Recensione Chip 'N Dale Disney
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Chip ‘N Dale: Rescue Rangers

Una narrazione adulta ed intelligente, un mix tra generi cinematografici e stili d'animazione e un cast stellare fanno di questo Chip 'N Dale: Rescue Rangers un piccolo gioiello del panorama dell'animazione contemporanea che merita assolutamente di essere recuperato.

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In un mondo dove umani e personaggi dei cartoni animati convivono, Chip (John Mulaney) e Dale (Andy Samberg) si incontrano alle elementari e, messi da parte dal resto dei compagni di scuola, diventano subito migliori amici. Successivamente i due si trasferiscono a Hollywood in cerca di successo e, dopo varie comparsate in spot pubblicitari e spettacoli minori, finalmente riescono ad ottenere il loro show televisivo: Chip ‘n Dale: Rescue Rangers, un grandissimo successo all’inizio degli anni ’90. Quando però Dale ottiene il suo spettacolo, Double-O-Dale, i due litigano e si separano, portando alla cancellazione di entrambi gli spettacoli. Trent’anni dopo, Chip è un venditore di assicurazioni mentre Dale, sottopostosi ad un intervento di chirurgia CGI, trascorre la maggior parte del suo tempo nel circuito delle convention di fumetti. I due vengono contattati dal loro vecchio amico Monterey Jack (Eric Bana), che deve dei soldi allo spietato boss della malavita Sweet Pete (Will Arnett) a causa della sua dipendenza da formaggio puzzolente. Più tardi quella notte, i due vengono informati che il loro amico è stato rapito, e decidono così di unire le forze e rimettere insieme i Rescue Rangers per portare in salvo Monterey Jack.

Geniale. Non ci sono altre parole in grado di riassumere così bene la natura di questo reboot/omaggio alla serie iconica Cip e Ciop Agenti Speciali andata in onda a cavallo tra ’89 e ’90. Reso disponibile su Disney+ dal 20 Maggio, Chip ‘N Dale: Rescue Rangers è un vero e proprio crossover tra studi di animazione che spazia tra i più svariati stili (molto di ciò che si vede è realizzato con la tecnica del cel shading), passando dal 2D alla CGI, fino ad arrivare a pupazzi animati in stop motion. La pellicola regala al suo pubblico un prodotto dalla trama semplice ma solida, infarcito di quel fan service “buono” che rappresenta solo il contorno e non la colonna portante dell’intera pellicola, lavoro visibilmente influenzato dal tocco di Akiva Schaffer e, in generale, dalla follia comicità dei The Lonely Island.
Il segreto del successo di questa operazione, senza dubbio, risiede in parte nella capacità autoriale di rievocare intelligentemente i grandi del cinema con tecnica mista – come ad esempio Chi Ha Incastrato Roger Rabbit o Space Jam – infarcendo la pellicola con qualsivoglia citazione alla pop culture e limitando, fortunatamente, le interazioni tra cartoni animati ed esseri umani, rendendo il tutto ancora più “credibile”.
Esattamente come accade per le animazioni, anche la narrazione è il risultato della commistione tra più generi cinematografici, prediligendo inizialmente il noir, virando poi verso l’action anni Novanta e il buddy film. Una narrazione che inoltre porta con sé una (neanche troppo) velata critica a questo particolare momento storico fatto di continui reboot dalla dubbia utilità, ma che soprattutto mostra un’inaspettata autoironia da parte di casa Disney, storicamente non proprio ben disposta a prendersi in giro pubblicamente.

CI-CI-CI-CIP E CIOP, GRANDI EROI!


Partendo dalla stessa premessa dei già citati capisaldi del cinema con tecnica mista secondo la quale uomini e cartoni animati convivono normalmente all’interno della società, il film decide di cambiare radicalmente prospettiva circa la concezione del pubblico rispetto ai due famosi scoiattoli della Disney. I personaggi di un cartone animato diventano così veri e propri attori, con personalità (e a quanto pare anche voci) ben diverse da quelle dei character da loro interpretati all’interno del loro show, con problemi “umani” con i quali lo spettatore può empatizzare.
In questo modo, la serie animata degli anni Novanta diventa solo un pretesto narrativo, un elemento sullo sfondo, utile a dare il via alla trama del film e mai veramente punto focale di questo reboot. La pellicola riprende alla perfezione le atmosfere della serie animata, riportando per un attimo gli spettatori più grandicelli a quei momenti di felicità e spensieratezza passati a guardare su Disney Channel (talvolta pure sulla Rai) le storie di due scoiattolini dalla voce stridula e dei loro compagni di avventure; ma allo stesso tempo porta la caratterizzazione dei personaggi su tutt’altro livello, proprio grazie al fatto che ora al pubblico è dato conoscere la personalità degli “attori” che si nascondono dietro i personaggi da loro interpretati sul piccolo schermo.
A sorpresa il film non si limita al puro intrattenimento, dedicando invece ampio spazio all’introspezione e alla critica all’industria cinematografica tout court. Basti pensare, tanto per citare uno dei tanti esempi presenti, a Sweet Pete e al suo tracollo dovuto all’arrivo della pubertà, uno dei tanti attori bambini divenuti famosi e poi letteralmente gettati via una volta perso il loro fascino bambinesco. Una critica che resta comunque sullo sfondo e che viene in qualche modo alleggerita dalle centinaia di easter egg e citazioni sparse qua e là per il film e dalle innumerevoli idee geniali partorite dalla penna di Dan Gregor e Doug Mand (in passato entrambi nel team di How I Met Your Mother).

CI-CI-CI-CIP E CIOP SEMPRE CON NOI!


Tra camei e partecipazioni illustri, la pellicola mette subito in chiaro l’intenzione di non prendersi troppo sul serio, raccontando una storia dalla trama molto semplice, basata sugli stilemi classici di genere quindi rottura, ricongiungimento, risoluzione del conflitto e così via, ma impreziosito dall’evidente impegno autoriale per quanto riguarda la cura dei dettagli.
Si tratta di un prodotto che sicuramente verrà apprezzato a pieno dai fan della serie originale, ma che può essere usufruito anche da chi ha vissuto sotto un sasso negli ultimi 30 anni e non ha mai visto un episodio di Cip e Ciop.
Piccola nota dolente: il doppiaggio italiano. Lungi dal voler criticare l’opera di doppiaggio nella sua concezione più generale, in questo caso forse la scelta dei due interpreti, Raoul Bova e Giampaolo Morelli, seppur validi attori, non ha portato al risultato sperato. Se si tiene conto degli interpreti originali, Andy Samberg (Brooklyn Nine Nine) e John Mulaney (Big Mouth), onestamente sarebbe stato difficile tenere il passo a prescindere, ma l’impressione è che in questo caso si sia andati a scegliere due personalità più per una semplice questione di marketing, magari per fare presa sui genitori più che sui figli, che per una reale attinenza rispetto al ruolo da interpretare.


Senza dubbio uno dei migliori film di animazione di questo 2022 e sicuramente una delle operazioni di reboot meglio riuscite di sempre. Una storia in grado di intrattenere sia grandi che piccini e che fa del fattore nostalgia uno dei suoi punti cardine.
Una narrazione adulta ed intelligente, un mix tra generi cinematografici e stili d’animazione e un cast stellare fanno di questo Chip ‘N Dale: Rescue Rangers un piccolo gioiello del panorama dell’animazione contemporanea che merita assolutamente di essere recuperato.

 

TITOLO ORIGINALE: Chip ‘N Dale: Rescue Rangers
REGIA: Akiva Schaffer
SCENEGGIATURA: Dan Gregor, Doug Mand

INTERPRETI: John Mulaney, Andy Samberg, Will Arnett, Eric Bana, Seth Rogen, JK Simmons, Keegan-Michael Key, KiKi Layne
DISTRIBUZIONE: Walt Disney Studios
DURATA: 97′
ORIGINE: USA, 2022
DATA DI USCITA: 20/05/2022

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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