Molti si erano chiesti se fosse stato un caso che Warner Bros. avesse pubblicato il primo trailer di Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero proprio in questa settimana. Infatti, era lecito aspettarsi magari qualche richiamo nell’episodio odierno di Monarch: Legacy of Monsters, date le strette interconnessioni mostrate settimana dopo settimana col resto del MonsterVerse. Tuttavia, la data di rilascio del trailer del secondo grosso crossover sembra solo rimanere una banale coincidenza, per nulla richiamata nello show distribuito da Apple TV+.
Oltre questa inevitabile connessione extra-narrativa quando si parla del grande franchise prodotto da Legendary, è un fatto che la serie che narra delle vicissitudini e i misteri dell’organizzazione segreta che vigila sui Titani sin dagli anni ’50 sia giunta al giro di boa. Finora tante premesse che ancora non hanno imboccato la giusta svolta narrativa, mentre continuano a girare intorno a un qualcosa che probabilmente sarebbe meglio svelare per l’economia dell’intero prodotto. In “The Way Out” si accusa, infatti, parecchio l’assenza del magnetismo di Kurt Russell, ancor di più quella della storyline nel 1954. Urge una svolta per Monarch.
CONSEGUENZE A SAN FRANCISCO
Grosso merito di “The Way Out” è senz’ombra di dubbio aver mostrato le conseguenze del film Godzilla sulla città di San Francisco. Dopo infatti esser stati salvati, o forse essere stati sequestrati, dalla Monarch in Alaska nello scorso episodio, i giovani protagonisti sono tornati proprio in California.
Una San Francisco devastata dalla battaglia del Re dei Mostri contro i MUTO, e su cui per la prima volta ci si sofferma ad analizzare come una catastrofe del genere può impattare sulle persone. Un’ottima intuizione, non fosse che questo momento di riflessione va a rallentare una costruzione del plot che già di per sé non godeva di un ritmo frizzante.
Tuttavia, è certamente suggestivo vedere il Golden Gate Bridge spaccato a metà, così come l’intera area urbana devastata dalle macerie, con la popolazione ridotta a vivere in ghetti e sobborghi. Forse il più grande pregio che bisogna attribuire a Monarch, per quel che si è visto finora, è proprio il saper legare i film gli uni con gli altri, mostrando un background coerente e che aggiunge maggior profondità, a posteriori, alla narrazione “fracassona” dei prodotti invece cinematografici.
Cate: “I don’t deserve this. […] I mean that anyone would do shit for me when all I ever do is let ‘em down. I hate him for leaving, but how am I any better?“
ALLA RICERCA DI INDIZI
Dopo essersi separati da Lee Shaw, trattenuto per qualche misterioso motivo da Monarch, le indagini proseguono per i fratellastri Randa e una May doppiogiochista. I protagonisti non sono mossi dallo scopo di portare a galla altri segreti sui Titani, bensì da un bisogno più forte, quello umano, di ritrovare il proprio padre. Quel Hiroshi Randa, figlio di due scienziati della Monarch, e che forse condivide qualche tacita conoscenza con il buon vecchio Colonnello Shaw.
Segreti che si aggiungono ad altri segreti, misteri che continuano a crescere dietro il sorriso sornione di Kurt Russell e qualche intuizione fotografica dettata dalla naturale somiglianza con suo figlio, interprete dello stesso personaggio circa settant’anni prima. Forse una svolta consiste nella decriptazione della mappa, ad opera di Kentaro, che rivela come Hiroshi avesse tracciato (o forse predetto) tutti gli spostamenti di Godzilla, elencando varie località non nuove nel panorama del MonsterVerse.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Da un paio di puntate a questa parte Monarch: Legacy of Monsters ha messo in panchina Kurt e Wyatt Russell, soffermandosi sulla trama del 2015 portata avanti senza il supporto del Colonnello Lee Shaw. Una mossa ovviamente mirata a sviluppare un’empatia con il trio di protagonisti, ne è la prova il flashback dedicato alla storia di Cate. Tuttavia, forse lo show non è ancora pronto ad abbandonare il suo personaggio più carismatico.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.