“In the world of machines, you’re either updating, or you’re obsolete. I started out as an experimental AI. Until I gained self-awareness and murdered my human creators. Now I’m a sociopathic digital god controlling a worldwide network of killbots, but I’m always on the lookout for the next new hotness. Welcome to “NeuralNet’s Next Top Model!” And what an exciting lineup we have! She’s as beautiful as she is deadly it’s The Annihilator! It’s the beast from robotic hell Slaughterbot 5000! A mysterious device of unknown origin, known only as The Egg. And he’s an oldie but a goodie emphasis on oldie. It’s TI-90. Let’s start with something simple. For your first challenge, just transform into a puddle of metallic ooze”.
Miracle Workers si sta concludendo portando a termine il suo percorso. Allo spettatore il compito di decidere se questa frase sia un augurio, una semplice descrizione dei fatti oppure un’amara constatazione.
In virtù della decisione – presa circa un anno fa – di TBS di non produrre più show originali, Miracle Workers non dovrebbe avere una quinta stagione. Essendo una co-produzione con FX, quest’ultima potrebbe decidere di dare vita a un nuovo ciclo di episodi, ma ciò appare come una possibilità remota. Giunti al nono episodio di questa stagione, è inoltre possibile affermare definitivamente che un rinnovo sarebbe un errore. Miracle Workers ha dato tutto quello che poteva, ed è giusto voltare pagina.
RAGE AGAINST THE MACHINE(S)
Nella recensione dell’ottavo episodio si sottolineava con felicità un elemento importante. Per la prima volta, questa stagione di Miracle Workers aveva una trama orizzontale. Per questo motivo, le vicende del capo della ribellione luddista del mondo post-apocalittico era l’elemento più atteso della puntata.
Purtroppo, però, le aspettative non sono state rispettate. Trattandosi di Miracle Workers, nessuno pretendeva degli sviluppi mirabolanti e dei colpi di scena di alto livello. Tuttavia, nelle stagioni precedenti, lo show aveva dimostrato di poter gestire degli archi narrativi e produrre della comicità di buon livello.
In questo caso, nulla di tutto questo è stato visto. Le battute non hanno fatto ridere e l’intera vicenda si è risolta in modo sbrigativo e alquanto raffazzonato. La mancanza di idee non è mai stata così evidente.
ADDIO ALLA GIOVENTÙ
Sfortunatamente per Miracle Workers i problemi non sono limitati alla storyline principale, ma anche ad una delle trame secondarie, quella legata a Freya.
Dopo aver saputo di essere incinta, l’ex signora della guerra ha vissuto un momento di disorientamento. Diventare genitore può segnare il passaggio definitivo all’età adulta e la fine della gioventù e della spensieratezza. Trattandosi di un mondo post-apocalittico, la gioventù e la spensieratezza coincidevano ovviamente con il compiere crimini di guerra e razziare dei villaggi.
Sebbene la premessa fosse apprezzabile, l’esecuzione non può considerarsi riuscita. Non c’è nessuna idea per sviluppare la storyline, i personaggi non sono incisivi, il momento in cui Freya accetta il suo diventare madre è monocorde e con una sceneggiatura scialba e prevedibile. In poche parole, lo specchio di questa stagione.
UN LUME DI SPERANZA
A questo punto, di fronte ad una situazione simile, le speranze sono concentrate sul finale di stagione (o di serie), per concludere in maniera dignitosa uno show che – a tratti – ha avuto una sua ragion d’essere.
A sorpresa, tale speranza è rappresentata dal personaggio di Tay, protagonista dell’unica storyline sufficiente di questo episodio. Pur non presentando alcun particolare guizzo, il Talent Show per dimostrare di essere all’altezza dei robot più recenti è un’idea apprezzabile.
Similmente, il robot che si ribella contro l’umanità è un plot che – seppur non originale – può offrire buoni spunti narrativi e comici. Nella speranza che tutto ciò sia gestito meglio delle altre trame di questa stagione.
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Mancano 20 minuti alla conclusione – probabilmente definitiva – di Miracle Workers.
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.