Il plot-twist è una svolta improvvisa nella trama, spesso usata per meravigliare lo spettatore e invogliarlo a proseguire la visione. Nel corso degli anni molti prodotti televisivi e cinematografici hanno adoperato impropriamente questo espediente narrativo utilizzandolo unicamente per shockare chi guarda, non concentrandosi sulla cosa più importante: rimanere coerenti con la trama generale. Nonostante ciò, non tutti questi “avvenimenti improvvisi” sono un male, anzi, a volte sono proprio ciò che serve per risvegliare l’attenzione di chi guarda, permettendo alla trama di rinfrescarsi e rinnovarsi. Il duo Marvel/Netflix non è nuovo a questo genere di espedienti narrativi, basti pensare alle morti di Ben Urich e Cottonmouth rispettivamente in Daredevil e Luke Cage, che avevano dato un bello scossone alla storia, stravolgendo le carte in tavola.
La morte di Alexandra è quindi un fulmine a ciel sereno molto gradito, che giunge però dopo una puntata statica e tecnicamente ferma. Nonostante la regia e la fotografia siano rimaste impeccabilmente uguali a quelle degli scorsi episodi, a subire un cambiamento è il ritmo che, confrontato con i primi cinque capitoli della saga dei Defenders, pare rallentato, facendosi sentire a tratti monotono e pesante, non facendo percepire allo spettatore i vari cambiamenti nel mezzo, per poi salvarsi con l’accelerata finale.
Ma se prima si è parlato della scena portante di questo episodio, è giusto parlare anche della protagonista di tale sequenza. Quando negli anni ’80 Frank Miller creò Elektra, la sua intenzione era quella di dare vita ad un personaggio tragico e ambivalente che giocasse due ruoli fondamentali nella vita del Diavolo di Hell’s Kitchen: quello di amante e quello di nemica, ruoli opposti e vicini che avrebbero poi sconvolto la vita dell’avvocato sia psicologicamente che fisicamente. Le rappresentazioni sul grande schermo viste in Daredevil (2003) e nello spin-off Elektra erano state una grande delusione sia per il pubblico che per la critica, fino a quando nella seconda stagione della trasposizione Netflix di Daredevil era stata introdotta la versione di Elodie Yung; una rappresentazione che torna a fare la sua figura in questa prima stagione, ed in particolare in questo episodio del cross-over, esplicitando al meglio la complessità e la drammaticità del personaggio. Come è giusto che sia però ogni cosa ha i suoi difetti, ed anche qui ciò che fa storcere il naso è il livello di potenza della combattente greca poiché, per quanto fosse stata addestrata dai migliori maestri, sconfiggere quattro supereroi e uccidere un maestro di arti marziali (ci mancherai, Stick) non dovrebbe essere così facile.
A lasciarci le penne non è però solo il burbero mentore di Matthew, ma anche Alexandra, un personaggio ben scritto e sicuramente ben interpretato dalla bravissima Sigourney Weaver che però, vuoi per la sua prematura dipartita o per la mancanza di ulteriore spessore psicologico, non riesce a raggiungere il podio di Kingpin e Killgrave.
Un altro personaggio che ancora non riesce a raggiungere il suo pieno potenziale è sicuramente Danny, character travagliato che ha suscitato molto scalpore, con la critica che lo sminuiva riducendolo ad una macchietta simbolo del potere bianco ed il pubblico diviso a metà tra chi lo amava e chi lo odiava. Durante il corso della prima stagione di Iron Fist, così come in questi episodi, il personaggio è stato criticato per la sua arroganza ed il suo comportamento infantile, atteggiamento fastidioso ma necessario a sancire il passaggio dall’attuale “adolescenza mentale” ad un possibile futuro da supereroe adulto e maturo che forse sarà possibile vedere nei prossimi episodi o nella seconda stagione del Pugno d’acciaio. Sarà quindi necessario aspettare ancora un po’ di tempo prima di vedere il Danny ormai perfettamente formato dei fumetti, ma nel frattempo lo spettatore può continuare ad odiarlo grazie a delle battute taglienti partorite dalle menti degli sceneggiatori dette da ogni personaggio che incontra: una gogna pubblica che farà impazzire di gioia chi odia con tutto il cuore Finn Jones ed il suo personaggio, ma che alla lunga diventa imbarazzante e ripetitiva e fa chiedere il perché non abbiano impiegato più tempo ad approfondirlo che a prenderlo in giro.
- “The Iron Fist is a weapon, not a key“. Citazioni e riferimento alla testata Iron Fist: The Living Weapon.
- Quando Danny si riferisce a lui e Luke come “Luke Cage and the Iron Fist“, questa è ovviamente una diretta citazione alla serie che hanno condiviso intitolata Power Man And Iron Fist.
- Quando Matt Murdock si mette a suonare al pianoforte, accenna la sigla di Marvel’s Daredevil.
- Questa è la prima volta in cui viene detto che Matt sa suonare il piano. Venne a Frank Miller l’idea di far suonare al personaggio uno strumento per far capire quanto egli usasse i suoi poteri anche nella vita di tutti i giorni e per veicolare semplici azioni.
- Luke Cage sta leggendo Il New York Bulletin, giornale per cui lavora Karen Page e in cui lavorava Ben Urich. Il NYB sarebbe il Daily Bugle del Marvel Cinematic Universe. Il cambio di nome venne apportato perché, nel momento in cui la serie venne approvata dai vertici, i diritti riguardati l’Uomo Ragno e tutto il suo sottobosco narrativo erano ancora interamente in mano alla Sony; quando poi avvenne l’accordo tra la Sony e i Marvel Studios, ormai Marvel’s Daredevil era già bello che avviato e in fase di completamento. Nonostante l’introduzione e il rilascio del film Spider-Man: Homecoming, non c’è ancora nessun Daily Bugle.
- Il luogo in cui avviene la conversazione tra Alexandra e Elektra è il Green-Wood Cemetery, luogo già noto agli spettatori di Marvel’s Daredevil perché è il luogo in cui venne arrestato il Punitore.
- Anche nei fumetti Elektra diventa leader della Mano. Accade su Wolverine #25 del 2005.
- Il titolo è un riferimento alla locuzione latina usata nei funerali “cenere alla cenere“.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Take Shelter 1×05 | ND milioni – ND rating |
Ashes, Ashes 1×06 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.