“Elena will deliver her farewell address live through social media, and directly following the outgoing Chancellor’s address, a, uh, motorcade will come and take you from the palace to parliament. Once there in parliament, you will give a speech swearing your allegiance to our constitution and announce the formation of your government.”
The Regime è stato, sin dall’inizio, un’allegoria – a volte troppo sopra le righe – dei regimi novecenteschi dell’Europa centro-orientale, con alcuni rimandi anche alla Russia contemporanea. Di conseguenza, era inevitabile arrivasse il momento che ha posto fine a tutti i sopracitati governi non democratici: la rivolta popolare e la fuga dell’autocrate.
In questo caso, il rimando più immediato è alla Romania di Nicolae Ceausescu. Nel novembre 1989, la forze di sicurezza rumene repressero nel sangue alcune manifestazioni anti-governative a Timisoara. Ciò scatenò un vasto movimento di protesta che culminò con l’assalto al palazzo presidenziale il 22 dicembre, ossia poco prima di Natale. Ceausescu e la moglie fuggirono tramite un elicottero appostato sul tetto del palazzo, ma questa scelta si rivelò fatale. Dato che lo spazio aereo era chiuso, l’elicottero dovette fermarsi ben presto, e i coniugi furono costretti a una fuga senza meta nel bel mezzo della campagna romena. Inevitabilmente, furono catturati e consegnati all’esercito. Il loro destino a seguito dell’arresto è ben noto.
Più fortunati furono, invece, i membri del governo che scapparono tramite i tunnel sotterranei del palazzo. Il parallelismo con gli eventi di questo episodio sono, dunque, piuttosto evidenti.
NATALE
Un elemento tipico dei regimi autocratici prossimi alla fine è il distaccamento del capo di Stato dalla realtà. Continuando con l’esempio di Ceausescu, il 21 dicembre 1989 il dittatore organizzò una manifestazione pro-governativa per mostrare forza e unità e smorzare le proteste. Durante il discorso, Ceausescu rimase visibilmente sconvolto quando ascoltò il boato di disapprovazione e contestazione della folla.
Similmente, Elena Vernham è ancora convinta che il popolo la ami e, per questo motivo, registra video pop in cui augura ai concittadini un buon Natale. Per di più, incurante della carestia che sta colpendo il Westgate, fa riferimento a una lussuriosa cena tradizionale a base di pesce. Un chiaro rimando, in questo caso, alla celebre frase ‘Che mangino brioches‘, la quale viene erroneamente attribuita alla regina Maria Antonietta.
Quello che emerge, dunque, è una persona che vive in un mondo tutto suo, in cui il popolo deve amarla a prescindere dalle condizioni materiali in cui vive. Nel celebre monologo della Locura, lo sceneggiatore interpretato da Valerio Aprea utilizza la frase ‘Un paese di musichette mentre fuori c’è la morte‘. La scena iniziale dell’episodio, in cui si prepara la cena della Vigilia di Natale mentre in sottofondo si sentono le esplosioni causati dai bombardamenti nei pressi del palazzo, ha ricordato la situazione descritta in uno dei momenti più iconici di Boris.
FEDELTÀ
Nel momento in cui un regime autocratico sembra sul punto di cadere, la fedeltà dei ministri e dei funzionari inevitabilmente finisce per scomparire. Come descritto nel libro ‘The Dictator’s Handbook‘, uno degli aspetti che favoriscono la longevità dei regimi è la capacità – da parte dell’autocrate – di garantire benefici non a tutto il popolo, bensì al gruppo di persone che è fondamentale per il mantenimento del potere.
In un contesto, dunque, in cui l’economia è in rovina, la guerra civile divampa e la Presidente non sembra neanche rendersene conto, quali benefici possono essere forniti ai ministri e ai capi dell’industria? Sostanzialmente nessuno. Per questo motivo, non devono sorprendere i discorsi in merito alla deposizione della Presidente, oppure il tradimento finale avvenuto nel momento della fuga.
Quando i rivoltosi assaltano e invadono il palazzo presidenziale, il regime è inevitabilmente finito. Di conseguenza, la Presidente smette di essere il fulcro del potere e rimane soltanto Elena Vernham, una donna fortemente disprezzata da chiunque gli sia attorno – ad eccezione del Caporale.
LA FUGA
Dopo essere stati abbandonati e traditi dai membri del governo, Elena e Zubak rimangono soli in un palazzo pieno di persone che li voglio uccidere. A differenza di Ceausecu, i due protagonisti proveranno a fuggire dai sotterranei perché non sono riusciti a prendere l’elicottero. Questo, dunque, potrebbe garantire la loro salvezza, così come accadde ai ministri del governo romeno nel 1989.
Nonostante ciò, molto difficilmente ci sarà un lieto fine. Come indicato più volte nel corso delle recensioni, la Presidente e il Caporale sono due psicopatici e due persone orribili. Considerando anche lo stile narrativo adottato sino ad ora, non è immaginabile che il finale preveda una serena vita da esuli per i due innamorati.
Chi non avrà sicuramente un lieto fine è Agnes, probabilmente l’unica persona per bene dell’intero show (in aggiunta al piccolo Oskar). La sua storyline – culminata nella tragica sequenza finale – rappresenta senza dubbio il momento più drammatico dello show. In un universo di character che dovrebbero essere quantomeno in carcere, Agnes e Oskar meritavano sicuramente un destino meno avverso.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Come, let the revolution take its toll
If you could flick the switch and open your third eye
You’d see that we should never be afraid to die
It’s time the fat cats had a heart attack
You know that their time’s coming to an end
We have to unify and watch our flag ascend”
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.