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Anche questa volta How To Get Away With Murder frega tutti. Eppure lo stile della serie dovrebbe ormai essere ben consolidato nella mente dello spettatore, consapevole che spesso e volentieri il vero colpevole di tutte le intricate vicende risulta essere il personaggio che meno ci si sarebbe aspettati. Ma a quanto pare, non abbiamo ancora imparato a stare dietro al prodotto di Peter Nowalk.
Sarà anche colpa di tutti quegli arzigogolati eventi e improbabili “colpi di scena” che animano la serie e di cui ci si è ampiamente lamentati nelle scorse recensioni, ma stare dietro a qualsiasi possibilità che esuli dal percorso presentato, appare spesso difficile da immaginare, portando lo spettatore a perdersi nei complicati e a volte no sense intrighi mostrati, lasciando per strada la possibilità di sospettare dei personaggi che passano in secondo piano anche a livello di trama. Adesso, bisognerà di certo capire se quanto affermato dalla Governatrice sia vero o se la donna stia tentando di mettere in atto un’ulteriore diversivo ma, a conti fatti, la rivelazione finale di questo episodio è riuscita ad ottenere un bell’effetto sorpresa. Se risulterà vera e soprattutto se giocata bene dando un senso alle motivazioni dietro l’omicidio, questa scoperta che vede Emmet Crawford il mandante dell’omicidio di Lahey senior, potrà rendere ampiamente interessanti gli ultimi due episodi rimasti.
Sarà anche colpa di tutti quegli arzigogolati eventi e improbabili “colpi di scena” che animano la serie e di cui ci si è ampiamente lamentati nelle scorse recensioni, ma stare dietro a qualsiasi possibilità che esuli dal percorso presentato, appare spesso difficile da immaginare, portando lo spettatore a perdersi nei complicati e a volte no sense intrighi mostrati, lasciando per strada la possibilità di sospettare dei personaggi che passano in secondo piano anche a livello di trama. Adesso, bisognerà di certo capire se quanto affermato dalla Governatrice sia vero o se la donna stia tentando di mettere in atto un’ulteriore diversivo ma, a conti fatti, la rivelazione finale di questo episodio è riuscita ad ottenere un bell’effetto sorpresa. Se risulterà vera e soprattutto se giocata bene dando un senso alle motivazioni dietro l’omicidio, questa scoperta che vede Emmet Crawford il mandante dell’omicidio di Lahey senior, potrà rendere ampiamente interessanti gli ultimi due episodi rimasti.
Annalise: “[…] I’m gonna be left here to do what? Save everyone else, even if it kills me? What about me saving myself?”
Ophelia: “Only by saving everyone else can you save you.”
Colpo a sorpresa finale a parte, però, “Where Are Your Parents?” non si presenta come un episodio da ricordare e questo, considerato il sopraggiungere del season finale tra sole due puntate, non è di certo un elemento favorevole.
L’episodio si trascina tra visite di madri, soliti drammi interni e quell’immancabile sovrapposizione di fatti e personaggi che non lasciano capire mai quale sia l’essenza di ciò che sta realmente avvenendo.
La visita della madre di Annalise è un passaggio che ormai avviene ogni stagione, risultando sempre una presenza positiva che dà anche modo alla stessa Keating di dar sfogo a pensieri ed emozioni che altrimenti non lascerebbe venir fuori con nessun altro.
Di minore spessore, invece, è risultata la visita della madre di Connor che ovviamente all’oscuro di tutto il caos che vede coinvolto il figlio, non apporta granché alla causa; forse buttata nella mischia per cercare di smorzare l’aria cupa che si respirava nella casa dei ragazzi, tuttavia, l’effetto non ha lasciato il segno, soprattutto quando ci si ricorda che personaggi come Connor o Michaela potrebbero regalare molto di più con le loro storie personali se solo sfruttati a dovere. Parlando dei ragazzi, poi, rimane del tutto da capire la posizione di Laurel che presa da una forte vena materna potrebbe essere seriamente sulla via di combinare un bel disastro.
La parte più tragica dell’episodio, tuttavia, si è presentata nel momento in cui Bonnie ha pronunciato le parole “I’m a week late” lasciando entrare nel panico per le conseguenze che una situazione del genere avrebbe portato all’interno della serie: il dramma alla sua massima potenza si sarebbe scaraventato sugli episodi successivi, regalando una deprimente storyline di cui è meglio fare a meno. Per fortuna, il dubbio è stato fugato subito, non trascinandolo per più di un episodio e questa gravidanza è stata risparmiata.
Infine, bisogna mettere sotto la lente d’ingrandimento un personaggio che, ancora adesso, non si riesce bene ad inquadrare. Tegan è inizialmente apparsa come fuori dal grande gioco della trama orizzontale stagionale, ma pian piano la si è trovata nel mezzo come una trottola, non ben chiaro da quale parte stesse andando. Adesso il suo aiutare Annalise dovrebbe consacrarla in una buona posizione nel quadro generale dei personaggi, sperando che non ci siano altri colpi di scena che facciano riconsiderare ancora la sua posizione. Che qui non si sa mai.
L’episodio si trascina tra visite di madri, soliti drammi interni e quell’immancabile sovrapposizione di fatti e personaggi che non lasciano capire mai quale sia l’essenza di ciò che sta realmente avvenendo.
La visita della madre di Annalise è un passaggio che ormai avviene ogni stagione, risultando sempre una presenza positiva che dà anche modo alla stessa Keating di dar sfogo a pensieri ed emozioni che altrimenti non lascerebbe venir fuori con nessun altro.
Di minore spessore, invece, è risultata la visita della madre di Connor che ovviamente all’oscuro di tutto il caos che vede coinvolto il figlio, non apporta granché alla causa; forse buttata nella mischia per cercare di smorzare l’aria cupa che si respirava nella casa dei ragazzi, tuttavia, l’effetto non ha lasciato il segno, soprattutto quando ci si ricorda che personaggi come Connor o Michaela potrebbero regalare molto di più con le loro storie personali se solo sfruttati a dovere. Parlando dei ragazzi, poi, rimane del tutto da capire la posizione di Laurel che presa da una forte vena materna potrebbe essere seriamente sulla via di combinare un bel disastro.
La parte più tragica dell’episodio, tuttavia, si è presentata nel momento in cui Bonnie ha pronunciato le parole “I’m a week late” lasciando entrare nel panico per le conseguenze che una situazione del genere avrebbe portato all’interno della serie: il dramma alla sua massima potenza si sarebbe scaraventato sugli episodi successivi, regalando una deprimente storyline di cui è meglio fare a meno. Per fortuna, il dubbio è stato fugato subito, non trascinandolo per più di un episodio e questa gravidanza è stata risparmiata.
Infine, bisogna mettere sotto la lente d’ingrandimento un personaggio che, ancora adesso, non si riesce bene ad inquadrare. Tegan è inizialmente apparsa come fuori dal grande gioco della trama orizzontale stagionale, ma pian piano la si è trovata nel mezzo come una trottola, non ben chiaro da quale parte stesse andando. Adesso il suo aiutare Annalise dovrebbe consacrarla in una buona posizione nel quadro generale dei personaggi, sperando che non ci siano altri colpi di scena che facciano riconsiderare ancora la sua posizione. Che qui non si sa mai.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un episodio che continua a disseminare caos ma che, a meno due dal season finale, rischiava di non lasciare niente di importante dietro di sé. La rivelazione finale salva la baracca e, se risulterà vera, potrà dare nuova linfa agli ultimi episodi.
We Know Everything 5×12 | 2.74 milioni – 0.6 rating |
Where Are Your Parents? 5×13 | 2.57 milioni – 0.6 rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.