Psicologo: “Jean, are you really being honest with yourself?”
Jean: “Well, I… I did have a moment of weakness.”
Gypsy torna (finalmente) al suo spirito originario e ritrova anche le atmosfere thriller lasciate in sospeso dalla prima puntata. C’è voluto un bel po’ in effetti ma la lentezza di questa prima stagione ha ricompensato lo spettatore, arrivato stoicamente fino a questo momento, con una puntata che lancia un bel plot twist e un cliffhanger finale che avrebbe potuto preannunciare una seconda stagione migliore (che però Netflix ha negato vista la recente cancellazione).
Il plot twist in questione era quello più prevedibile ma non privo di effetti sorprendenti: la scoperta della doppia vita di Jean/Diane e della manipolazione mentale che questa ha sempre operato nei confronti dei suoi pazienti rendendoli, di fatto i suoi burattini.
Ed è proprio in questo punto che il thriller comincia a farsi largo: la recitazione di Naomi Watts comincia ad assumere tratti diversi e le azioni del suo personaggio (che fino a questo momento si era sdoppiato nelle vesti di Jean/Diane) si fanno più machiavelliche e manipolatorie.
Tutto ciò però non basta e i nodi cominciano a venire al pettine fino ad arrivare alla sfuriata finale di Michael (Billy Crudup, attore cinematografico già navigato ma in questa serie quasi una rivelazione) che capisce il gioco perverso di quella che credeva essere una moglie con problemi di depressione ma, in fin dei conti, abbastanza gestibile. Il dialogo tra questo e Jean è il plot twist che lo spettatore aspettava da tempo.
Anche la storyline parallela della scomparsa di Allison, a cui si ricollega il cliffhanger finale, aiuta nel dare ancora più suspense alla storia e alle conseguenze che questa potrebbe avere nei confronti della vita (professionale e non) della psicoterapeuta. Peccato che tutto questo poi si esaurisca nel giro di poco tempo: la cosa che manca, ancora una volta, in questo episodio, così come in tutta la serie in realtà, è la presenza di personaggi secondari forti almeno quanto la protagonista (tanto che si potrebbe definirla un one-woman-show della stessa Watts) così che alla fine, anche questa volta, sembra che non ci siano degli ostacoli così insormontabili alle azioni di Jane e ai suoi complotti.
Lo stesso Michael dopo la sfuriata sembra più interessato a dichiarare ufficialmente il suo amore per Alexis (a cui segue relativa friendzone come una sorta di “punizione divina” per essersi ribellato alla moglie) piuttosto che denunciare il comportamento maniaco-ossessivo della moglie che ha calpestato, e non poco, il giuramento di Ippocrate.
Ma se il comprotamento di Michael può essere attribuito (forse) a un modo sbagliato di voler difendere la sua famiglia, la cosa non è accettabile da parte delle “vittime” di Jean, ossia di Sidney e Sam, i cui personaggi si comportamento troppo da burattini manipolabili, quasi non avessero una propria coscienza, totalmente asserviti alla trama e, quindi, poco sviluppati.
In questo modo la trama scivola velocemente e in maniera anche troppo prevedibile, anche se lascia numerose tracce di miglioramento che in una potenziale seconda stagione (che non ci sarà), se sviluppate bene, avrebbero potuto far finalmente decollare la trama che finora è sempre stata molto traballante.
Anche perché la serie non è girata male, anzi, in queste ultime puntate i registi che si sono avvicendati hanno saputo realizzare delle scelte visive interessanti, soprattutto per quanto riguarda le scene oniriche della protagonista. Allo stesso modo i dialoghi e gli interpreti si sono rivelati molto azzeccati.
Il difetto principale rimane comunque il ritmo di tutta la serie che è stato, spesso e ingiustificatamente, troppo lento se si considera che tutta questa prima stagione è stata giusto un’introduzione della protagonista fino ad arrivare al plot twist finale. Anche per questo motivo sarebbe stata auspicabile una seconda stagione per dare una svolta totale al racconto magari partendo proprio da questo cliffhanger di puntata. Non è stato così purtroppo per cui Gypsy rimane, ad oggi, una serie fatta a metà, con buoni spunti iniziali ma con un prodotto finale non degno delle aspettative.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Neverland 1×09 | ND milioni – ND rating |
Black Barn 1×10 | ND milioni – ND rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!