Proseguono gli episodi di questa terza stagione e lentamente sta venendo fuori quello che probabilmente sarà il suo leitmotiv: la presa di coscienza di ogni singolo protagonista e il conseguente allontanamento degli altri, alla ricerca delle proprie profonde motivazioni.
Cominciando da Cameron, l’acquisizione della Swap Meet da parte di Mutiny permette di capire lo stato d’animo di quella che è ancora, in base al suo comportamento impulsivo, una ragazza che non riesce a maturare.
Dietro lo scontro con Doug e Craig, su quale linguaggio di programmazione usare negli sviluppi futuri, si nasconde l’ostinata difesa che fa di se stessa, quella parte più bambina e quindi innocente, rappresentata dal codice scritto solo da lei all’inizio, non ancora contaminato dagli altri, sintomo dei suoi fallimenti relazionali precedenti. Questo muro viene spazzato via dalla telefonata del patrigno che le annuncia lo sgombero della cantina della sua casa natale, il luogo dove sono tutti i suoi ricordi di bambina legati al padre scomparso, forse l’unico che l’ha fatta sentire amata. L’ancora a cui appendersi per ricordare a se stessa chi è e quali sono i suoi desideri.
In questo lungo processo di presa di coscienza, fatto anche di compromessi, decide di licenziare Doug e Craig accogliendo però i loro suggerimenti.
Chi ne fa le spese di questa decisione è Donna, costretta, nel ruolo di portavoce, ad informare lei Diane della decisione di Cameron.
Donna è il personaggio di questa stagione che forse fatica un po’ a trovare una direzione. Al momento sembra essere in balia dei caratteri impulsivi delle persone che la circondano e ne condizionano inevitabilmente la vita.
La bugia che racconta a Cameron a fine episodio (l’impossibilità di licenziare i due per decisione di Diane) denota la volontà di non subire più le scelte scellerate della sua collega, andando però a rompere la promessa fatta pochi episodi fa, quella di dirsi sempre la verità in modo da evitare fraintendimenti.
Gordon intanto sta perdendo il controllo della sua vita e del suo ruolo all’interno del mondo che lo circonda.
Se in famiglia, con Donna soprattutto, fatica a sentirsi utile, cerca allora di investire energie nel suo ruolo di capo operativo a lavoro, andando a riconquistare quell’autorevolezza all’interno di Mutiny; gruppo costituito da proto-geek, dediti all’anarchia molto spesso camuffata da creatività.
La scelta di coinvolgere in un gioco di squadra con il laser game si rivela utile soprattutto per lui, concedendosi quella valvola di sfogo, non distruttiva stavolta, di cui forse era in disperata ricerca.
Passando a Bos, la sua parabola sta evolvendo verso quello che forse risulta essere il personaggio più interessante della stagione. Sufficientemente dentro alla dinamiche da esserne partecipe, ma abbastanza distante da poterle vivere al meglio, assumendo il ruolo di guida e punto di vista privilegiato per lo spettatore. Per esempio lui al momento è il solo che riesce ad interagire con Joe senza uscirne piegato dal suo fascino, durante il party in cui ha accompagnato la possibile nuova fiamma Diane.
Ed è proprio nei party come questo dove Joe MacMillan sfoggia le sue notevoli e ammalianti capacità comunicative. La stessa Diane rimane stregata dalle sue dote, riproponendo uno schema che è forse uno dei motivi di interesse che suscita questa serie: Joe MacMillan stesso e la sua affascinante ambiguità.
Peccato però che Joe viva e soffra di un perenne stato di oscillazione tra momenti di euforia e profonde insicurezze. Come Cameron, non riesce ancora a parlare con la sua parte più intima senza rimanerne scottato. Peggio ancora se qualcuno osa entrarvici giudicandolo implacabilmente. A tal proposito, i commenti omofobi dal senior executive della General Atomics.
E quasi per compensare il dolore dell’offesa arrecata, si butta in un nuovo ambiguo progetto coinvolgendo la sua vittima di questa stagione, Ryan, andando a ripetere il suo solito schema comportamentale, dalle conseguenze nefaste e imprevedibili.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Flipping The Switch 3×03 | 0.39 milioni – 0.1 rating |
Rules of Honorable Play 3×04 | 0.31 milioni – 0.1 rating |
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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.