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R.I.P. (Recenserie In Peace) – SeinfeldTEMPO DI LETTURA 11 min

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Seinfeld-recensione“Non odiate i “continua” in TV? È terribile sapere che la scritta sta per arrivare. Stai guardando lo show, sei coinvolto dalla storia, mancano cinque minuti e di colpo realizzi: “Non ce la faranno. Timmy è ancora bloccato nella grotta. Non riusciranno a risolvere tutto in cinque minuti!”
Il motivo per cui guardiamo i programmi è perché finiscono. Se voglio una storia lunga e insensata, ho la mia vita.” (Seinfeld 4×01 – The Trip: Part I)

Uno show sul nulla”, questa la riassuntiva tagline con cui il pubblico spesso e volentieri descrive lo show della NBC riprendendo una battuta pronunciata da George Costanza all’interno della quarta stagione mentre descrive Jerry, il fittizio show che verrà ideato ma che non andrà mai oltre il pilot.
Sia Jerry Seinfeld, sia Larry David hanno sottolineato in diverse interviste come trovino ridicola questa descrizione, nonostante si percepisca il tono canzonatorio e satirico nella definizione.
Prima di arrivare al contesto e alla sceneggiatura in sé occorre fare un piccolo passo indietro.
Che cos’è Seinfeld? Seinfeld è universalmente riconosciuta come una delle sitcom migliori e più influenti della storia della televisione, nel 2013 venne addirittura votata dalla WGA come seconda miglior serie meglio scritta dopo I Soprano. Si tratta di una serie tv andata in onda dal 1989 al 1998; 180 episodi; 10 Emmy Award, 3 Golden Globe. Uno show in grado di influenzare non solo le comedy che sarebbero sopraggiunte dopo di lei (Friends il nome che risulta più semplice citare, ma non è l’unica), bensì la cultura americana dell’epoca. Per Seinfeld l’America sembrò bloccarsi la notte del 14 maggio 1998 quando il finale venne mandato in onda: un episodio che ebbe talmente tanta risonanza da bloccare Times Square, riunire oltre cinquemila persone a St. Louis (altri tempi) e creare una sceneggiatura di una puntata di un’altra serie (Dharma & Greg 1×22 – Much Ado During Nothing).

Jerry: I still don’t know what the idea is.
George: It’s about nothing.
Jerry: Right.
George: Everybody’s doing something, we’ll do nothing.
Jerry: So, we go into NBC, we tell them we’ve got an idea for a show about nothing.
George: Exactly.
Jerry: They say, “What’s your show about?” I say, “Nothing.”
George: There you go.
Jerry: I think you may have something there.

ESSERE BANALI NON È MAI STATO COSÌ BELLO


L’oggetto narrativo di Seinfeld è molto semplice. La sitcom prevede quattro personaggi principali che vengono seguiti nella loro vita quotidiana tra incidenti, sfortunate coincidenze, piccole gioie e fortune, brevissime storie d’amore e rapide intromissioni da parte di personaggi secondari o guest star.
I protagonisti sono Jerry Seinfeld, Elaine Benes, Cosmo Kramer e George Costanza. Intro e outro degli episodi vedono Jerry occupato durante uno dei suoi sketch come stand-up comedian, ulteriore aspetto che aumenta il realismo narrativo dello show.
Elaine (Julia Louis-Dreyfus, sei volte vincitrice agli Emmy con Veep) sarebbe errato etichettarla come semplice “ex fidanzata” di Jerry considerato il peso che ha all’interno dello show: figura disorganizzata, egoista, sarcastica fino al midollo e con un pessimo gusto nella scelta dei propri fidanzati.
George (Jason Alexander, recentemente apparso in The Marvelous Mrs. Maisel) è il miglior amico di Jerry, tirchio, egoista, pedante, bugiardo ed omertoso.
Kramer (Michael Richards), vicino di casa di Jerry e figura eclettica all’interno del gruppo quasi impossibile da descrivere con alcuni semplici aggettivi.
Come è facile intuire da quanto sopra scritto, i personaggi potrebbero tranquillamente essere banali personaggi da sitcom che il pubblico incasellerebbe come “antipatici”. Qui entra in gioco la sceneggiatura di Larry David, Jerry Seinfeld e dell’intero corpo di scrittura: gli aspetti negativi, i lati umani più gretti e biechi, vengono esaltati dalla scrittura e raccontati attraverso un caleidoscopio che trasfigura i personaggi rendendoli non solo capaci di risultare simpatici, ma permettendo al pubblico di entrare in sintonia con loro.
Un altro aspetto molto importante per i personaggi è che non esiste crescita e/o evoluzione, non esiste miglioramento: in Seinfeld i quattro protagonisti sono degli imperfetti esseri umani i cui lati negativi vengono mostrati e raccontati attraverso un’ottica di puro e semplice sarcasmo, dalla prima puntata fino alla fine. E tra tutte le caratteristiche, quella che più li accomuna e che riesce a renderli così affiatati è l’egoismo puro e semplice che ognuno di loro riesce a dimostrare in ogni ripresa in cui viene chiamato in causa.
Tra gli autori si sono già citati sia Jerry Seinfeld, sia Larry David (Curb Your Enthusiasm). Ma per completezza gli altri produttori esecutivi dopo l’uscita di Larry David dal ruolo con la fine della settima stagione sono stati: George Shapiro, Howard West, Andrew Scheinman, Alec Berg (Silicon Valley, Barry) e Jeff Schaffer (The League).

Jerry, just remember it’s not a lie if you believe it.

UNO SHOW SUL NULLA? NON PROPRIO


Come può uno show che parla di avvenimenti quotidiani a risultare divertente? Difficile rispondere a questa domanda se non scomodando qualche esempio pratico.

  • Seinfeld, episodio 4×11, The Contest.

Jerry, Elaine, George e Kramer fanno una scommessa su chi tra di loro sarebbe resistito di più senza masturbarsi. Un plot forse sciocco per la sua leggerezza, ma: masturbazione; sitcom del 1992; broadcast channel; show in prima serata. Un episodio in cui il termine masturbazione (bandito dalla stessa NBC) non venne mai effettivamente utilizzato e il suo sostituto, “master of my domain”, divenne una formula di utilizzo comune in America dopo la messa in onda dell’episodio. L’episodio, diventato di culto, verrà ricreato in It’s Always Sunny In Philadelphia (13×07 – The Gang Does A Clip Show).

Jerry: But are you still master of your domain?
George: I am king of the county. You?
Jerry: Lord of the manor.
[…]
Jerry: But the question is… are you still master of your domain?
Elaine: I’m queen of the castle.

  • Seinfeld, episodio 7×09, The Sponge.

George ed Elaine affrontano una piccola crisi quando il marchio Today, produttore della spugna contraccettiva, viene messo fuori mercato.
Ricordiamolo: siamo nel 1995, su un canale generalista in prima serata, mentre si parla di contraccezione e sesso. E anche in questo caso Seinfeld fa scuola perché il termine utilizzato da Elaine per etichettare i propri fidanzati (“sponge-worthy”) diventerà anch’esso come per “The Contest” parte dello slang americano dell’epoca.
Tematiche non da canale generalista che vengono trattate con molta semplicità e leggerezza, non diventando mai qualcosa di ossessivo o ripetitivo ma come puro e semplice sfondo quotidiano della vita dei protagonisti. Tematiche e gestione delle stesse che verranno poi riprese in show come Sex And The City, Girls, 2 Broke Girls, How I Met Your Mother.
Anche la peculiarità dell’oggetto narrativo si può definire “fuori dal tempo”: la sitcom infatti verte su un gruppo di amici che non aveva nessun elemento in comune tra di loro se non una forte amicizia, cosa inusuale per le gli show comedy dell’epoca solitamente di carattere familiare. Fattore, questo del gruppo di amici, che aprirà la strada a Friends, show sempre della NBC che debutterà nel 1994.

  • Seinfeld, episodio 3×06, The Parking Garage – Seinfeld, episodio 2×11, The Chinese Restaurant.

Sono due degli episodi più conosciuti di Seinfeld. Si tratta di due episodi bottiglia, ossia episodi a basso budget e girati in una zona limitata per utilizzare il minor numero di comparse, effetti speciali e strumentazioni. Quale serie migliore per ricreare una situazione di questo tipo se non Seinfeld?
“The Parking Garage” viene interamente girato all’interno di un parcheggio multilivello di un centro commerciale con i protagonisti, persi nella struttura, intenti a cercare la propria auto; “The Chinese Restaurant” è girato (in real time senza stacchi) nella sala d’attesa di un ristorante mentre Jerry, Elaine e George attendono che si liberi il loro tavolo per poi andare al cinema a vedere Plan 9 From Outer Space. Il risultato? I protagonisti non riusciranno né a mangiare, né ad andare al cinema.
“The Chinese Restaurant” ha ispirato un episodio della terza stagione di Friends (“The One Where No One’s Ready”).

  • Seinfeld, episodio 9×10, The Strike.

Episodio natalizio dell’ultima stagione dello show. Festivus è una parodia e festa laica nata dalla mente dello sceneggiatore Dan O’Keefe negli anni sessanta e diventata celebre al popolo americano proprio grazie a questo episodio in cui Frank Costanza (Jerry Stiller, il padre dello Stiller ben più noto, Ben), inventore della festa, la riporta in vita contrapponendola al consumismo imperante del Natale.
Anche in questo caso Seinfeld farà scuola visto che le false festività all’interno delle serie tv divennero un vero e proprio strumento in mano agli sceneggiatori. Alcuni esempi? Chrismukkah in The O.C., Treat Yo’ Self in Parks And Recreation, Trasghgiving in Sesame Street.
Non esiste tematica che in Seinfeld venga presa seriamente, nemmeno la morte di uno dei personaggi secondari più ricorrenti scuoterà gli animi venendo presa come una banale notizia sottolineando, come se fosse ancora necessario, l’egoismo imperante che contraddistingue i quattro protagonisti dello show. Surreale e terribilmente affascinante.

I come from a long line of quitters. My father was a quitter, my grandfather was a quitter. I was raised to fail.

VOLTI NOTI E CITAZIONI CINEMATOGRAFICHE


Trattandosi di una serie tv andata in onda tra la fine degli anni ottanta e l’intera decade degli anni novanta, le guest star (o personaggi secondari abbastanza stabili) che sono poi diventati volti noti della televisione sono innumerevoli. Accade sempre con produzioni d’annata: se per esempio oggi si decidesse di riguardare The X-Files non si finirebbe mai di annotare le comparse di allora poi diventate celebri.
Alcuni esempi pratici?

  • Jennifer Coolidge (la mamma di Stifler, apparsa di recente anche in The White Lotus);
  • Teri Hatcher (Desperate Housewives);
  • Wayne Knight (JFK, Basic Instinct, Jurassic Park);
  • Bryan Cranston (Breaking Bad, The X-Files);
  • Michael Chiklis (The Shield);
  • Kristin Davis (Melrose Place, Sex And The City);
  • Anna Gunn (Breaking Bad);
  • Courteney Cox (Friends);
  • Debra Messing (Will & Grace);
  • Catherine Keener (Kidding, Forever, Essere John Malkovich, Truman Capote);
  • Jon Voight (24, Ray Donovan);
  • Marisa Tomei (la zia May del nuovo Spiderman della Marvel);
  • James Spader (The Office, The Blacklist);
  • Megan Mullally (Will & Grace);
  • Lauren Graham (Gilmore Girls);
  • Peter Stormare (Prison Break);
  • Jon Favreau (sceneggiatore e regista di The Mandalorian);
  • Bob Odenkirk (Breaking Bad, Better Call Saul);

Un altro aspetto che ha sempre affascinato Larry David è il citazionismo cinematografico. Jerry, George, Elaine e Kramer sono persone comuni che hanno, come principale passatempo serale, il cinema. Cosa abbastanza comune negli anni ’90, quando l’era digitale ancora doveva sopraggiungere. Ecco quindi che gli sceneggiatori si sono divertiti a ricreare sia vere e proprie sequenze di celebri pellicole di Hollywood, sia sfruttare scorci di dialoghi e monologhi facendoli proferire dai personaggi in scena. In questo video su YouTube è possibile riscontrarne alcuni, ma ecco qui sotto un veloce elenco di alcune delle celebri pellicole richiamate da Larry David & CO. all’interno dello show:

  • Frankenstein (1931) diretto da James Whale
  • Duck Soup (1933) diretto da Leo McCarey
  • Dark Victory (1939) diretto da Edmund Goulding
  • Citizen Kane (1941) diretto da Orson Wells
  • Casablanca (1942) diretto da Michael Curtiz
  • Sunset Boulevard (1950) diretto da Billy Wilder
  • A Streetcar Named Desire (1951) diretto da Elia Kazan
  • The Hustler (1961) diretto da Robert Rossen
  • Whatever Happened to Baby Jane? (1962) diretto da Robert Aldrich
  • The Graduate (1967) diretto da Mike Nichols
  • Midnight Cowboy (1969) diretto da John Schlesinger
  • Patton (1970) diretto da Franklin J. Schaffner
  • The Godfather (1972) diretto da Francis Ford Coppola
  • The Godfather Part II (1974) diretto da Francis Ford Coppola
  • Three Days of the Condor (1975) diretto da Sydney Pollack
  • Marathon Man (1976) diretto da John Schlesinger
  • Taxi Driver (1976) diretto da Martin Scorsese
  • Apocalypse Now (1979) diretto da Francis Ford Coppola
  • Elephant Man (1980) diretto da David Lynch
  • Absence of Malice (1981) diretto da Sydney Pollack
  • Star Trek II: The Wrath of Khan (1982) diretto da Nicholas Meye
  • Broadway Danny Rose (1984) diretto da Woody Allen
  • A Cry in the Dark (1988) diretto da Fred Schepisi
  • Batman (1989) diretto da Tim Burton
  • The Godfather Part III (1990) diretto da Francis Ford Coppola
  • Thelma & Louise (1991) diretto da Ridley Scott
  • JFK (1991) diretto da Oliver Stone
  • Basic Instinct (1992) diretto da Paul Verhoeven
  • The Last of the Mohicans (1992) diretto da Michael Mann
  • Scent of a Woman (1992) diretto da Martin Brest
  • A Few Good Men (1992) diretto da Rob Reiner
  • In the Line of Fire (1993) diretto da Wolfgang Petersen
  • The Fugitive (1993) diretto da Andrew Davis
  • Pulp Fiction (1994) diretto da Quentin Tarantino

SEINFELD: LA SITCOM RIVOLUZIONARIA


L’episodio finale di Seinfeld venne guardato in diretta da un pubblico stimato di circa 76 milioni di persone. Cifre folli e fuori dal tempo considerate quelle odierne. Una delle immagini più celebri di quel finale, una di quelle che rappresenta perfettamente un’epoca, è quella richiamata in apertura di recensione: Times Square gremito di newyorkesi intenti a seguire l’ultimo appuntamento con i propri beniamini.
Uno show invecchiato benissimo, forte di una comicità progressista all’epoca e per questo motivo fuori dal tempo e accattivante ancora oggi. Seinfeld è l’apripista delle comedy andate in onda dalla metà degli anni ’90 in poi. Uno show semplicemente rivoluzionario e che merita di essere recuperato senza alcun tipo di indugio.

Seinfeld… you magnificent bastard! (Seinfeld 8×20 – The Millenium; citazione a Patton)

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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