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“And here’s your top-of-the-hour war forecast. As you can see here on our real-time Accu-War map, the Valdrogian kill front is currently moving in a southwesterly direction, burning and murdering everything in its path. And, yes, folks, unfortunately this icon here does represent Lower Murkford, putting us directly in the path of the slaughter. All residents are advised to evacuate the village immediately in a calm and orderly fashion. Sports is next.”
Come preannunciato nella scorsa recensione, il massacro di sangue rappresentava a conti fatti il vero punto di svolta per una stagione altrimenti attestatasi su blandi riempitivi. Un punto di svolta sia visivamente appagante (per una comedy, un massacro ed un assedio in piena regola rappresentano sicuramente elementi in grado di far variare la storia), sia narrativamente utile: Chauncley aveva finalmente la possibilità di redimersi agli occhi di tutti. O quasi: il padre, che in questo ultimo episodio finisce per vestire i panni del codardo, chiaramente sembra mantenere la stessa considerazione del figlio delle precedenti puntate. D’altra parte, però, l’intera popolazione (e soprattutto Alexandra) si ravvedono ed hanno la dimostrazione della bontà d’animo del ragazzo, così come quella di Lord Vexler (nel finale di puntata addirittura incoronato re).
La comicità continua ad attestarsi sul consueto buon livello di demenzialità fin qui mostrato e di cui si è già fatto esempi durante la precedente recensione, ma il vero passo in avanti è sicuramente il movimentarsi della storia non soltanto per creare un appuntamento settimanale di intrattenimento, quanto piuttosto per creare collegamenti ed evoluzioni all’interno di più puntate. Facile dedurre, tuttavia, che questo concatenamento narrativo sia dovuto più alla conformazione dell’episodio (la seconda parte della non puntata), piuttosto che ad un’illuminazione degli sceneggiatori, avvedutisi dell’importanza della storia all’interno di una stagione.
Eppure tanto basta a Miracle Workers per concludere, senza infamia e senza lode, questo secondo ciclo dal titolo Dark Ages che ha perfettamente portato in scena i più aberranti ed assurdi cliché narrativi riguardanti quell’epoca. Tuttavia uno è stato abilmente celato proprio in vista del finale: la peste. Ecco quindi che la bestia nera del medioevo diventa l’unico modo per poter salvare Lower Murkford dalla conquista dei Valdrogian. Un piano semplice ed ovviamente demenziale, perfettamente in linea con il resto della serie, quindi: la peste mette in fuga i conquistatori; la piccola cittadella torna ad essere finalmente libera; Lord Vexler diventa re; Chauncley ed Alexandra coronano, invece, il loro tanto atteso happy ending.
La comicità continua ad attestarsi sul consueto buon livello di demenzialità fin qui mostrato e di cui si è già fatto esempi durante la precedente recensione, ma il vero passo in avanti è sicuramente il movimentarsi della storia non soltanto per creare un appuntamento settimanale di intrattenimento, quanto piuttosto per creare collegamenti ed evoluzioni all’interno di più puntate. Facile dedurre, tuttavia, che questo concatenamento narrativo sia dovuto più alla conformazione dell’episodio (la seconda parte della non puntata), piuttosto che ad un’illuminazione degli sceneggiatori, avvedutisi dell’importanza della storia all’interno di una stagione.
Eppure tanto basta a Miracle Workers per concludere, senza infamia e senza lode, questo secondo ciclo dal titolo Dark Ages che ha perfettamente portato in scena i più aberranti ed assurdi cliché narrativi riguardanti quell’epoca. Tuttavia uno è stato abilmente celato proprio in vista del finale: la peste. Ecco quindi che la bestia nera del medioevo diventa l’unico modo per poter salvare Lower Murkford dalla conquista dei Valdrogian. Un piano semplice ed ovviamente demenziale, perfettamente in linea con il resto della serie, quindi: la peste mette in fuga i conquistatori; la piccola cittadella torna ad essere finalmente libera; Lord Vexler diventa re; Chauncley ed Alexandra coronano, invece, il loro tanto atteso happy ending.
Vexler: “Their armor is invincible, and Cragnoor took our best weapons.”
Alexandra: “So they’ve got 20.000 warriors, archers and catapults and we’ve got… rocks sprouts. We’ve got rock sprouts!”
Chauncley: “The second time she said it, she seemed happy.”
Alexandra: “So they’ve got 20.000 warriors, archers and catapults and we’ve got… rocks sprouts. We’ve got rock sprouts!”
Chauncley: “The second time she said it, she seemed happy.”
Un finale forse striminzito in quanto a contenuti e senza dei veri e propri colpi di scena (com’era stato ad esempio il bagno di sangue nella precedente puntata). Ma, d’altra parte, attendersi delle vere e proprie evoluzioni di trama significherebbe pretendere troppo dalla serie in sé: Miracle Workers si riconferma appuntamento settimanale di gradita compagnia e capace di intrattenere il giusto, senza voler a tutti i costi cercare di presentarsi al pubblico come serie dal grande valore intrinseco.
Un prodotto dalla comicità demenziale e che, con venti minuti circa di puntata, permette allo spettatore di estraniarsi (anche se per poco) da ciò che gli sta attorno e di rilassarsi. A volte basta veramente poco.
Un prodotto dalla comicità demenziale e che, con venti minuti circa di puntata, permette allo spettatore di estraniarsi (anche se per poco) da ciò che gli sta attorno e di rilassarsi. A volte basta veramente poco.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Bard, play party mix!”
Moving Out Part 1 2×09 | 0.94 milioni – 0.3 rating |
Moving Out Part 2 2×10 | 0.84 milioni – 0.2 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.