The Regime, anche in questo “The Heroes’ Banquet”, conferma i difetti rilevati nella precedente recensione.
Elena Verhnam e Herbert Zubak sono due psicopatici. A lui, soprattutto, non giova l’essersi ritrovato in una posizione di grande potere. Nella tensione fra i due c’è sicuramente un elemento sessuale, ma non sfocia in un’esplicita relazione carnale né in una storia romantica. Insomma, niente che possa anche vagamente attirare loro le simpatie del pubblico.
I richiami alla storia e all’attualità continuano, capaci più di inquietare che di suscitare risate liberatorie. Proprio nell’episodio in oggetto, si fanno più disturbanti che mai. In tale contesto, il banchetto in onore del defunto padre di Elena rappresenta un elemento sorprendente. Il suo lato macabro è quasi degno della famiglia Addams, per quanto gli invitati non siano una famiglia legata da un affetto profondo.
IL CORRIDOIO DI FABAN
Per fortuna, la narrazione prende l’abbrivio e acquista ritmo. Anche qui, comunque, c’è poco da stare allegri. Mentre da un lato la Cancelliera è occupata in una campagna di “orgoglio rurale” e autarchico nella sua nazione, decide di invadere il Corridoio di Faban, appartenente ad uno stato confinante. Le motivazioni accampate sono etniche e nazionalistiche. Senza volersi addentrare nell’analisi di avvenimenti molto più recenti, basti pensare a Hitler e ai Sudeti. Le campagne rurali e autarchiche erano invece un grande cavallo di battaglia di Mussolini.
Nel contesto dello show, in verità, si intuisce il piacere della vendetta da parte di Zubak, che porta tutti a vivere come viveva lui “quando non aveva niente”.
Queste scelte certo non giovano alla Cancelliera per recuperare il benessere psicofisico e spirituale. In compenso, attirano sulla sua nazione le prevedibili ostilità degli stati stranieri, fra cui l’America.
IL BANCHETTO DEGLI EROI
La festa per l’avvenuta annessione del corridoio di Faban si rivela squallida, pur sotto la patina luccicante. Colpa soprattutto del presentatore – intrattenitore e delle sue tremende battute. Se la satira fatta bene dovrebbe far ridere per primo chi ne è il bersaglio, non ne azzecca una.
L’unica utilità della serata sta nella crisi epilettica provocata al piccolo Oscar dalle luci stroboscopiche. Questo genera un avanzamento di trama e offre l’occasione per lodare il lavoro di Andrea Riseborough nel ruolo di Agnes, la governante del palazzo presidenziale.
A questo proposito, si spera verrà spiegato, nelle prossime puntate, perché Elena Vernham si considera “co – genitore” del bambino. Potrebbero derivarne spunti molto interessanti.
Per ora, invece, dialoghi e sceneggiatura hanno preferito concentrarsi sulla questione economica, vero elefante nella stanza. Per dirla con le esatte parole usate nell’episodio in oggetto, non si può essere allo stesso tempo Robin Hood e governatore.
UNA SVOLTA INASPETTATA
Proprio mentre la serie arriva a metà percorso (sono previsti infatti sei episodi), giunge il colpo di scena. La Cancelliera “si annoia” di Zubak e lo fa arrestare, senza motivo apparente.
Questo apre tutto un ventaglio di possibilità per le prossime puntate. Finora, tutto sommato, il militare è sembrato fornire in qualche modo un argine alle paranoie e alle ipocondrie di Elena. I problemi mentali della Cancelliera potrebbero dilagare. Per non parlare di un eventuale tentativo di vendetta dello stesso Zubak per il torto subito.
Nulla, almeno per il momento, si può dedurre dal titolo del prossimo episodio: Midnight Feast sembra suggerire uno degli eventi mondani di alto profilo di cui la narrazione è punteggiata, ma nulla più.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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L’invasione del Corridoio di Faban accelera i ritmi e rende più sopportabili i difetti che la serie non accenna a voler emendare. I due personaggi principali, sostanzialmente, fanno male tutto ciò che fanno e il loro massimo contatto fisico è allenarsi insieme in palestra, con qualche goffaggine da parte di lei.
Resta da vedere se, nelle prossime puntate, il vederli l’uno contro l’altro produrrà effetti migliori rispetto ad una quasi obbligata azione in sintonia. Il quarto episodio, quindi, ha già il sapore di ultima chiamata per uno show che sta viaggiando al di sotto delle aspettative.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).