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Il titolo è un deciso indizio a dove, come e quando si svolge l’intero episodio: Liberty Island. Sede della ben più famosa Statua della Libertà è ben nota a noi fan di Fringe per essere stata la location del Ministero della Difesa del Walter Bishop dell’universo alternativo, togliete pure lo “stata” perchè la sede è ancora là ed è più utile che mai.
Il tempo passa per tutti ma è sempre un piacere rivedere le versioni “rosse” dei nostri agenti Fringe, o meglio solo una versone rossa visto che Lincoln è dell’universo blu. Ad ogni modo avevo perso ogni speranza a due episodi dalla fine di rivedere l’universo alternativo ma gli autori non hanno deluso ed ecco quindi un breve ma intenso assaggio di quella che era diventata la nostra seconda casa. A darci il benvenuto una versione più appassita ed in carne dell’agente Dunham e suo marito Lincoln, invecchiato solo nei capelli. Chi si aspettava un tuffo nel passato ne rimarrà deluso (ripeto che il budget alla fine è quello che è) ma la reunion va vista con un’ottica di ultimo omaggio a dei personaggi che hanno fatto la storia di Fringe e che non ci siamo mai dimenticati. Uno sguardo dall’altra parte non fa mai male e ci toglie lo sfizio di vedere come è proseguita la vita da quando il portale è stato chiuso ed è piacevole sapere che almeno una realtà si è salvata dalla distruzione portata dagli Osservatori.
È stato molto strano l’abbraccio tra le due Olivia, un abbraccio che fino alla fine della 3° stagione era impossibile anche solo da immaginare e che a vederlo non può non far riflettere. Da nemiche giurate a vecchie amiche che si ritrovano per l’ennesima collaborazione dopo molto, troppo tempo, e a tal proposito lo sguardo attonito di Lincoln e gli sguardi al “culo più giovane di Olivia” sono più che chiaraficanti. La visita lampo non dura molto ma è importante nell’economia di una serie che non ha mai lasciato alcun evento al caso, anzi.
A tal proposito la puntata totalmente Oliv-centrica rimette sul tavolo la questione Cortexiphan, finita nel dimenticatoio con il season finale della scorsa stagione. Olivia è l’unica che può attraversare i due mondi ma per farlo ha bisogno di una massiccia dose di Cortexiphan, cosa a cui Walter non si nega certo di far avere. Alla fine tutto finisce come deve finire: i nostri hanno ritrovato Michael e tutto procede come deve andare. Un dubbio però rimane e si chiama Donald. Gli ultimi istanti della puntata non possono non lasciare interdetti con la richiesta d’aiuto di quest’ultimo ad un altro Osservatore per la riuscita del piano.
Ad ogni modo i nodi verranno velocemente al pettine perchè con soli 40 minuti a disposizione per chiudere una serie come Fringe non c’è tempo per cincischiare con altre cose, anzi. -1.
Il tempo passa per tutti ma è sempre un piacere rivedere le versioni “rosse” dei nostri agenti Fringe, o meglio solo una versone rossa visto che Lincoln è dell’universo blu. Ad ogni modo avevo perso ogni speranza a due episodi dalla fine di rivedere l’universo alternativo ma gli autori non hanno deluso ed ecco quindi un breve ma intenso assaggio di quella che era diventata la nostra seconda casa. A darci il benvenuto una versione più appassita ed in carne dell’agente Dunham e suo marito Lincoln, invecchiato solo nei capelli. Chi si aspettava un tuffo nel passato ne rimarrà deluso (ripeto che il budget alla fine è quello che è) ma la reunion va vista con un’ottica di ultimo omaggio a dei personaggi che hanno fatto la storia di Fringe e che non ci siamo mai dimenticati. Uno sguardo dall’altra parte non fa mai male e ci toglie lo sfizio di vedere come è proseguita la vita da quando il portale è stato chiuso ed è piacevole sapere che almeno una realtà si è salvata dalla distruzione portata dagli Osservatori.
È stato molto strano l’abbraccio tra le due Olivia, un abbraccio che fino alla fine della 3° stagione era impossibile anche solo da immaginare e che a vederlo non può non far riflettere. Da nemiche giurate a vecchie amiche che si ritrovano per l’ennesima collaborazione dopo molto, troppo tempo, e a tal proposito lo sguardo attonito di Lincoln e gli sguardi al “culo più giovane di Olivia” sono più che chiaraficanti. La visita lampo non dura molto ma è importante nell’economia di una serie che non ha mai lasciato alcun evento al caso, anzi.
A tal proposito la puntata totalmente Oliv-centrica rimette sul tavolo la questione Cortexiphan, finita nel dimenticatoio con il season finale della scorsa stagione. Olivia è l’unica che può attraversare i due mondi ma per farlo ha bisogno di una massiccia dose di Cortexiphan, cosa a cui Walter non si nega certo di far avere. Alla fine tutto finisce come deve finire: i nostri hanno ritrovato Michael e tutto procede come deve andare. Un dubbio però rimane e si chiama Donald. Gli ultimi istanti della puntata non possono non lasciare interdetti con la richiesta d’aiuto di quest’ultimo ad un altro Osservatore per la riuscita del piano.
Ad ogni modo i nodi verranno velocemente al pettine perchè con soli 40 minuti a disposizione per chiudere una serie come Fringe non c’è tempo per cincischiare con altre cose, anzi. -1.
PRO:
- Piacevole reunion con Olivia Rossa e Lincoln
- Olivia ed i salti dimensionali
- Michael vs Windmark
- Dichiarazione d’amore di Peter
CONTRO:
- Troppa azione e poca riflessione, si lo so che non mi va mai bene niente
- Puntata troppo Oliv-centrica, si sente la mancanza di tempo non data a Peter e Walter
Comunque vada è stato un viaggio grandioso. 40 minuti ci separano dal season finale e (si spera) dalla liberazione del mondo dagli Osservatori. Nel frattempo incomincia il giro dei saluti e si parte dall’universo alternativo.
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.