Partiamo da un dato di fatto: 1 ora e 4 minuti di visione per avere uno scontro finale molto veloce e qualche altra novità narrativa, può non essere proprio facile da digerire. Sono infatti diversi i momenti dell’episodio di cui lo spettatore avrebbe potuto fare potenzialmente a meno (un sacco di Mariah, fin troppe chiacchiere in generale), momenti che di fatto si estendono per gran parte del minutaggio e che, per contraltare, fanno risaltare ancora di più delle scene d’azione che dovrebbero essere considerate come normali in uno show come Marvel’s Luke Cage. “The Basement” parte dalla caccia all’uomo nei confronti di PIranha e su questo basa praticamente tutto il suo plot, toccando però un elemento fumettistico importantissimo: Luke Cage è un eroe in vendita.
“Why are you questioning me? You work for me. I’m paying you.
You are my Hero for Hire.“
Nei fumetti Luke Cage fondò un’agenzia in cui lui ed altri supereroi affittavano le proprie doti a cittadini che avevano bisogno di protezione, un metodo tutto sommato “onesto” per guadagnare dei soldi mentre si prova a fare del bene. L’introduzione di questa tematica può risultare banale a promana vista ma, soprattutto considerando il modo in cui è nata, è estremamente importante e avrà (presumibilmente) ripercussioni nel medio e lungo termine visto che Luke è e rimane comunque senza lavoro. Detto ciò, rimane vivissima quella mancanza di verve che avrebbe fatto di questo momento il fulcro della puntata e che qui, quindi, va vista come una pecca abbastanza evidente.
Se non viene dato risalto a questa evoluzione, almeno ne esce qualcosa di buono in quanto, nel mezzo di questa caccia all’uomo fatta di tantissimi momenti morti, si riescono a creare un paio di situazioni estremamente interessanti che favoriscono la tridimensionalizzazione di Luke (tramite il dialogo con Piranha riguardo il padre) e di Shade. I dialoghi a cuore aperto ritraggono due personaggi non simili ma che soffrono e si nascondono dietro la loro aura da duri. Specialmente il focus su Shade è molto apprezzato perché permette di dar voce ad un character che non è esattamente così bravo a parole.
Misty: “I went there to plant evidence. The son of a bitch was suing Luke, he beat the shit out of Drea, and I wanted payback. […] I almost framed a man.
[…] In case you haven’t noticed, there’s a war raging in our streets. It’s the same one that we have been fighting for years, and shit doesn’t change. But the rules of engagement do, and if I do it your way, nothing happens. And the other way, I become Scarfe. And I cannot become Scarfe.
[…] I’m done. I will turn in my paperwork tomorrow. I’m I’m sorry, Captain.“
A margine di quanto detto sinora, non si possono non riportare per dovere di cronaca le dimissioni (al 99% temporanee) di Misty Knight, arrivate un po’ all’improvviso ma con una certa cognizione di causa sia in ottica della trama orizzontale, sia in quella della veridicità del personaggio che in maniera esponenziale, da quando la si conosce, si è esposta sempre più oltre i limiti concessi dal suo ruolo di detective. La bussola morale si stava rompendo ed era arrivato il momento di un reset che però ha molto il sapore di un piccolo break. Non male come scelta, bisogna però vedere quanto durerà.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un episodio non malvagio, con alcuni spunti buoni dal lato action ma afflitto da un attendismo importante che abbassa il voto finale.
All Souled Out 2×05 | ND milioni – ND rating |
The Basement 2×06 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.