Fallout 1×02 – The TargetTEMPO DI LETTURA 4 min

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Fallout 1x02 recensioneIl team creativo dietro questo secondo episodio è esattamente lo stesso del primo e rimarrà invariato anche per il terzo di Fallout: Jonathan Nolan alla regia impegnato a coordinare in scena le volontà lasciate per iscritto dal duo Geneva Robertson-Dworet & Graham Wagner. Un team che si è già guadagnato un meritatissimo Bless Them All nella scorsa recensione e che, spoiler, continuerà la striscia positiva anche con questo “The Target” che però non è immune da alcuni difettucci che non lo rendono perfetto.
Certo, il lavoro fatto per riunire tutti i personaggi introdotti nel pilot viene portato avanti in maniera encomiabile ma va anche tenuta d’occhio la modalità molto (leggasi: fin troppo) leggera con cui tutti i vari character si inseguono e si incontrano infine a Filly. Perché se durante la visione tutto scorre liscio ed è più che piacevole, soffermandocisi sui dettagli, ci sono un paio di cose che non tornano. Dettagli, per carità, però una volta notati non si può più tornare indietro, un po’ come quando si nota il pelo di un neo e poi non si smette più di fissarlo.

Dr. Siggi Wilzig:Before the war, people joked about cockroaches surviving a nuclear blast. But they didn’t merely survive, they improved: enlarged thorax to ward off attack, extended antennae in order to hunt in packs, incisors to help ingest larger prey. Such as yourself.

TUTTE LE STRADE PORTANO A FILLY


Una difficoltà generale di tutte le serie tv e film è sempre stata quella di gestire diversi personaggi sparsi in un territorio, vuoi per la componente temporale da tenere a mente, vuoi perché (vedi in Game Of Thrones o Il Signore Degli Anelli: Gli Anelli Del Potere) la mappa è ben nota e la gente può facilmente trovare incongruenze. Fallout non ha il secondo problema ma ha comunque il primo.
Chi si aspettava un lento avvicinamento dei vari character sarà rimasto piacevolmente stupito per la repentinità con cui sono stati radunati tutti improvvisamente (e con una facilità impressionante) nello stesso posto, manco avessero condiviso la propria posizione con il GPS. Una scelta che va in controtendenza con lo stile classico di tutte le serie tv ma che, bisogna ammettere, non dispiace affatto vedere anche se, appunto, il modo in cui viene realizzato è molto alla carlona con personaggi che casualmente si incontrano nel cuore della notte (Dr. Siggi Wilzig e Lucy), altri che finiscono di fronte alla stessa grotta (Dr. Siggi Wilzig, Maximus e Titus) e poi nello stesso posto a Filly, altri ancora che aspettano, per pura coincidenza, proprio a Filly (Ghoul/Cooper Howard). Con il topic della sopravvivenza citato a più riprese, si sarebbe potuto fare un po’ di più, specialmente con Lucy che cammina per mezza California/Nevada priva di acqua e senza mai incontrare mostri.
E questo è un po’ il modus operandi di un film sui supereroi, quando la cavalleria arriva proprio al momento giusto, i personaggi hanno praticamente una calamita addosso e fondamentalmente il pubblico apprezza perché il tempo è un po’ quello che è e bisogna accelerare i vari incontri. Scontato dire che i due showrunner e sceneggiatori, Geneva Robertson-Dworet (Captain Marvel, Tomb Raider) e Graham Wagner (Portlandia, Baskets, Silicon Valley), hanno sicuramente preso ispirazione dai lavori precedenti della Robertson-Dworet per approcciarsi a questo episodio.

GHOUL, BOTTE E SANGUE


Ad ogni modo, questo è un episodio che di fatto segna la fine del prologo iniziale: tutti i character si incontrano, viene dato uno scopo e una direzione più chiara alla protagonista (Lucy), si formano le prime alleanze (Lucy-Maximus, Lucy-Dr. Siggi Wilzig), e poi scappa il primo morto eccellente (per chi scrive è un colpo al cuore non indifferente).
“The Target” è anche creato ad hoc per approfondire tutti i diversi character, in primis Maximus e il Ghoul (ma ovviamente anche il Dr. Siggi Wilzig), che non hanno avuto materialmente tempo e spazio nel pilot. Un percorso obbligatiorio che serve per stringere quel legame con il pubblico che deve necessariamente essere creato se si vuole avere quel certo livello di engagement alla base di una nuova serie tv. Vuoi per un ritmo molto alto, vuoi per dei dialoghi spicci ma azzeccati, vuoi per lo scontro a Filly che è chiaramente il punto più alto dell’episodio, il risultato finale è esattamente quello auspicato e la connessione con i vari character arriva ad un livello tale che quasi ci si augura un’alleanza tra il Ghoul e Maximus.
A proposito di quest’ultimo, Aaron Moten non convince appieno per il momento ed è l’unico character su cui il team di sceneggiatori dovrà lavorare più duramente perché, pur venendo dipinto come “uno dei buoni”, poi le sue azioni implicano un altro tipo di indole che poco si confà con la sua aura. Però bisogna dargli il beneficio del dubbio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Flashback iniziale per presentare il Dr. Siggi Wilzig
  • Lo scontro tra le varie fazioni a Filly e un’ottima regia di Jonathan Nolan
  • Ritmo piuttosto alto e pochissimi momenti morti
  • Easter eggs direttamente dai videogiochi
  • Aspettative distrutte per chi si aspettava un ruolo più centrale di Michael Emerson in seguito al trailer
  • In un’ambientazione molto ampia, tutti i personaggi compiono in pratica lo stesso percorso, il ché è inverosimile e anche un po’ banale
  • Aaron Moten non convince totalmente

 

Un secondo episodio votato alle dinamiche tra i personaggi che accelera la narrazione in modi inaspettati. Avrebbe fatto comodo avere un po’ più di coerenza a livello geografico e temporale ma non si può avere tutto.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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