Marvel’s Luke Cage 1×11 – Now You’re MineTEMPO DI LETTURA 5 min

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Puntata che si gioca tutto tra la scena iniziale (che si raccorda con l’episodio precedente), carica di adrenalina e polvere da sparo, come non si era mai visto in questi ultimi episodi, e l’ultima scena che è un vero e proprio “primo finale” per questa stagione.
Molti spunti, infatti, lasciati trapelare negli scorsi episodi, alla fine della puntata vengono qui al pettine e finalmente scopriamo il motivo dell’odio che Willis “Diamondback” Stryker (l’ottimo Erik LaRay Harvey) prova per Luke. Quest’ultimo si conferma il vero villain di questa stagione, con Mariah che si nasconde dietro al suo ruolo di Beppe Grillo politicante in ascesa e Shades che è ancora, di fatto, un subalterno seppure di una spanna sopra tutti gli altri.
Nel mezzo abbiamo una lunga sequenza di scene che si basano tutte sulla tensione e sulla suspense. Il cima è a metà tra un thriller claustrofobico alla “Man In The Dark” e “Quel Pomeriggio Di Un Giorno Da Cani“, film che sicuramente sono stati presi come spunto dagli sceneggiatori-cinefili della Marvel’s Netflix, i quali, da sempre, ci abituano a queste perle citazioniste.
Il risultato è quello di un anti-climax che dalla prima scena, molto adrenalinica, si adagia gradualmente, prendendosi i suoi tempi, fino al colpo di scena finale dove tutto viene accelerato fino all’inevitabile cliffhanger finale che pare chiudere la stagione (anche se lo spettatore sa che non è così perché mancano ancora due puntate in cui tutto può ancora accadere).
Nel mezzo si alternano ottimi dialoghi tra i protagonisti e i villain, monologhi rivelatori, cacce al topo nelle fogne nei sotterranei di Harlem e combattimenti al buio (soprattutto quello Shades-Misty-Claire che ci riporta alla prima stagione di Marvel’s Daredevil).
Questa scelta può presentarsi molto rischiosa in quanto non è detto che lo spettatore riesca a mantenere costante l’attenzione seguendo tutta la vicenda senza bypassare i passaggi che sembrano essere “di raccordo” tra una scena e l’altra, seppure girati in maniera splendida e per nulla banali.
Una scelta comunque necessaria per lasciare spazio alle figure secondarie e ai villain che qui si prendono tutta la scena.
Più che Luke, infatti, sono le figure femminili che spiccano in questi episodi, a cominciare da Claire che si sta prendendo sempre di più la scena (forse in ottica The Defenders) così come Misty che qui compie il suo percorso di formazione finale facendo crescere come non mai il suo personaggio. Ma lo stesso si può dire anche dell’ispettrice Ridley (Karen Pittman), pedina fondamentale per l’evoluzione della stessa Misty, e della villainess Mariah.
Sono le donne, quindi, il vero motore dell’azione in questo episodio (ma, in definitiva, anche in tutta la serie), tanto da risultare le vere protagoniste mettendo in ombra persino l’omonimo protagonista.
Protagonista che ancora sembra essere bloccato. Non ha ancora avuto l’occasione di mostrare tutto il suo potenziale e anche in questo caso il suo scontro finale si risolve in pochi secondi e con poco pathos (rispetto a quanto ci si aspetterebbe dopo tanta tensione).
Certamente dopo questo “finto finale” la serie potrebbe già chiudersi qui ma mancano ancora due puntate alla fine e chi è già fan dell’universo Marvel’s Netflix sa bene che all’ultimo tutto può sempre cambiare e questo fa crescer ancora di più l’attesa per quello che potrebbe diventare/fare ora il nostro Luca Gabbia.

 

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi a raccattare tutte le curiosità, e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action del primo eroe in vendita Marvel? Maccerto che no! Doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, di seguito, come fatto per Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.Marvel’s Agent Carter e Marvel’s Daredevil eccovi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia sulla puntata.

  1. Altro giro, altro brano dei Gang Starr citato nel titolo.
  2. Durante l’assedio al Harlem’s Paradise, Sugar chiama Claire Temple “Night Nurse”, come il nome del personaggio da cui Claire prende parzialmente spunto.
  3. Ricompare il procuratore distrettuale Blake Tower, già comparso nella seconda stagione di Marvel’s Daredevil. Mentre parla con la detective, Tower cita anche esplicitamente Frank Castle e i suoi massacri sempre della seconda stagione di Devil. Cosa alquanto bizzarra, poiché i colleghi di Netflix di Luke Cage non vengono mai chiamati per nome: ogni personaggio parla di loro solo attraverso ovvi riferimenti, ma senza mai dire nome e cognome di tale personaggio. Per fare un esempio, Matt Murdock non verrà mai chiamato col suo nome, ma semplicemente descritto come “un avvocato molto bravo di Hell’s Kitchen”.
  4. Quando Diamondback e Shades stanno parlando sul da farsi nell’assedio al Harlem’s Paradise, Shades ad un certo punto risponde a Stryker dicendogli: “Watcha talkin’ ‘bout, Willis?“, citando la famosa catch phrase di Gary Coleman quando interpretava il personaggio di Arnold Jackson nella serie tv Il Mio Amico Arnold (nome originale Diff’rent Strokes). Diamondback, capendo il riferimento, prontamente gli risponde: “You got jokes… now?!”
  5. Quando Willis Stryker fa scegliere a Luke se salvare Candice o scappare, appena getta la donna dalla balconata, dice “bye, Carl”. E’ un riferimento alla famosa battuta “bye, Felicia“.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Scena iniziale
  • Atmosfera thrilling
  • Combattimento al buio
  • Protagoniste femminili alla riscossa
  • Diamondback’s story
  • Anticlimax che rischia di annoiare (almeno fino al finale)
  • Luke che ancora non si è sbloccato del tutto

 

Terzultima puntata di Luca Gabbia tutta basata sulla tensione e sul climax finale. Si tratta del primo scontro tra Luke e i villain che abbiamo conosciuto nel corso delle puntate precedenti che già preannuncia la fine di questa prima stagione. L’adrenalina e la tensione conferiscono particolare interesse per questo episodio in cui i colpi di scena non mancano certamente.

 

Take It Personal 1×10 ND milioni – ND rating
Now You’re Mine 1×11 ND milioni – ND rating

 

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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