Nella recensione della settima puntata avevamo appuntato come né Logan, né Katie avevano avuto modo di essere presentati degnamente al proprio pubblico visto e considerato che Shun riceveva la seconda puntata totalmente incentrata su di lui. Mentre per Logan si è rimasti piacevolmente stupiti dell’impegno profuso nella costruzione del suo background, nonostante rimarcasse stilemi narrativi già ampiamente abusati (il cliché del bad guy con il cuore tenero), per Katie forse sarebbe stato meglio continuare a non sapere così da risparmiare minutaggio utile per approfondire, magari, altri aspetti.
Che il gruppo di sopravvissuti fosse alla ricerca di una nuova opportunità di vita, di una seconda possibilità, lo si era già ampiamente capito e dedotto, quindi il passato di Katie non aggiunge nulla di nuovo alla storia se non qualche minuscolo dettaglio riguardante il suo carattere. Katie (o Rachel) è l’ennesimo personaggio dal passato oscuro che ha avuto modo di interfacciarsi con la morte e che spera di trovare nel progetto Thea un senso di pace interiore e perdono che verosimilmente non è riuscita ad ottenere sulla Terra. Un frammento di storia, quindi, che appare chiaramente costruito con lo stesso stile di quello di Lana, Shun, Logan, Lee, Henri: è proprio questo senso di ripetizione perenne che risulta estenuante e soporifero perché concede allo spettatore l’impressione di sapere già dove tutto andrà a parere nel momento preciso in cui, nei flashback, le cose iniziano a complicarsi per il personaggio analizzato.
“A Total Stranger” è anche l’episodio in cui finalmente si fa conoscenza di Thea, la meta di destinazione di questo lunghissimo e sanguinoso viaggio nello spazio. Ovviamente siamo al penultimo episodio quindi lo sbarco (sempre che sia stato preventivato dalla produzione) non poteva avvenire ora. Una sonda, infatti, inizia ad analizzare e scannerizzare l’intera astronave alla ricerca di possibili minacce aliene per poi, nel caso venissero localizzate, ucciderle con il gas nervino sapientemente piazzato all’interno delle numerose bombole che si trovano nascoste dalla lamiera interna. Attorno a questo sviluppo del plot ci sarebbero da fare due grossi appunti.
Il primo è che per essere una spedizione di colonizzazione, la Siren pare abbia impiegato più energie a cercare modi per uccidere i viaggiatori piuttosto che per portarli in salvo: disseminare l’intera nave di bombole di gas mortale non è sicuramente da annoverare tra le idee più brillanti.
Il secondo punto è relativo al gruppo di sopravvissuti: le persone che hanno accettato e si sono presentate per partire erano tutti soggetti determinati a chiudere con il passato e ripartire da zero. Come presentato dalla serie stessa l’equipaggio è per lo più composto da criminali, ladri e fuggitivi, quindi è ironico che lo scanner vada in cerca di minacce quando le persone trasportate sono a loro volta delle vere minacce. Un risvolto discutibilissimo.
Relativamente al background di Katie c’è effettivamente poco da dire visto e considerato che Origin decide di sfruttare la bellezza dell’attrice (Siobhan Cullen) ponendola al centro di lunghissime (e molteplici) scene completamente senza senso in cui Katie si mette a scrutare l’orizzonte perdendo lo sguardo nel vuoto ed iniziando a fissare il nulla cosmico. Il tutto condito da un insistente slow motion di cui si fatica a capire l’utilità: probabilmente si cercava di enfatizzare ulteriormente sullo sguardo magnetico di Katie, ma esagerare il più delle volte svilisce il tutto.
Per poter vedere indisturbati la puntata è da ignorare completamente tutta la scena relativa a Katie che resuscita anche se, dopo il salto di Lana con Shun nello spazio senza nessun tipo di protezione, ormai qualsiasi nuova trovata sci-fi risulterebbe godibile (oltre che credibile).
Come direbbero Aldo, Giovanni e Giacomo: “Va! Ridendo e sterminando siamo arrivati a Thea.”
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Funeral Blues 1×08 | ND milioni – ND rating |
A Total Stranger 1×09 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.