Il quarto episodio di The Regime dà un’accelerata alla narrazione così potente che fa il giro e torna (quasi) all’equilibrio precedente. Alla fine dell’episodio infatti lo spettatore si trova in una situazione tutto sommato simile a quella dell’episodio precedente: Herbert rientra nei favori di Elena, il marito esautorato lo era già prima di assistere alla scena di sesso davanti ai suoi occhi, un oppositore politico che si credeva fuori dai giochi è effettivamente morto, dopo una visita di falsa cortesia i temuti ribelli vengono bloccati con l’inganno prima ancora che diventino effettivamente dei ribelli.
Tra personaggi nuovi che vengono subito eliminati, follie e autoritarismo della Cancelliera, psicopatia e violenza del Butcher, un altro episodio di questo strambo show volge al termine lasciando solo due elementi che potrebbero diventare centrali negli ultimi due episodi: le proteste crescenti (e il piano di Elena affinché lo siano veramente per poterle reprimere) e la possibilità di tradimento di Agnes.
UNA PROTAGONISTA PARTICOLARE
Il ritratto del regime autoritario della Cancelliera si arricchisce di nuove connotazioni topiche: imprigionamento dei nemici con relativa macchina del fango per sviare l’opinione pubblica, telegiornali infarciti di fake news e racconti falsati della realtà, altoparlanti che trasmettono discorsi deliranti della stessa tiranna, repressione delle proteste.
Nel caso della Cancelliera di The Regime però vengono aggiunte tutta una serie di stranezze e ossessioni portate al limite dell’assurdo e oltre. Dalla fobia della muffa con cui si apre sostanzialmente la prima puntata, alla percezione sballata della temperatura tanto da far gelare tutti quelli intorno a lei, al lasciarsi andare ad un momento di passione a dir poco inopportuno con il suo spasimante davanti a collaboratori e marito. Il personaggio interpretato da Kate Winslet è un mix tra una dittatrice e una star hollywoodiana, a tratti riverita e a tratti temuta.
C’è da chiedersi se la scrittura di un personaggio assurdo, quasi ridicolo in certi atteggiamenti, sia forse una scelta consapevole per tentare di renderlo un po’ particolare (altrimenti sarebbe semplicemente un governante autoritario e la storia non avrebbe un piglio particolarmente originale). Oppure probabilmente necessaria per introdurre elementi di comicità che facciano da contrasto con la drammaticità della storyline e di alcune scene molto forti.
HUGH GRANT: SI POTEVA SFRUTTARE MEGLIO?
Sicuramente la buona recitazione non manca in questa serie, e in particolare in questa puntata, dove a fare da contraltare alla sempre ottima Kate Winslet, che pare proprio divertirsi in questo ruolo, arriva il buon Hugh Grant a fare da co-protagonista. Recentemente visto in un ruolo ben diverso, quello dell’Umpa Lumpa in Wonka per il quale non ha espresso un particolare apprezzamento, chissà cosa direbbe del fatto che in The Regime il suo personaggio viene introdotto ed eliminato in un unico episodio.
Sebbene sia il movente per Elena per riprendere con sé Herbert, e quindi per far riprendere la trama della loro improbabile attrazione, è indubbio che sia un peccato che un interprete e un personaggio dimostratisi molto interessanti nel poco screen time a disposizione, vengano messi alla porta. Proprio perché la qualità della recitazione è un aspetto positivo dello show, che non può invece vantare una scrittura particolarmente brillante e una storia indimenticabile, sarebbe forse stato saggio appoggiarsi all’ingresso a sorpresa del vecchio primo ministro interpretato da Grant, per dare un twist interessante alla narrazione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Regime prova a dare una svolta positiva ad un prodotto finora deludente con l’introduzione di un personaggio ed un interprete interessante, ma se ne libera forse troppo presto per tornare alla sua debole storia, con tutte le sue stranezze.
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