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Quando si parla di puntata di passaggio si intende proprio “Morning Of The Mindstorm”: quasi 54 minuti di nulla in cui i personaggi di fatto si prendono del tempo per sé, per riflettere, elucubrare ed infine optare per una svolta narrativa (comunque non ancora comparsa al termine dell’ora di visione) che porterà la storia e lo spettatore direttamente verso la parte finale di questa seconda stagione di Iron Fist.
Viene ovviamente da chiedersi quale sia l’utilità dello spendere così tanto tempo in un condensato di nulla di fatto, poi si riflette sulla riduzione da 13 a 10 episodi e non si può che notare comunque una certa mancanza di trama da poter spalmare per circa 10 ore di visione. Non intendeteci male: finora in questa stagione è stato fatto sicuramente un passo enorme in avanti, sia con il ridotto numero di puntate sia con una trama ed una scrittura più realistiche ed interessanti, tuttavia appare chiaro che si sarebbero potute serenamente tagliare alcune puntate. Parlando in termini più generali si può anche evocare l’annoso dilemma “è meglio un film o una serie tv?”, dilemma che in generale nelle serie Marvel di Netflix ha sempre portato ad una risposta interlocutoria tipo “meglio 8 puntate”, risposta che qui può essere serenamente ripetuta.
I tempi morti di “Morning Of The Mindstorm” sono infatti talmente tanti da fondersi fino a diventare insieme l’episodio stesso. E non ci sarebbe niente di male in tutto ciò se effettivamente poi tutto questo portasse ad un nuovo stadio della narrazione, però la sensazione che a questo nuovo punto ci si sarebbe potuti arrivare senza un episodio lentissimo e vuoto fa irritare. Fare un salto temporale sarebbe stato più facile ed efficace.
Viene ovviamente da chiedersi quale sia l’utilità dello spendere così tanto tempo in un condensato di nulla di fatto, poi si riflette sulla riduzione da 13 a 10 episodi e non si può che notare comunque una certa mancanza di trama da poter spalmare per circa 10 ore di visione. Non intendeteci male: finora in questa stagione è stato fatto sicuramente un passo enorme in avanti, sia con il ridotto numero di puntate sia con una trama ed una scrittura più realistiche ed interessanti, tuttavia appare chiaro che si sarebbero potute serenamente tagliare alcune puntate. Parlando in termini più generali si può anche evocare l’annoso dilemma “è meglio un film o una serie tv?”, dilemma che in generale nelle serie Marvel di Netflix ha sempre portato ad una risposta interlocutoria tipo “meglio 8 puntate”, risposta che qui può essere serenamente ripetuta.
I tempi morti di “Morning Of The Mindstorm” sono infatti talmente tanti da fondersi fino a diventare insieme l’episodio stesso. E non ci sarebbe niente di male in tutto ciò se effettivamente poi tutto questo portasse ad un nuovo stadio della narrazione, però la sensazione che a questo nuovo punto ci si sarebbe potuti arrivare senza un episodio lentissimo e vuoto fa irritare. Fare un salto temporale sarebbe stato più facile ed efficace.
“One minute we were chatting about nothing, and then the next, we were together. And again the next night, and again. I liked it. I liked him. So I crossed lines. I walked into a bar today. I wanted to help him. I thought I could handle him. That he’d be different with me. I lied to myself. Which wouldn’t be so bad if he hadn’t gotten me pregnant. I’ve been with child, his child, for six weeks, three days and 14 hours.“
Nonostante (spoiler) abbiamo dato un Burn Them All alla puntata, non tutto è da buttare, anzi ci sono giusto un paio di momenti che valgono la pena della visione. Uno di questi è la scoperta che la fidanzata (parola grossa, lo sappiamo) di Ward sia incinta un qualcosa di inaspettato ma molto funzionale e piacevole. Se da un mero lato manicheo sembra la classica scelta indolore per incasinare ancora di più la vita di un personaggio, dall’altro come si diceva, funziona proprio grazie alla naturale sorpresa con cui sia il pubblico che Ward lo vengono a scoprire, esaltando una tecnica che vede fondere le emozioni dello spettatore con quelle del character in scena. L’altro momento corrisponde invece all’utilizzo di “Let It All Burn” di Unbunny quando Danny è in ospedale per l’operazione alla gamba.
E tutto il resto? Ecco, basta guardare al “plot twist” volutamente virgolettato dell’episodio per capire quanto discutibile sia: Danny Rand che, senza potere, chiede a Colleen di addestrarlo. Ora, premettendo che Danny dovrebbe essere già in grado di combattere da solo avendo ricevuto un addestramento pari o superiore a quella della sua fidanzata, è ridicolo constatare questa debolezza dopo quasi due stagioni. Praticamente è come se si ammettesse che Danny senza Iron Fist sia più debole di Colleen, Bakuto e Davos. Davvero un passo falso che non dovrebbe essere nemmeno considerato, pena lo svilimento del protagonista. Probabilmente la prima regola da rispettare nella guida di ogni showrunner.
E tutto il resto? Ecco, basta guardare al “plot twist” volutamente virgolettato dell’episodio per capire quanto discutibile sia: Danny Rand che, senza potere, chiede a Colleen di addestrarlo. Ora, premettendo che Danny dovrebbe essere già in grado di combattere da solo avendo ricevuto un addestramento pari o superiore a quella della sua fidanzata, è ridicolo constatare questa debolezza dopo quasi due stagioni. Praticamente è come se si ammettesse che Danny senza Iron Fist sia più debole di Colleen, Bakuto e Davos. Davvero un passo falso che non dovrebbe essere nemmeno considerato, pena lo svilimento del protagonista. Probabilmente la prima regola da rispettare nella guida di ogni showrunner.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Una puntata di cui non si sentiva il bisogno. Basta come riassunto?
The Dragon Dies At Dawn 2×06 | ND milioni – ND rating |
Morning Of The Mindstorm 2×07 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.