Hunters 2×07 – The HomeTEMPO DI LETTURA 4 min

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Hunters 2x07 RecensioneCi sarebbero da spendere fiumi di parole sul trattamento riservato da Amazon Prime Video ad uno dei suoi prodotti original più promettenti dopo la prima stagione. Ma ormai giunti al penultimo episodio della serie, vedendo ciò che David Weil ha messo in piedi con “The Home” diventa superfluo approfondire temi e aspetti produttivi quando il prodotto, nel culmine del climax, è ciò che è stato presentato.

PERCHÈ ORA?


La prima domanda che balza in mente allo spettatore dopo circa quindici minuti, appena ci si accorge che questo flashback non è una parte dell’episodio ma copre l’episodio intero è proprio “perché?”.
Questa seconda stagione finora è apparsa caratterizzata da (pochi) alti e (molti) bassi, rispettivamente le scene in cui appare Jennifer Jason Leigh e quando invece non c’è. Dopo cinque episodi e mezzo dettati dall’immobilismo puro, e appesantiti maggiormente dalla storyline su Meyer che non ha portato da nessuna parte, finalmente in “Only the Dead” c’era stato un guizzo, con la cattura di Adolf Hitler.
Quindi perché nel momento di massimo pathos e tensione gli autori scelgono di staccare la spina per un intero episodio e dedicarsi a mostrare una specie di one-shot che poco c’entra con tutto il resto? Volendo farla per forza, una cosa del genere si poteva accettare ad inizio stagione, magari comprimendola un po’ senza farlo sembrare un cortometraggio totalmente estemporaneo al discorso. Senza spiegazione.

PERCHÈ COSÌ?


Uno degli aspetti apprezzabili di Hunters era il suo essere una storia di personaggi di nazionalità diverse, culture diverse e, di conseguenza, linguaggi diversi. Dunque, se per due stagioni circa i tedeschi parlano tedesco, che senso ha che in questo episodio i tedeschi cominciano a parlare inglese tra di loro?
Proseguendo, ci sarebbe da chiedersi anche come abbiano fatto gli ebrei nascosti nella casa a tenere in silenzio il figlio dell’ufficiale delle SS per due giorni ininterrotti nascondendolo dai propri genitori. Tuttavia, c’è da dire che la questione linguistica è una scelta in fase di scrittura forse più grave di una semplice forzatura di trama.
Infine, volendo accettare l’episodio per quel che è e commentando ciò che si vede, smarcandolo dal contesto, l’idea alla base appare addirittura carina, meritevole forse di un cortometraggio a parte, nonostante il surrealismo di fondo che permea il tutto e che lo fa apparire al pari di una favoletta di guerra. Tuttavia è innegabile che in fase di montaggio si poteva agire diversamente, dando un significato alla rivelazione dei numerosi ebrei rifugiati sotto il pavimento e tra le mura di casa, piuttosto che comunicarlo allo spettatore così a caso, tra un’inquadratura e l’altra, come fossero un pezzo di mobilio dell’edificio qualsiasi.

PERCHÈ FARLO?


Questa è certamente la domanda più difficile a cui rispondere. La soluzione semplice, che probabilmente coincide con la verità, è che è stata realizzata per giustificare il deus ex machina che compare dal nulla ad un episodio dal termine dello show. Una scelta in stile La Casa di Carta, che, giunto ad un punto complicato della narrazione, sceglie di crearsi una scappatoia, giustificandola nel momento in cui viene a galla, agendo retroattivamente con flashback o introducendo nuovi personaggi che hanno l’unica caratterizzazione di servire a risolvere quello snodo di trama per poi essere buttati nel dimenticatoio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Bello questo cortometraggio, peccato che quel salto temporale nel futuro in cui un ragazzo trascina Adolf Hitler su una barca non è chiaro
  • Perchè i tedeschi parlano inglese dicendo anche alcune frasi in tedesco per poi tornare a parlare inglese?
  • Come si fa a tenere un bambino nascosto dai propri genitori in casa per due giorni?
  • Un episodio speso per giustificare un deus ex machina che poteva essere realizzato in molti altri modi più semplici da gestire
  • Come sprecare un episodio su otto ad un passo dalla fine

 

Il voto non può che essere ampiamente insufficiente per un episodio che, se venisse saltato, non apporterebbe grossi problemi alla visione complessiva. L’aggravante è il fatto che certamente i piani originali per Hunters non prevedevano sole due stagioni, con questa che è il risultato di una compressione generale della storia, e che quindi rende ancor più difficile accettare un episodio di pausa più totale. La scelta ricade su un Burn e non un Kill Them All per il semplice motivo che, guardando questo episodio come se appartenesse ad una serie di carattere più antologico (tipo Atlanta), probabilmente risulterebbe pure divertente.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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