“You’re one of us now.”
Dopo la sconveniente ed involontaria dichiarazione di guerra fatta a Jacob Snell, Martin si ritrova a dover fare i conti nuovamente con il peso delle proprie azioni schiacciato dall’ennesimo fardello che il destino sembra fargli dono. Il piano che prevedeva la costruzione della chiesa sembrava aver posto le premesse ad una soluzione definitiva per quanto concerne il riciclaggio del denaro proveniente dal cartello messicano, tuttavia Marty si vede privato di questa soluzione considerato che Jacob Snell non ha la minima intenzione di lasciar passare anche questo affronto alla propria famiglia ed al suo dominio incontrastato di Ozark da generazioni e generazioni. L’unico fattore che sembra poter tenere in vita Martin (almeno per ora) è il timore da parte di Jacob di esporsi troppo con l’eliminazione del povero contabile-riciclatore: se dovesse appurare che al cartello messicano i servigi di Marty non sono visti di buon occhio, non ci penserebbe due volte riguardo la completa epurazione della nuova colonia giunta da Chicago. Ma al momento questo timore reverenziale è l’unica cosa che pare tenere al sicuro i Byrde.
“Crime and bad lives are the measure of a State’s failure, all crime in the end is the crime of the community.” [H. G. Wells]
Un’altra corposa fetta della trama è occupata da Ruth (una Julia Garner sempre all’altezza della situazione) e dalla costruzione del suo personaggio attorno a due principali sfere di influenza che differenziano il suo diverso approcciarsi alle persone: relativamente al padre e relativamente a ogni altro individuo.
Nella scena in cui Ruth pianifica l’uccisione di Marty grazie all’aiuto del padre, la ragazza viene mostrata in completa sottomissione rispetto alla figura paterna. Un completo assoggettamento relativamente strano se si tiene in considerazione come la ragazza tende a rapportarsi con ogni altra persona, ma un comportamento sensato se si tengono a mente i moti di rabbia già in precedenza mostrati quando la figura di suo padre veniva infangata da qualche diceria.
Come detto, Ruth tende a rapportarsi, con ogni persona fin qui presentata (fatta eccezione del padre), con tono di superiorità e di mero disprezzo o disaffetto. Il tutto sembra però rompersi in conclusione di puntata quando il piano per l’uccisione di Martin non trova il suo lieto fine: si ha riscontro di questa rottura nei dialoghi successivi tra Ruth e Wendy, nei quali è possibile scorgere la profonda scalfittura dello scontro tra Russ e Ruth stessa. Da tenere in considerazione infatti che un dialogo del genere tra questi due character (Ruth e Wendy) difficilmente sarebbe avvenuto se non ci fossero state queste precise premesse.
“Sometimes, things just get lost.”
Si è fatta menzione di Wendy ed è d’obbligo evidenziare come Ozark riesca a rendere non banale e addirittura carica di pathos una apparente sempliciotta scena di sesso. Nel momento in cui Wendy e Marty si lasciano trasportare dallo scarico di stress successivo alla notizia che sarebbero riusciti a riciclare tutti i milioni del cartello, un lampo mentale colpisce sia lo spettatore, sia lo stesso Martin: la posizione all’interno della camera e la disposizione del mobilio riporta alla mente il famigerato video del tradimento che l’ignaro Marty riceve per posta durante il pilot.
Passato questo lampo, l’uomo decide di volgere la situazione e trasformarla in una vendetta fredda e priva di emozioni: nei momenti successivi ricostruisce l’intera scena del video, mentre con un ghigno stampato in volto pare decisamente essere più coinvolto dal fattore vendetta che da altro. Wendy, d’altro canto, memore di Gary e dell’affetto che provava per lui, sembra cogliere qualcosa di diverso e di innaturale nel tutto. Per una decina di secondi circa lo spettatore si ritrova nella situazione “lei ha capito che lui sapeva (ed aveva visto, nello specifico)”, ma non giungono conferme ed il tutto rimane quindi seppellito nei volti contratti dalle smorfie di odio e di stupore, più che di passione, dei due coniugi.
Charlotte: “I hate it here.”
Wendy: “I know.”
C’è un fattore, però, che appesantisce l’episodio e l’altrimenti scorrevole narrazione generale della storia: il voler a tutti i costi costruire attorno alla solida costruzione drama della serie, una parallela visione giovanile del lago di Ozark. Il voler calare nel difficile e complicato contesto un punto di vista fanciullesco (Jonah) o adolescenziale (Charlotte) non è da considerarsi di per sé un errore, ma quando questo punto di vista viene forzatamente introdotto e ampliato purtroppo la visione ne risente.
L’intera sottotrama riguardante Charlotte e la sua fugace storiella estiva appare come mero riempitivo di puntata e non come sottotrama dalla quale poter attingere veri e propri spunti per la trama di fondo. Al momento il minutaggio concesso a questa breve ed effimera parentesi, dati i risultati, sembra sconveniente ed eccessivo. Così come eccessivo appare il completo abbandono a se stesso del personaggio di Jonah, in precedenza ben introdotto nel contesto e caratterizzato.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Qualche piccolo neo è presente ma risulta tollerabile nel contesto generale.
Rulling Days 1×05 | ND milioni – ND rating |
Book Of Ruth 1×06 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.