0
(0)
Dopo il successo di 13 Reasons Why pare che Netflix si sia lanciata definitivamente nella produzione di contenuti a tematica “teen”.
Del tutto normale se si pensa che negli USA, paese d’origine della piattaforma, il pubblico medio è per l’appunto quello adolescenziale. Si capisce dunque la scelta di puntare su storie che hanno come protagonisti personaggi vicini al target di riferimento (anche se gli attori rivelano sempre la loro maggiore età nonostante il make-up) concentrandosi soprattutto sui cosiddetti “superadolescenti con superproblemi”, sempre sul modello di Hannah Baker.
Così, dopo aver affrontato bullismo, suicidio, anoressia (il film To The Bone con Lily Collins) questa è la volta dell’autismo con Atypical, dramedy che ha come protagonista Sam (Keir Gilchrist) un ragazzo autistico che, come tutti gli adolescenti, ha un unico scopo nella vita: sentirsi uguale agli altri. E per riuscirci deve trovarsi una ragazza. Sembra la cosa più ovvia del mondo ma non per Sam, i cui problemi relazionali sono amplificati rispetto a quelli di un normale adolescente proprio a causa del suo spettro autistico (e soprattutto la mancanza di un guru come Marco Ferradini).
L’amplificazione dei problemi relazionali del protagonsita è un ottimo spunto per creare dialoghi e gag al limite dell’assurdo e del nonsense, il che genera uno straordinario effetto comico.
Da questo punto di vista la serie ha il merito di essere riuscita (a differenza del già ampiamente citato 13 Reasons Why) ad esprimere in maniera originale e divertente quella che potrebbe essere la vita effettiva di un ragazzo adolescente con la Sindrome di Asperger.
Altro aspetto importante è il non aver concentrato l’attenzione solo sul protagonista principale ma su tutta la sua famiglia per dare più punti di vista sulla vicenda. In questo modo la serie riesce a creare empatia anche verso il pubblico non solo adolescenziale e nella sua varietà di genere può tranquillamente essere colto e apprezzato da un pubblico ampiamente variegato. In particolare sono da lode le interpretazioni di Jennifer Jason Leigh, nei panni della madre Elsa, e di Michael Rapaport (che riesce così a disfarsi del ruolo ridicolo che aveva in “The War At Home“) in quelli del padre Doug.
La serie, pur partendo dai soliti cliché di genere (il protagonsita nerd sfigato, le “regole” per approcciarsi, il bullismo a scuola…) riesce così ad essere fresco e originale senza calcare però troppo la mano sulla “diversità” del protagonista, il quale, al contrario, risulta il meno problematico fra tutti i membri della sua famiglia, smontando così la rappresentazione problematica dell’autismo e concentrandosi invece sulla normaliità della vita di Sam, non tanto diversa da quella di un qualsiasi adolescente in cerca di attenzioni.
Proprio questa (vero)somiglianza del protagonista con le altre persone e la ricerca di “regole di convivenza e socialità” che caratterizzano tutti i protagonisti della serie (e non solo Sam) è la chiave di forza della serie. In questo modo, infatti, si offre un punto di vista che non è per nulla scontato e banale e soprattutto che non cerca pietismi o facili scorciatoie per attirare a sé il pubblico.
Ottimi ed estremamente efficaci, infine, i continui paragoni con il mondo animale (in particolare quello antartico), vera ossessione del protagonista. Questi sono un’ottima metafora per rappresentare al meglio, e far capire allo spettatore, i suoi stati d’animo. Ma rappresentano anche dei monologhi estremamente realistici in quanto una persona affetta da un disturbo simile è abituato a ragionare solo con gli argomenti di cui ha una conoscenza smisurata ed enciclopedica.
Atypical, dunque, riesce a portare lo spettatore dentro un mondo fantastico e reale allo stesso tempo parlando, in fondo, di un problema molto quotidiano: un adolescente che cerca il vero amore!
Del tutto normale se si pensa che negli USA, paese d’origine della piattaforma, il pubblico medio è per l’appunto quello adolescenziale. Si capisce dunque la scelta di puntare su storie che hanno come protagonisti personaggi vicini al target di riferimento (anche se gli attori rivelano sempre la loro maggiore età nonostante il make-up) concentrandosi soprattutto sui cosiddetti “superadolescenti con superproblemi”, sempre sul modello di Hannah Baker.
Così, dopo aver affrontato bullismo, suicidio, anoressia (il film To The Bone con Lily Collins) questa è la volta dell’autismo con Atypical, dramedy che ha come protagonista Sam (Keir Gilchrist) un ragazzo autistico che, come tutti gli adolescenti, ha un unico scopo nella vita: sentirsi uguale agli altri. E per riuscirci deve trovarsi una ragazza. Sembra la cosa più ovvia del mondo ma non per Sam, i cui problemi relazionali sono amplificati rispetto a quelli di un normale adolescente proprio a causa del suo spettro autistico (e soprattutto la mancanza di un guru come Marco Ferradini).
L’amplificazione dei problemi relazionali del protagonsita è un ottimo spunto per creare dialoghi e gag al limite dell’assurdo e del nonsense, il che genera uno straordinario effetto comico.
Da questo punto di vista la serie ha il merito di essere riuscita (a differenza del già ampiamente citato 13 Reasons Why) ad esprimere in maniera originale e divertente quella che potrebbe essere la vita effettiva di un ragazzo adolescente con la Sindrome di Asperger.
Altro aspetto importante è il non aver concentrato l’attenzione solo sul protagonista principale ma su tutta la sua famiglia per dare più punti di vista sulla vicenda. In questo modo la serie riesce a creare empatia anche verso il pubblico non solo adolescenziale e nella sua varietà di genere può tranquillamente essere colto e apprezzato da un pubblico ampiamente variegato. In particolare sono da lode le interpretazioni di Jennifer Jason Leigh, nei panni della madre Elsa, e di Michael Rapaport (che riesce così a disfarsi del ruolo ridicolo che aveva in “The War At Home“) in quelli del padre Doug.
La serie, pur partendo dai soliti cliché di genere (il protagonsita nerd sfigato, le “regole” per approcciarsi, il bullismo a scuola…) riesce così ad essere fresco e originale senza calcare però troppo la mano sulla “diversità” del protagonista, il quale, al contrario, risulta il meno problematico fra tutti i membri della sua famiglia, smontando così la rappresentazione problematica dell’autismo e concentrandosi invece sulla normaliità della vita di Sam, non tanto diversa da quella di un qualsiasi adolescente in cerca di attenzioni.
Proprio questa (vero)somiglianza del protagonista con le altre persone e la ricerca di “regole di convivenza e socialità” che caratterizzano tutti i protagonisti della serie (e non solo Sam) è la chiave di forza della serie. In questo modo, infatti, si offre un punto di vista che non è per nulla scontato e banale e soprattutto che non cerca pietismi o facili scorciatoie per attirare a sé il pubblico.
Ottimi ed estremamente efficaci, infine, i continui paragoni con il mondo animale (in particolare quello antartico), vera ossessione del protagonista. Questi sono un’ottima metafora per rappresentare al meglio, e far capire allo spettatore, i suoi stati d’animo. Ma rappresentano anche dei monologhi estremamente realistici in quanto una persona affetta da un disturbo simile è abituato a ragionare solo con gli argomenti di cui ha una conoscenza smisurata ed enciclopedica.
Atypical, dunque, riesce a portare lo spettatore dentro un mondo fantastico e reale allo stesso tempo parlando, in fondo, di un problema molto quotidiano: un adolescente che cerca il vero amore!
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Nuova serie originale di Netflix che tratta del mondo adolescenziale, stavolta dal punto di vista di un ragazzo autistico, Sam, che cerca disperatamente qualcuna con cui fidanzarsi. Ottimo mix di commedia e dramma, Atypical si candida per essere una delle migliori sorprese per questa stagione estiva.
Antartica 1×01 | ND milioni – ND rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!