“I heard there was a secret chord
that David played and please the Lord
but you don’t really care for music, do ya?
It goes like this, the forth the fifth
the minor fall and the major lifts
the baffled king composed hallelujah (…)
Your faith was strong, but you needed proof
you saw her bathing on the roof
her beauty and the moonlight overthrew ya (…)”
(Leonard Cohen, Hallelujah)
Per capire pienamente il significato della scena finale di questo episodio, occorre fare un veloce ripasso su alcune figure bibliche. I versi immortali di Leonard Cohen rendono l’opera molto più piacevole.
Nel modo più sintetico possibile: Saul era stato unto re d’Israele. Un giorno gli venne ordinato da Dio di sterminare una popolazione di nemici, gli Amaleciti, ma egli ne risparmiò il re e alcuni fra i più pregiati capi di bestiame, “per far degno sacrificio” all’Altissimo. Fu aspramente rimproverato dal profeta Samuele (quello usato come esempio di vocazione in qualsiasi catechismo per cresimandi che si rispetti, invecchiato nel frattempo), perché “Dio vuole il cuore, non olocausti”. Avendo così disobbedito alla voce del Signore, Saul fu abbandonato da Samuele che non gli parlò più e iniziò a venire tormentato da “demoni interiori”. Qui bisogna capire la contrapposizione tra voce di Dio, da cui nasce sempre e solo il bene, ed invece i falsi profeti, che causano deragliamenti dalla retta via. Il re, dunque, aveva delle crisi e riusciva a calmarlo solo il giovane Davide, suonando l’arpa.
Il ragazzo poi uccise con la fionda il gigante Golia, iniziò a far carriera nell’esercito, la gente saltava e ballava al ritmo dei tamburelli cantando “Saul ne ha uccisi mille, ma Davide diecimila” e a Saul questo non piaceva. Provò a far uccidere Davide, ma lui era il nuovo Unto del Signore. Era infatti stato prescelto, anche se non era né il più anziano né il più muscoloso dei figli di Jesse (il tipo “biondo, con dei begli occhi e di gentile aspetto” tira da allora… e sono passati circa 3000 anni).
Divenuto re d’Israele, Davide s’innamorò di Betsabea, che, credendo o facendo finta di credere che non ci fosse nessuno, faceva il bagno su di una terrazza. Piccolo problema: lei era già sposata col generale Uria. Soluzione: mandare Uria in prima linea, per farlo ammazzare meglio ed in effetti il poveretto morì. Betsabea divenne così una delle mogli di Davide e da loro nacque Salomone, che fece costruire il tempio di Gerusalemme (di cui oggi rimane solo il Muro del Pianto). Il Signore, però, tutto vede e tutto sa: mandò il profeta Nathan ad ammonire il re adultero e lui si pentì, componendo il salmo Miserere. Quando si trattano questi argomenti a catechismo, viene spesso fatto notare come non occorra essere eccezionali e sempre perfetti, per essere i prescelti di Dio e come anche da un brutto peccato possa nascere il bene: Salomone, infatti, fu un re glorioso e sapiente. Addirittura la regina di Saba partì dall’Africa per conoscerlo, attirata dalla sua fama. Secondo la leggenda, da loro nacque Menelik, da cui vantavano di discendere i re d’Etiopia fino ad Hailé Selassié, morto nel 1975.
Basta infine ricordare un altro pezzo forte del catechismo per i cresimandi: Salomone chiese in dono al Signore la sapienza e l’Altissimo gliela concesse. Per questo dava giudizi particolarmente saggi ed equi (ai tempi, infatti, in molte culture mediorientali il re era anche giudice).
Alla luce di quanto detto, diventa molto più semplice inquadrare la storia di un giudice di tribunale, discendente dalla più importante famiglia della città, che ha visioni del figlio morto, in versione bambino, da cui ricava informazioni su cose che non poteva sapere. Il giudice in questione avrà anche una discendenza con sangue africano, ma d’altronde Pernell ha paragonato più volte se stesso proprio a Salomone, con K.D. come Benaia, cioè il suo valoroso generale. Si capiscono anche i rimproveri di P.J. al padre, per non aver ucciso i suoi assassini.
A questo proposito, il fronteggiamento tra il giudice Harris e il capo dei poliziotti corrotti può essere messo a confronto con quello fra Crystal e la escort Teresa, le “due mogli”. La cifra di quest’ultimo è la raffinatezza, a partire dall’ambientazione, con una perfetta contrapposizione di bianchi e neri, già presente nel colore della pelle e del vestito delle due signore. Il dialogo del presente episodio, invece, fa molto più “sfida all’O.K. Corral”, per lo scenario in cui si svolge e l’abbigliamento dei personaggi, ma si conclude con un patteggiamento per non farsi troppo male a vicenda. Resta da vedere se, al momento decisivo, i patti saranno rispettati da tutte le parti in causa.
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The Last Thing Left 2×08 | ND milioni – ND rating |
What A Man Can Be 2×09 | ND milioni – ND rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).