Kiseiju – La Zona Grigia 1×01 – Episodio 1TEMPO DI LETTURA 4 min

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Recensione Kiseiju La Zona Grigia 1x01In una piccola città della Corea del Sud non meglio specificata, durante un festival EDM in uno stadio, un misterioso parassita alieno si impadronisce del cervello di un giovane umano rendendolo meno umano e molto zombie alieno. Il mostriciattolo parassita è capace di usare le onde cerebrali dell’ospite per individuare i propri simili con conseguenze che ben possiamo immaginare. Un plot decisamente abusato, se non fosse che Kiseiju – La Zona Grigia serie originale Netflix, piattaforma da sempre molto sensibile alle novità cinematografiche sud coreane, è un adattamento di uno storico fumetto manga dal titolo Kiseiju – L’Ospite Indesiderato scritto e disegnato da Hitoshi Iwaaki, fumettista giapponese che qua compare anche come sceneggiatore, pubblicato nel lontano Ottobre 1989, quando i vari The Last Of Us/Helix/The Strain, che condividono con Kiseiju la presenza di parassiti e corpi ospitanti, non erano ancora stati nemmeno immaginati nella mente dei rispettivi autori.

NON TROPPO BODY HORROR


Per spiegare quanto il manga di Iwaaki fosse innovativo, basta ricordare quanto venne apprezzato da Rumiko Takahashi, la character designer di Lamù e Ranma, che descrisse l’opera di Iwaaki come il fumetto giapponese che univa lacrime e amore con un’umanità fuori dal comune. Caratteristica che viene mantenuta anche in questa miniserie, super ricca di body horror, azione e di una drammaticità a tratti sconvolgente.
La scena iniziale, che compare ancor prima della sigla, regala fin da subito la trasformazione di un giovane umano in mostro. La testa che si apre in vari tentacoli è ottimamente resa (e piace pensare che la CGI sia volutamente posticcia) e farebbe impallidire tutti i tecnici della post produzione di The Last Of Us. Di fronte ad un ineccepibile reparto tecnico per una serie tv del genere, lo spettatore potrebbe aspettarsi qualche caduta di stile qua e là ma il pilot riesce bene in tutti i settori e fin da subito la sceneggiatura, scritta dallo stesso regista Yeong Sang-ho assieme all’autore del manga e a Ryu Yong-jae, delinea le due trame principali senza soffermarsi in sottotrame comunque accennate ma che non appesantiscono la visione durante i 60 minuti.
Altro punto a favore della miniserie di sei puntate è quello di non essersi solo ispirata al fumetto originale essendo in realtà uno spin-off ambientato pochi mesi dopo l’invasione descritta nel manga di Iwaaki. Stratagemma che permette di limitare le critiche della fanbase che avrebbe comunque potuto trovare difetti e scelte di cast non conformi come già successo nel, già troppe volte citato in questa recensione, The Last Of Us.

NON TROPPO MANGA


Kiseiju – La Zona Grigia riesce a espandere i temi del manga non copiandoli ma traendo spunto da ciò che aveva funzionato nel manga. Così la larva aliena della miniserie non si annida nella mano del protagonista, ma in una parte del cervello di Jeonh Su-in (Jeong So-nee) non riuscendo a divorare completamente l’ospite ed instaurando con la giovane cassiera del supermercato un rapporto simbiotico unico (alla Dr. Jekyll e Mr. Hyde) che sembra essere il vero centro dell’opera.
D’altro canto con è ancora chiaro chi saranno i veri villain, se le teste umane aliene e la loro associazione segreta per governare il mondo o piuttosto il Grey Team, una task forse guidata da Choi Jun-Kyung (Lee Jung-hyun), una risoluta agente governativa capace di passare sopra a qualsiasi morale pur di combattere gli umani-teste di polipo.

THRILLER VIBES


Questo piccolo pilot gioiello è diretto da Yeon Sang-ho, noto agli amanti degli zombie movie per aver dato vita cinematografica ad piccolo capolavoro del genere zombie horror sudcoreano osannato dalla critica: Train To Busan. Anche nel lungometraggio ambientato nei claustrofobici vagoni di un treno dal quale era impossibile fuggire, la contaminazione era continua, imminente e quasi ineluttabile, ma più di tutto in ambedue i prodotti si trova una similitudine nel riuscire a trattare storie particolarmente empatizzabili infilate in contesti tipicamente horror.
Se in Train To Busan, le relazioni parentali davano sviluppo al dramma, in Kiseiju – La Zona Grigia è il rapporto borderline che si instaura tra la protagonista e l’ospite indesiderato che riesce a tenere lo spettatore legato allo schermo. Lo spostamento delle vibes dall’horror delle mostruose trasformazioni alla suspense psicologica riesce a mantenere alte le aspettative per un secondo episodio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Effetti speciali soddisfacenti
  • Incipit efficace 
  • La relazione simbiotica protagonista-parassita
  • Amplia i temi del manga non copiandoli ma espandendo una nuova trama
  • Il doppiaggio italiano toglie molto all’opera originale

 

Pilot accattivante. Per gli appassionati del genere non c’è motivo di non continuare la visione.

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Membro Onorario della Generazione X. Dal 1994 si aggira nei corridoi dell'archivio degli X-Files senza trovare l'uscita. Da piccola fingeva di avere la febbre per rimanere a casa da scuola a guardare gli episodi di Hazzard. Capisce poco di Cinema ma ci prova.

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