“Now here I am today talking to a bunch of girls from my awesome alma mater in front of the awesome Art Institute and it doesn’t get much better than this.“
In questo terzo appuntamento, finalmente, le trame si fanno più chiare, sia a livello orizzontale sia a livello verticale. Per l’immediato, ci sono i parenti di Jessica a cui evitare lo sfratto e un consigliere comunale da eleggere, senza ovviamente “urtare le diverse sensibilità”, prima fra tutte quella del boss Pat McGann. Notare come il problema del seggio vacante nel consiglio comunale si sia aperto proprio dopo che Jessica, nell’episodio pilota, ha costretto a dimettersi un consigliere. In un ambiente meno protetto rispetto a prima, lei si trova dunque a fronteggiare le conseguenze delle sue azioni.
Per i giochi di più lungo periodo, invece, si scopre come a seguire e tracciare tutte le mosse di Miss Pearson e, più in generale, dello staff del sindaco sia l’F.B.I., nientemeno. Quest’ultima rivelazione alza la posta in gioco, mentre amalgama diversi elementi presentati finora.
Nel destreggiarsi in queste acque turbolente, la protagonista mostra un lato più fragile di se stessa, abbastanza inedito per chi la conosce come una vera Queen. Si era già capito come la nuova grande città non fosse pronta ad accoglierla a braccia aperte, ma ora lei si trova ad affrontare un mondo più duro, con personaggi più spietati rispetto a quelli con cui doveva battagliare a New York. Si trova anche priva del conforto dell’amato Jeff Malone.
A Jessica, viene contrapposta la figura di Keri, non solo nel montaggio iniziale, ottimo e adrenalinico, dove ambedue fanno ginnastica per prepararsi ad affrontare la giornata, sulle pimpanti note di I Need A Dollar di Aloe Blacc. Se Jessica è in difficoltà, Keri comincia pian piano a crearsi un’autostima, un po’ grazie allo spintone morale datole da Bobby, il quale giustamente deve stare accanto alla moglie malata di sclerosi multipla, un po’ grazie ad un incontro con alcune studentesse provenienti dalla sua stessa università che la vedono come un modello di donna di successo. Si può solo approvare.
La soluzione dei problemi di giornata è meno favolistica rispetto all’episodio precedente; stavolta, vince la vecchia regola per cui “una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso”. Scatta, infatti, il gioco dei sotterfugi e dei compromessi tra l’approfittare dei precedenti di un ragazzo, che in realtà non aveva fatto niente, e il barattare un candidato consigliere più gradito con una proroga per lo sfratto dei parenti.
In generale, se le grandi linee sono state chiarite e rendono la visione più scorrevole e intrigante, restano ancora diversi punti da limare. La figura di Nick d’Amato, per esempio, non sta certo guadagnando punti nel portare gente in giro senza specificare la destinazione. Yoli, invece, è spesso un po’ troppo sopra le righe. Si spera che proprio a questo serviranno i prossimi episodi, ad un lavoro di revisione per sistemare anche i dettagli così come sono state chiarite e rinforzate le trame principali.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Superintendent 1×02 | 0.56 milioni – 0.11 rating |
The Union Leader 1×03 | 0.47 milioni – 0.11 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).