Il Problema Dei 3 Corpi 1×02 – Costa RossaTEMPO DI LETTURA 5 min

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Il Problema Dei 3 Corpi 1x02 recensioneA giudicare da quanto visto anche in questa puntata e facendo riferimento a quanto visto anche nel pilot, la costruzione degli episodi della serie sembra essere abbastanza delineata: il presente è il fulcro della trama, ma i vari flashback nel passato sono necessari per colmare quei buchi narrativi che sono volutamente presenti nella storia. Anche perché, come sembra da quanto visto in “Costa Rossa”, una specifica scelta di Ye Wenjie è la causa di quanto sta avvenendo nel presente.
Chi scrive queste righe non ha letto né il romanzo omonimo scritto da Liu Cixin né ovviamente (perché sarebbe folle e stupido), gli altri due sequel The Dark Forest (arrivato in italiano con il titolo fuorviante La Materia Del Cosmo) e Death’s End (tradotto ancora una volta all’italiana in La Quarta Dimensione), però si è ovviamente informato circa le differenze tra la versione cartacea e quella di Netflix.
Bisogna ammettere che, se già esiste una difficoltà lapalissiana nell’adattare un romanzo al piccolo o grande schermo, la sfida con la storia di Cixin è ancora più complessa perché consta di realtà virtuali, alieni che stanno per arrivare sulla Terra e una quantità smodata di teorie scientifiche da dover tradurre in maniera semplicistica per tutta quella serie di persone la stragrande maggioranza del pubblico (anche quantificabile come il 99,99999%).

???: “DO NOT ANSWER. DO NOT ANSWER. DO NOT ANSWER.
I AM A PACIFIST IN THIS WORLD.
YOU ARE LUCKY THAT I AM THE FIRST TO RECEIVE YOUR MESSAGE.
I AM WARNING YOU: DO NOT ANSWER.
IF YOU RESPOND, WE WILL COME.
YOUR WORLD WILL BE CONQUERED.
DO NOT ANSWER.

Ye Wenjie: COME. WE CANNOT SAVE OUSELVES. I WILL HELP YOU CONQUER THIS WORLD.

LE DIFFERENZE (NEGATIVE) TRA SERIE TV E ROMANZO


Anche se bisogna ammettere che la trama rimane molto complicata, dopo la visione di questo secondo episodio l’adattamento può dirsi di successo in quanto riesce a tenere lo spettatore incollato allo schermo nonostante la difficoltà insita nel materiale iniziale. È un’affermazione volutamente esagerata in quanto non si dovrebbe dire niente del genere dopo aver visto solo due degli otto episodi della serie, dato che la possibilità che vada tutto a rotoli è sempre dietro l’angolo, però la sensazione che il livello qualitativo rimarrà costante (e magari migliori addirittura) c’è.
A tal proposito, per rendere più digeribile il tutto, alcuni dei cambiamenti apportati da Benioff e Weiss possono dirsi piuttosto di successo, mentre altri sono stati bypassati per tenere il ritmo più alto e limitare la complessità della narrazione, purtroppo facendo perdere di tridimensionalità alcuni character. Magari non quello che i lettori della trilogia avrebbero voluto vedere, ma comunque comprensibile.
Appartengono a quest’ultima categoria i cambiamenti relativi a Ye Wenjie e ai vari flashback perché, anche se rimane piuttosto evidente il pericolo e le difficoltà personali vissute dalla donna che ha infranto diversi ordini, nel romanzo il suo character è decisamente più sfaccettato (e seguono spoiler del romanzo che non sono stati inseriti nella trama della serie tv) tanto da diventare un’assassina arrivando ad uccidere due uomini, di cui uno è suo marito, per mantenere il segreto di aver lanciato il segnale.
Ye Wenjie nella visione di Benioff, Weiss e Woo è sì caparbia e determinata, ma se messa a confronto con la sua versione cartacea manca sicuramente di mordente. Chiaramente la scelta di tagliare questa storyline è dovuta ad una questione di tempo, ma a posteriori ne avrebbe giovato.
Altro elemento che avrebbe meritato più spazio è il “blinking” del cielo, un momento assurdo e praticamente inspiegabile che avrebbe dovuto mandare via di testa il mondo intero e che invece non viene minimamente discusso. Il tutto facendolo passare completamente in secondo (se non terzo) piano, perdendo ulteriormente quella profondità narrativa che invece sarebbe servita. È completamente irrealistico che una cosa simile non crei alcun tipo di reazione nella vita quotidiana delle persone normali, così come in quelle degli scienziati protagonisti che comunque non ne discutono poi molto.

Welcome to Civilization 137, Copernicus.

LE DIFFERENZE (POSITIVE) TRA SERIE TV E ROMANZO


Per quanto riguarda i cambiamenti positivi, Benioff e Weiss (insieme ad Alexander Woo) hanno compiuto una scelta piuttosto audace andando a prendere il protagonista del romanzo, Wang Miao (qui le battute sui gatti si sprecheranno), dividendolo in tre character che sono Auggie Salazar (Eiza González), Jack Rooney (John Bradley) e Jin Cheng (Jess Hong). Le motivazioni dietro questa scelta arrivano direttamente da Liu Cixin in seguito alle critiche ricevute dal primo libro in merito ad un protagonista troppo passivo e utile solo per “subire” la trama e non “viverla”, motivo per cui negli altri due sequel è stato pian piano sostituito.
Benioff, Weiss e Woo avevano quindi due possibilità: mantenere il protagonista rendendolo più carismatico o optare per un’altra soluzione, e hanno optato per la seconda. A giudizio di chi scrive questa è probabilmente la scelta più complessa ma anche quella che a livello seriale può essere più utile perché divide le esperienze di un singolo personaggio moltiplicando le possibilità che il pubblico possa potenzialmente apprezzare questa complessità. Infatti, se si considerano le decine di scienziati morti, ha molto più senso che ci sia una comunità di scienziati che vive in prima persona diverse esperienze, ricreando quell’effetto puzzle che funziona sempre molto bene in storie complesse come questa.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Resa visiva, specialmente per il momento della disidratazione/reidratazione dei corpi
  • Utilizzo intelligente dei flashback per aiutare a capire il presente
  • I character principali funzionano piuttosto bene e sono facilmente empatizzabili
  • Le spiegazioni scientifiche, anche se complesse, continuano ad essere rese in maniera comprensibile per chiunque
  • Nessuna reazione per quanto riguarda l’effetto delle stelle che si accendono e spengono nel cielo notturno, una grossa mancanza che sarebbe dovuta essere analizzata
  • Alcuni dettagli del romanzo avrebbero aiutato nella profondità, così come prendersi un po’ più tempo in alcuni punti avrebbe aiutato a dare più tridimensionalità a certi character

 

Un secondo episodio convincente, anche se non privo di difetti soprattutto dal punto di vista della profondità narrativa, continua a tenere alta l’asticella di questo adattamento. Considerando la complessità del materiale originale ci si può definire comunque molto soddisfatti anche se il Bless Them All è lontano.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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