“Troppo scomoda Modesta per gli anni Settanta italiani. Una donna senza “morale”, capace di uccidere per arrivare ai suoi obiettivi, che desidera, che vive la sessualità senza inibizioni, che non esita a rompere convenzioni e ruoli sociali, come sarebbe potuta passare nell’Italia democristiana ancora in lotta per il divorzio, l’aborto…?”
(Nathalie Castagné, traduttrice de L’Arte Della Gioia in Cronistoria di alcuni rifiuti editoriali dell’Arte Della Gioia)
Basterebbero queste semplici parole per spiegare come mai un piccolo capolavoro della letteratura come L’Arte Della Gioia della scrittrice Goliarda Sapienza sia rimasto pressoché sconosciuto al grande pubblico, almeno fino a quest’anno. Complice la ricorrenza del centenario della scrittrice, Sky ha infatti deciso di prendere il suo romanzo più famoso e di trasporlo in questa nuova serie tv che vede al suo interno nomi di un certo livello.
A partire dalla stessa regista, produttrice e sceneggiatrice principale, ovvero l’attrice Valeria Golino, senza cui tale prodotto non si sarebbe mai realizzato, e che ne ha permesso, inoltre, una distribuzione di un certo tipo, con la presentazione ufficiale dei primi due episodi direttamente al Festival di Cannes 2024.
Dal 28 febbraio 2025, invece, la serie è ora disponibile anche su Sky dove si appresta a diventare uno dei prodotti più interessanti di questo periodo, mettendo in mostra un inedito coming-of-age al femminile che promette di far sicuramente discutere.
MODESTA E L’ARTE DELLA GIOIA
Modesta: “È vero, ho rubato. Ho sempre rubato la mia parte di gioia. A tutto e a tutti.”
Protagonista della serie è Modesta (Tecla Insolia), unica sopravvissuta ad un incendio che le ha portato via tutta la sua famiglia. Accolta in un convento di suore dalla Badessa Madre Leonora (Jasmine Trinca) con l’intenzione di trovarle presto una famiglia, ben presto Modesta entra nelle grazie proprio della Badessa, che decide di tenerla con sé nel convento per farla diventare una di loro.
Ma Modesta nonostante il nome si rivela ben poco addomesticabile. E soprattutto si rivela desiderosa di apprendere e di conoscere il mondo. E, per farlo, non esita a sfruttare proprio i sentimenti che la Badessa prova per lei, incominciando quella che diventa una vera e propria relazione saffica con lei, anche se sempre tenuta a distanza dalla stessa. Fino ad un cliffhanger finale che apre un nuovo capitolo nella vita (e nella relazione) delle due. Il tutto viene narrato in maniera impeccabile alternando flashback del passato di Modesta in cui la versione “ufficiale” della sua tragedia familiare viene ben presto ribaltata.
Si tratta di un personaggio femminile complesso e sfaccettato nella sua “primitività”, interpretato abilmente da un’ottima Tecla Insolia, e impreziosita da monologhi diretti in camera che ne accrescono l’empatia con lo spettatore.
REGIA E COLONNA SONORA
Questo primo episodio, dunque, compie ottimamente il suo dovere di introduzione alla storia principale. Viene mostrata fin da subito la protagonista principale ed è chiaro fin da subito il suo percorso di formazione. La regia della Golino gioca molto sui primi piani e su soggettive che cambiano a seconda del passaggio di Modesta da bambina all’adolescenza. Appare evidente che l’obiettivo è mostrare il suo punto di vista sugli avvenimenti che le accadono, senza per forza volerne dare un giudizio morale.
In particolare è il suo percorso sentimentale-sessuale ad avere più minutaggio, essendo il motore principale degli eventi. Va però detto che la regia, da questo punto di vista, non scade mai nella scabrosità esplicita, ma rimane sempre su un erotismo molto più platonico nella sua poetica, e nascondendo le scene più forti con manierismi registici degni di nota. Alla regia si unisce anche la colonna sonora, realizzata da Tóti Guðnason (noto per le colonne sonore di Lamb e Soldado). Da segnalare anche la sigla dei titoli di coda realizzata dal duo di musicisti-artisti Donato Dozzy e Anna Caragnano, che crea la giusta atmosfera onirica e inquietante allo stesso tempo. Dunque perfetta per la storia in questione.
CONCLUSIONI
Modesta: “Loro avevano Dio, io volevo la vita. E alla vita loro opponevano parole come male, inferno, obbedienza, peccato. Anche io le ripetevo con solerzia, ma solo per essere accettata.“
L’introduzione alla storia e al mondo di Modesta, almeno in questo primo episodio, potrebbe risultare a tratti prevedibile. Tuttavia l’unione delle maestranze in gioco (regia, musica, scenografia, costumi e così via) e il cast più azzeccato, lo rendono un’ottima introduzione alla vicenda orizzontale. Viene così rappresentato un personaggio davvero inusuale per i canoni delle serie italiane, non tanto per il suo femminismo esplicito, quanto per il cinismo che dimostra nelle sue azioni, che la rendono un character assolutamente interessante e anti-convenzionale.
Se il resto dello show dovesse proseguire in questa direzione non sarebbe sbagliato affermare che ci si trova di fronte ad una nuova possibile “amica geniale“. Certamente il cliffhanger finale lascia aperte molte porte, e sarà interessante vedere come si evolverà Modesta in questo particolare percorso di formazione ambientato nella Sicilia dei primi del 900.
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Dal famoso romanzo di Goliarda Sapienza, la regista e produttrice Valeria Golino mette in scena L’Arte Della Gioia. Protagonista un’ottima Tecla Insolia che incarna perfettamente Modesta: personaggio che, nonostante il nome, si dimostra ben più sfaccettato e meno innocente di quanto possa sembrare.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!