“I’m a bitch, I’m a mother, I’m a child, I’m a lover, I’m a sinner, I’m a saint, I do not feel the shame…” (Bitch – Meredith Brooks)
La nuova serie targata FOX parte subito male. Viene presentata la protagonista, Madeline Scott, la quale ha scontato dieci anni di prigione da innocente per l’omicidio della sua migliore amica, avvenuto nell’adolescenza dopo una festa, forse di fine liceo, in cui erano tutti un po’ ubriachi. Ragazza di gran carattere, non si è persa d’animo: durante la detenzione si è laureata in legge e ora dedica la sua vita a far scarcerare chi è stato condannato ingiustamente.
Nelle prime scene, la si vede contattare un uomo che, fornendole del DNA, potrebbe aiutarla a risolvere un caso. Lui ha una pistola, la usa per suicidarsi davanti ai suoi occhi e lei… si preoccupa del cane, adottandolo e chiamandolo Atticus. Cioè, praticamente per vedere un caso risolto molto opportunamente dal suicidio del colpevole e sentire citazioni del Buio Oltre La Siepe in ambito legale, si può guardare direttamente The Blacklist.Questo non è certo il modo migliore per creare un legame fra un personaggio e il suo pubblico, anche se, da una donna con un tale peso sulle spalle, non ci si possono certo aspettare atteggiamenti da piccola fanciulla tenera e fiordilatte.
Procedendo, si scopre che Madeline ha un arcinemico: è il procuratore della contea Gore Bellows, colpevole di aver fatto incarcerare lei e il fratello e ora in corsa per un posto da procuratore di Stato. Lo interpreta Kelsey Grammer, la cui carriera, negli ultimi anni, non ha avuto grandi exploit dopo decenni sulla cresta dell’onda con famosissime sitcom quali Cin Cin e Frasier. L’attore sa infondere al suo personaggio grande autorevolezza e carisma, per quanto rappresenti un perfetto stronzo il classico carrierista cinico e amorale.
Beninteso, anche la protagonista Rachelle Lefevre sa fare il suo mestiere. La ricordiamo protagonista di alcuni fra i pochi momenti di vera recitazione nello sfortunato Under The Dome, insieme a Dean Norris. Purtroppo, i personaggi non sono serviti da una buona scrittura dei dialoghi. Il senso dell’umorismo non funziona, forse l’inserimento migliore di battute con cui si vorrebbe alleggerire il clima è la citazione della canzone Bitch, scritta da Meredith Brooks una ventina d’anni fa.
Sempre a proposito di personaggi, per tutti occorrerebbe un bel lavoro di limatura: ad esempio, l’amico di Madeline, interpretato da David Alpay, dentro il pacchetto “bel ragazzo con lavoro affascinante e modi gentili” nasconde un cuore da sciacallo, in quanto vuole approfittare, per così dire, di un’entratura privilegiata con l’avvocatessa per ricavarci scoop giornalistici. A compensare tanta miseria morale dovrebbe esserci Easy like sunday morning… ah no sarebbe il diminutivo di Ezekiel il capo di Madeline, convertito proprio dalla ragazza alla causa della difesa degli innocenti. Il verbo è usato a ragion veduta, in quanto si parla di uomo che cita la Bibbia ad ogni piè sospinto. Anche questo equilibrio, però, non funziona. Due pasticci non fanno una cosa giusta.
Senza infamia e senza lode la trama verticale: è il classico procedurale dove tutto si risolve in modo conveniente entro i 40 – 45 minuti canonici. L’unico incentivo minimo a seguire la puntata successiva è il flashback finale, dove si capisce come, la notte dell’assassinio dell’amica, le cose non siano andate proprio tutte come Madeline credeva.
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Pilot 1×01 | 3.09 milioni – 0.5 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).