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Fallout 1×01 – The EndTEMPO DI LETTURA 7 min

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Recensione Fallout 1x01 Amazon Prime Pilot

War never changes.

I live-action basati sui videogiochi, soprattutto se si parla di prodotti televisivi, si trovano indubbiamente in un momento di notevole prosperità. Si era già parlato, in occasione dell’uscita di The Last Of Us, di un immaginario spartiacque creatosi dopo l’uscita del suddetto adattamento videoludico targato HBO; spartiacque che, per forza di cose, ha alzato irrimediabilmente l’asticella per quanto riguarda la qualità dei prodotti ispirati a videogiochi, finalmente in grado di incontrare il gusto non soltanto del pubblico ma anche della critica.
Questa tendenza a proporre serie televisive di alto livello, che nulla hanno da invidiare in termini non soltanto di budget ma anche di qualità visiva, a prodotti eminentemente cinematografici, sembra quindi essersi finalmente consolidata, e un esempio lampante è rappresentato proprio da Fallout, serie TV in otto puntate disponibile su Prime Video a partire dall’11 Aprile 2024.
La serie sviluppata prodotta da Jonathan Nolan e Lisa Joy, già creatori di Westworld, ma creata dal duo Geneva Robertson-Dworet (Captain Marvel, Tomb Raider) e Graham Wagner (Portlandia, Baskets, Silicon Valley) è ambientata 219 anni dopo un’apocalisse nucleare che ha spazzato via gran parte del territorio degli Stati Uniti, costringendo l’umanità a rifugiarsi in strutture sotterranee conosciute come Vault (non dimenticatevi di andare a fare un giro nel Vault di Fabrizio sul canale YouTube di Recenserie). Nonostante la difficile sfida di trasformare un videogioco così amato come Fallout in un prodotto televisivo, il risultato, al netto di quanto visto in questo primo episodio, può già dirsi un pieno successo.
Uno dei franchise più celebri della Bethesda trova così nuova vita sullo schermo e, nonostante le iniziali perplessità riguardo al suo adattamento, la trama originale creata dai coniugi Nolan riesce a fondersi in modo del tutto armonioso con l’universo dei videogiochi, quasi come si trattasse di un nuovo capitolo della saga. Un risultato ottenuto grazie soprattutto all’abilità dimostrata nel non limitarsi a riproporre le trame dei capitoli videoludici, bensì nel dar vita a una storia nuova e coinvolgente che si integra alla perfezione con la complessa lore dell’opera di Bethesda.

DEATH IS A PREFERABLE ALTERNATIVE TO COMMUNISM


Per completezza e per coloro che potrebbero non essere familiari con la trama originale, è importante delineare lo scenario geopolitico nel contesto del videogioco di Fallout, in attesa di scoprire se la genesi del mondo televisivo sarà effettivamente la stessa di quello videoludico. Si tratta di un futuro post-apocalittico in cui una devastante guerra nucleare tra Cina e Stati Uniti raggiunge il suo apice nel 2077, portando a una distruzione globale senza precedenti. La causa scatenante del conflitto è la progressiva diminuzione delle riserve di petrolio e uranio, che innescano una serie di conflitti tra diverse potenze mondiali, tra cui quello tra il Commonwealth europeo e le nazioni del Medio Oriente nel 2052. L’escalation delle ostilità tra Cina e Stati Uniti porta quindi all’annessione del Canada per proteggere l’Alaska dall’invasione cinese nell’inverno del 2066.
Tra gli eventi salienti vi è la celebre “Liberazione di Anchorage (Alaska)”, avvenuta tra il giugno 2076, quando l’Armatura Atomica T-51b è stata per la prima volta utilizzata, e il gennaio 2077, quando le forze cinesi sono state cacciate definitivamente dall’Alaska, segnando la vittoria delle forze statunitensi contro quelle della Cina comunista. Tuttavia, il culmine della guerra si raggiunge nel 2077 con uno scambio di bombardamenti nucleari che porta alla distruzione delle popolazioni coinvolte. In seguito a ciò, negli Stati Uniti vengono costruiti i Vault, rifugi antiatomici che ospitano gruppi selezionati di persone, segnando l’inizio di una nuova era post-apocalittica. È da questo scenario che prende il via la storia del videogioco Fallout e, in maniera molto simile, anche quella della serie televisiva.
Emergendo dalla penombra di uno di questi rifugi sotterranei, il Vault 33, si staglia la figura di Lucy MacLean (Ella Purnell), una ragazza dolce e un po’ ingenua che ha vissuto tutta la sua vita nell’abbraccio salvifico delle mura sotterranee del Vault, un’utopia costruita prima della distruzione e che prometteva sicurezza e prosperità ai suoi abitanti, del tutto ignari delle minacce che attualmente popolano il mondo esterno, la cosiddetta Zona Contaminata. Figlia del sovrintendente del Vault 33, Hank MacLean (Kyle MacLachlan) Lucy gode di un’ottima reputazione tra gli altri abitanti ed è costantemente immersa in una routine apparentemente perfetta.
Tuttavia, la tranquillità di Lucy viene bruscamente interrotta da un attacco inaspettato, scaturito in seguito a una finta proposta di matrimonio combinato con uno dei presunti abitanti del Vault 32. Dietro questo inganno si cela Lee Moldaver (Sarita Choudhury), la spietata leader di un gruppo di predoni mascherati da membri del Vault che, fingendosi sovrintendente, prima ordina lo sterminio degli abitanti del Vault e poi rapisce il padre di Lucy, trascinandolo al di fuori delle mura protettive. Lucy si ritrova così ad affrontare improvvisamente la spietata realtà del mondo esterno, mettendo a dura prova la sua innocenza e la sua inesperienza nel nome della pura e semplice sopravvivenza post-apocalittica.

WHAT A CONTRADICTION A HUMAN IS


Fallout si è erto per anni a pilastro incontrastato nel panorama dei GDR, affascinando intere generazioni non solo per le sue meccaniche di gioco, che includono un numero esorbitante di missioni principali e secondarie, un alto grado di personalizzazione del personaggio e del suo arsenale e un coinvolgente sistema di gestione del Vault, ma soprattutto per l’ambientazione unica degli Stati Uniti post-apocalittici che propone.
In questo mondo sconvolto dalla catastrofe nucleare, la sopravvivenza non è più un dato scontato ma un privilegio da conquistare con ogni mezzo disponibile, e tutto ciò si riflette in una visione alquanto disfattista della politica statunitense, corrotta e perennemente dominata dai piaceri materiali e da una concezione estremamente capitalistica della vita. La lotta per il potere assume così contorni viscerali, spingendo gli individui a compiere gesta estreme pur di ottenere vantaggi e protezione in un contesto dove morte e desolazione regnano sovrane. La mancanza di una struttura sociale stabile, capace di delineare chiaramente i confini tra bene e male, rende Fallout una sorta di specchio distorto della società umana, in cui emergono le criticità e le contraddizioni della natura umana di fronte all’apocalisse.
In questo particolare contesto, la serie si distingue anche per la sua abilità nel bilanciare influenze provenienti da diversi generi televisivi, creando un universo narrativo immediatamente riconoscibile. Questo richiamo alla varietà di generi e ambientazioni presenti nell’universo di Fallout è un chiaro omaggio ai giochi della serie. Basti pensare, ad esempio, a Fallout 3 che ha presentato il DLC “Mothership Zeta”, in cui i giocatori venivano rapiti da misteriosi alieni e portati su una navicella spaziale, introducendo elementi di fantascienza nel contesto post-apocalittico; o ancora, a Fallout: New Vegas, che ha offerto una vasta gamma di DLC, tra cui “Honest Hearts” e “Dead Money”, che hanno esplorato temi western esattamente come, almeno a giudicare dalle immagini del trailer e delle anticipazioni, i coniugi Nolan hanno deciso di fare per la loro creatura.

IT’S THE END OF THE WORLD, ALL OVER AGAIN


A completare il quadro di questo primo episodio ci sono altri due personaggi, a cui sono dedicate le altre due porzioni di puntata: da una parte Maximus (Aaron Moten), apprendista della Confraternita d’Acciaio, organizzazione militare atta a ripulire la Zona Contaminata dalle aberrazioni causate dall’apocalisse nucleare e a recuperare la tecnologia prebellica per restaurare così la civiltà; e dall’altra Cooper Howard (Walton Goggins) ex star di Hollywood, ora trasformatosi in ghoul, ovvero un essere umano mutato dalle radiazioni ma che ha conservato la sua umanità grazie ad una cura a base di droghe anti-radiazioni.
Due personaggi di cui si sa ancora molto poco, ma che nel minutaggio a propria disposizione sembrano rappresentare i due poli opposti per quanto riguarda la tipologia di individui che popolano la Zona Contaminata: da una parte un ragazzo intenzionato a migliorare le condizioni del mondo in cui sta vivendo, dall’altra un cowboy senza scrupoli che vive solo per se stesso e il profitto monetario che trae dalle sue vittime.
Scenografie e costumi sono pressoché identici al materiale originale e fin dalle primissime battute i riferimenti al videogioco sono innumerevoli ma mai intrusivi, evitando così di sfociare nel becero fan-service stile Marvel. Tra pollici alzati, sugar bombs, Nuka Cola, Grognak il barbaro, armature atomiche, Stimpak miracolosi e predoni che si fanno di Jet, per i videogiocatori di vecchia data sarà esattamente come ritornare ancora una volta tra le strade deserte e letali della Zona Contaminata dei vari giochi targati Bethesda.
La colonna sonora resta però il vero fiore all’occhiello della produzione, con canzoni ben note ai fan ed espressamente riadattate per la serie, a partire dalla meravigliosa “Orange Colored Sky” (presente in Fallout: New Vegas) che apre la puntata e che con le sue parole profetiche non fa che annunciare la catastrofe che di lì a poco colpirà Cooper Howard e, in generale, gli Stati Uniti d’America:

I was walking alone,
Mindin’ my business,
When out of an orange-colored sky,
FLASH! BAM! ALAKAZAM!

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutto
  • Niente

 

Battuta forse un po’ troppo facile, ma… un inizio decisamente col botto.

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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