessaria per potersi legare a lei, per amarla e non per imprecare gli dei ogni volta che apriva bocca. Poi è arrivata la terza stagione e con essa il mio pentimento. Come Tommaso dovette toccare i buchi sulle mani di Gesù, io dovetti ricredermi guardando la magistrale interpretazione dell’Olivia Rossa e dell’Olivia Blu, cazzo se dovetti ricredermi.
Da allora non aprii più bocca sul suo modo di recitare anche se alcuni episodi di questa quarta stagione mi avevano fatto ribollire il sangue, arrivavano puntuali delle puntate in cui mi quietavo di nuovo grazie al cambiamento che si vedeva quando recitava con Joshua Jackson rispetto a quando c’era solo John Noble oppure in presenza di Seth Gabel. Sembrava che sono con Jackson si sentisse veramente a suo agio ma la sua versione Rossa, più audace e meno psicologicamente afflitta dall’esperienza giovanile, si adatta più facilmente a chiunuqe, merito appunto della bravura di Anna Torv, e in particolare c’è un certo feeling con Seth Gabel. Come ci sono arrivato io a questa deduzione, così ci sono arrivati gli autori che con questo episodio sanciscono definitivamente il rinnovamento di Fringe.
La sensazione di disagio di Lincoln, trapelata ad inizio episodio ma già chiara da diverse puntate, si tramuta in una “fuga” legalizzata verso l’altro universo dove c’è un’altra versione della sua amata Olivia ma soprattutto non c’è un Peter a rovinargli la piazza. Approfittando di uno scambio di fascicoli riguardanti Jones, si intromette in un caso fringe della realtà Rossa e, grazie alla sua ossessione sui mutaforma che avevano ucciso il suo collega, indirizza nella giusta direzione gli agenti e risolvendo il caso. Tutti felici e contenti? Non proprio.
Alzino le mani gli scontenti: vedo le mani del Colonnello Broyles e di Nina Sharpe dell’universo Rosso. Poveri cuccioli indifesi che non riescono a farla franca per l’ennesima volta… Broyles, ancora non è chiaro se sia un mutaforma o se sia una scelta sua, e è lui la spia che tutti cercano dentro la divisione Fringe e che ha causato la morte di Lincoln Rosso. Il cerchio si sta stringendo e non si sa quanto ancora possa riuscire a fare il doppio gioco in questo modo, specialmente ora che c’è un Lincoln molto meno trattabile a prendere il posto della sua controparte. Nina, che come Broyles non si sa ancora cosa sia specificamente, è stata colta con le mani nel sacco e con tutta l’attrezzatura ed i piani di Jones per merito di un mutaforma redento che si è costituito dopo che Lincoln gli ha dimostrato che era solo una cavia da laboratorio e nulla più per i progetti di David Robert Jones. E’ quindi spontanea la sua vendetta, meno spontaneo è l’aiuto che Lincoln gli offre nel suo universo ma d’altronde cercando una cura al suo status ci guadagnamo tutti, lui in primis e i nostri capendo come sono strutturati i mutaforma.
Lincoln Blu aveva visto giusto e, cogliendo la palla al balzo, riesce a trasferirsi in pianta stabile nell’universo Rosso con un intento neanche tanto velato di ricostruirsi una vita da zero ovviamente con l’altra Olivia. Se son rose (rosse) fioriranno e sennò…

 

PRO:
  • La mucca vestita da agente FBI
  • Il mutaforma redento
  • La caparbietà di Lincoln
  • Il perfetto connubio tra caso della settimana e trama orizzontale
  • Nina catturata
CONTRO:
  • Completamente esiliati dalla puntata sia Walter che Peter
  • La morte di Lincoln Rosso
  • Broyles la deve pagare il prima possibile

 

Nonostante il fatto che i veri protagonisti della serie appaiano in totale 1 minuto nell’episodio non se ne sente la mancanza in questo episodio incentrato su Lincoln che spadroneggia finalmente come merita, purtroppo solo nell’universo sbagliato. Il fatto che le carte siano state rimescolate per l’ennesima volta mi fa solo accrescere ancora di più la stima per il team di autori che si cela dietro questo capolavoro di telefilm.

 

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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