Midnight Mass 1×06 – Book VI: Act of The ApostlesTEMPO DI LETTURA 4 min

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Midnight-Mass-1x06Dalle grida disperate al silenzio.
Ed è un silenzio composto, incredulo e destabilizzante. Sia per Erin, sia per lo spettatore che tutto probabilmente si sarebbe aspettato tranne che il personaggio principale venisse tagliato fuori in questo modo a ridosso del finale di serie. Ma si tratta pur sempre di un sacrificio necessario affinché Erin prenda coscienza di quanto sta avvenendo sull’isola.

MESSA DI MEZZANOTTE ALLE PORTE


Si sta avvicinando la vigilia di Pasqua e di conseguenza quella tanto annunciata messa di mezzanotte che da il titolo allo show di Flanagan. Tuttavia, fatta eccezione per la veloce formazione del team anti-Padre Paul (Sarah, Mildred e Sarah), i primi quaranta minuti circa risultano tremendamente lenti e carichi di un attendismo per certi versi snervante. Forse a farli risaltare ancora di più è la commistione di due fattori: l’avvicinarsi del finale, che si fa sentire e che porta lo spettatore a chiedere sempre qualcosa di più; la veloce esposizione di fatti e racconti dei precedenti cinque episodi che, nonostante l’alto minutaggio, hanno spaziato ed approfondito sia background, sia tematiche di un certo livello. Ma fino all’intonazione del canto che annuncia l’inizio della celebrazione, “Book VI: Act Of The Apostoles” rimane fin troppo sulle sue andando a ricamare dettagli ed aspetti che forse risultano eccessivamente amplificati.

ORPELLI DI TROPPO E POCA SOSTANZA


Il confronto tra la madre di Riley ed Erin; quello tra il padre di Riley e Padre Paul; l’ampia parentesi riguardante lo sceriffo: si tratta di aspetti che vanno ad impreziosire sì la trama, ma che risultano dettagli eccessivi e presentati probabilmente nel momento sbagliato. Poi, una volta archiviati questi elementi decoramentali e predisposto il piano per la messa di mezzanotte, Midnight Mass riparte in quarta giocando fin da subito tutte le carte migliori che hanno contraddistinto fin qui lo show: monologhi pregni di significato e volti ad accendere le folle; fanatismo religioso; sangue e crudeltà; misteri e terrore.
La percezione del fanatismo religioso era lapalissiana anche nelle precedenti puntate: definire “dono” quanto sta avvenendo alla struttura corporea di Padre Paul o quanto avvenuto a Riley non può sicuramente passare inosservato. Ma ora si tratta di trasmettere questa opportunità all’intera popolazione. Le porte della chiesa vengono chiuse, a sigillarle dall’interno c’è lo stesso Angelo. Bev, il sindaco, Padre Paul e Sturge hanno preparato una serie di bicchieri con acqua e veleno per topi affinché questo dono arrivi a tutti.
Quello che accade all’interno della struttura, sotto gli occhi inebetiti di alcuni personaggi, è un vero e proprio suicidio di massa, destabilizzante e carico di terrore. Specialmente perché, una volta resuscitati magicamente, le persone iniziano ad avere fame ed in un batter d’occhio la chiesa diventa un vero e proprio mattatoio.

IL MATTATOIO


È una mattanza senza precedenti e pochissime persone riescono a lasciare l’edificio incolumi. Ma è ancora presto per credere che si tratti della fine: la notte è lunga, la fame di questi predatori è illimitata ed il desiderio recondito è quello di distribuire il dono che questo fantomatico Angelo avrebbe fatto scendere su di loro. Il gruppo guidato da Erin e Sarah dovrà a tutti i costi riuscire a sopravvivere fino all’alba per potersi sentire al sicuro. Ma sarà sufficiente? Le comunicazioni con la terra ferma ed i traghetti che fanno da spola tra il continente e Crockett Island sono stati manomessi, quindi riuscire a sentirsi effettivamente al sicuro risulta complicato.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’effetto della morte di Riley su Erin
  • I primissimi minuti di attonito silenzio di Erin
  • Confronto Erin-Sarah
  • L’inizio della celebrazione e tutto ciò che ne seguirà
  • La caccia è aperta ora…come si concluderà questa invasione di vampiri a Crockett Island?
  • Quaranta minuti iniziali decisamente noiosi: molti dialoghi di raccordo; confronti superficiali e gettati alla rinfusa; parentesi sul passato dello sceriffo decisamente non necessario; minuti sprecati e che aiutano solo ad allungare la storia, niente di più

 

Un episodio che supera la sufficienza solo per la chiusura d’alto livello. Ad appesantire la visione ci sono però i primi quaranta minuti di puro attendismo a fare da orpello ad uno show che ha sempre viaggiato ad alta velocità d’esposizione. Un piccolo neo per una produzione per cui non si avrebbero altri elementi critici da segnalare.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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