Due cugini (Jesse Eisenberg e Kieran Culkin) viaggiano in Polonia per riconnettersi con le loro radici ebraiche. Mentre affrontano vecchi rancori e incomprensioni familiari, s’imbattono in situazioni ora comiche, ora dolorose, bilanciando ironia e introspezione riflettendo l’autenticità di una storia personale e il legame intricato tra identità e memoria. |
A Real Pain è un film che, a prima vista, potrebbe passare inosservato per via del budget contenuto e della sua natura spiccatamente personale. Eppure, grazie alla regia, alla sceneggiatura e all’interpretazione di Jesse Eisenberg, riesce a farsi notare e a emozionare, conquistando persino un successo ai Golden Globe che né l’autore né il pubblico avrebbero forse immaginato fin dalle premesse.
La forza di questa pellicola risiede nell’approccio intimo e onesto in cui Eisenberg riversa esperienze legate alle proprie origini ebraiche, polacche e ucraine, affrontandole con un misto di dramma e leggerezza. Il risultato è un’opera capace di parlare di identità, conflitti interiori e legami familiari, senza cedere alle lusinghe di un facile sentimentalismo che è palesemente non voluto dallo stesso autore.
Per comprendere appieno il valore di A Real Pain, bisogna tenere conto del contesto in cui è nato: un budget di soli tre milioni di dollari e la volontà di Jesse Eisenberg di raccontare una storia estremamente personale, senza rincorrere l’approvazione della critica o i favori del grande pubblico. Ciò che si ottiene, invece, è un film che mantiene un respiro “piccolo” ma denso di significato, capace di parlare a chiunque si sia mai confrontato con il retaggio della propria famiglia e con i ricordi ingombranti di un passato non del tutto compreso.
L’IMPORTANZA DI AVERE OTTIMI ATTORI COME PROTAGONISTI
Essendo un film a basso budget e con una storia più o meno già vista, potrebbe sembrare casuale tutto questo successo di critica e di pubblico, visto che sarebbe potuto finire serenamente nel dimenticatoio con un casting diverso. La presenza di Kieran Culkin è infatti uno degli elementi centrali che conferisce spessore al film. La sua interpretazione, carismatica e volutamente in bilico tra sarcasmo e vulnerabilità, porta sullo schermo un personaggio che condivide alcuni molti tratti di Roman Roy, figura iconica di Succession, pur manifestando sfumature nuove e meno ciniche anche perché derivanti da due storie personali ben diverse.
L’alchimia tra Culkin ed Eisenberg, nei ruoli di due cugini, è palpabile: il loro rapporto si basa su scontri verbali nati da due caratteri diametralmente opposti dove uno più introverso (Eisenberg) vive di silenzi eloquenti “per il lieto vivere” e l’altro (Culkin) decisamente ben più che estroverso si nutre di un onesto sarcasmo distruggendo qualsiasi barriera/limitazione si trovi di fronte. Ed è da qui che i due si ritrovano a confronto diretto o, meglio dire, indiretto, costretti a riflettere l’uno sull’altro, il tutto notando comunque che il character interpretato da Jesse Eisenberg sia costruito di riflesso rispetto a quello di Culkin. Scelta curiosa ma anche piuttosto riuscita.
You light up a room and then you shit all over everything in it.
UN FILM “FRUGALE” E UN FINALE DA MENZIONARE ALMENO UN PO’
La recitazione di Culkin non è l’unico elemento a rendere il film superiore alle aspettative. Eisenberg, anche in veste di regista, dimostra una notevole abilità nel gestire un racconto a basso budget, puntando sui dialoghi e sulle interazioni umane anziché su scene spettacolari o sequenze dal taglio hollywoodiano. Le limitazioni produttive, in questo caso, risultano un valore aggiunto: tutto è focalizzato sulle dinamiche fra i personaggi e sulle ambientazioni raccolte che si tramutano in cornici intime per il dipanarsi di un dramma tanto personale quanto universale.
Un altro aspetto peculiare di A Real Pain è la gestione del ritmo narrativo. Pur non essendo un film lungo (solo 90 minuti), sceglie di prendersi i suoi tempi per sviscerare conflitti e riconciliazioni tra i due cugini, ponendo l’accento sulle piccole sfumature che caratterizzano la vita quotidiana. Questo metodo può apparire talvolta dilatato visto che si continua a creare un conflitto che non si affronta mai, ma consente di approfondire le motivazioni dei personaggi e di rendere autentico il loro percorso di crescita volto al riconnettersi. Quello che a uno sguardo distratto potrebbe sembrare un “riempitivo”, in realtà diventa il motore di un confronto interiore che prende forma dietro dialoghi anche banali ma soprattutto dietro i vari silenzi che si susseguono.
We’re on a Holocaust tour. If now is not the time to grieve, I don’t know what to tell you…
Particolarmente significativo è il finale, privo di un vero e proprio lieto fine. La scelta di concludere la storia in modo amaro e realistico conferisce al film un’identità sincera e coerente con il resto della narrazione visto che non si scade in soluzioni consolatorie, né si cerca di risolvere ogni dilemma dei protagonisti nel poco tempo a disposizine. Al contrario, si lascia allo spettatore la sensazione che la vita continui, con i suoi alti e bassi, e che i legami familiari, per quanto difficili, possano rappresentare al tempo stesso una fonte di dolore e una risorsa indispensabile per ritrovare se stessi.
Il successo ottenuto, culminato in un riconoscimento per Culking ai Golden Globe, non appare affatto immeritato. A Real Pain non cerca la grandezza, bensì la verità di un racconto intimo: la semplicità del suo impianto narrativo e la solidità delle interpretazioni permettono alla pellicola di trovare una dimensione propria, ben lontana dalle logiche delle produzioni di massa. La stessa conclusione, priva di facile ottimismo, testimonia la volontà di Eisenberg di confrontarsi con temi e dinamiche reali, chiudendo il cerchio su un percorso che, nella vita come sullo schermo, non sempre offre finali rassicuranti.
TITOLO ORIGINALE: A Real Pain REGIA: Jesse Eisenberg SCENEGGIATURA: Jesse Eisenberg INTERPRETI: Jesse Eisenberg, Kieran Culkin, Will Sharpe, Jennifer Grey, Kurt Egyiawan, Liza Sadovy, Daniel Oreskes DISTRIBUZIONE: Searchlight Pictures DURATA: 90′ ORIGINE: USA/Polonia, 2024 DATA DI USCITA: 27/02/2025 |