Army Of The Dead recensione
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Army Of The Dead

Il nuovo film di Zack Snyder e Netflix presenta un'apocalisse zombie degna di nota in quel di Las Vegas.

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Dopo un incidente che ha trasformato l’intera Las Vegas in un luogo infestato da orde di zombie, un miliardario proprietario di un casinò (Hiroyuki Sanada) recluta un gruppo di mercenari capitanato da Scott Ward (Dave Bautista) per andare a recuperare 200 milioni di dollari nel cassaforte del casinò. Il tutto prima che Las Vegas venga completamente distrutta.

 

Zack Snyder sta sicuramente vivendo un periodo estremamente prolifico e quasi redentore della sua carriera. Ovviamente il tutto è dovuto alla famigerata Snyder’s Cut della Justice League di cui si è parlato in lungo ed in largo; Snyder’s Cut che, proprio mentre si stanno scrivendo queste righe, è richiesta a gran voce da tutti i fan (#ReleaseTheSnyderPunch) rimasti delusi da quel Sucker Punch drammaticamente massacrato da pubblico e critica al botteghino.
Army Of The Dead esce quindi in un momento d’oro su Netflix, anche solo per il semplice hype che è generato in automatico da qualsiasi progetto a cui è associato il nome del regista statunitense. Non che i film del regista del Wisconsin non siano validi, però sicuramente non è tutto oro quel che luccica grazie al fandom di Snyder e ai trend topic su Twitter. In questo caso l’ultima fatica di Snyder non è un capolavoro ma sicuramente è un gran bel film: godibile, sanguinolento, a tratti ironico, stilisticamente ben curato ma anche vittima di un minutaggio piuttosto snyderiano. Ma su quest’ultimo punto si tornerà in seguito perché prima bisogna doverosamente parlare della storia della pellicola.

UN FILM DURATO 14 ANNI


La produzione di Army Of The Dead (un po’ come tutti i film di Snyder) non è stata serenissima, tanto che l’inizio dei lavori risale addirittura all’era geologica nota come 2007, ovvero dopo gli ottimi risultati del remake de L’Alba Dei Morti Viventi di George Romero e di 300.
Proprio basandosi su questi due film, Snyder paventava il progetto di una pellicola ambientata a Las Vegas su di un padre che prova a salvare sua figlia da un’apocalisse imminente, pellicola che però non vide mai la luce fino ad ora. Una volta cominciata la produzione sotto l’egida della Warner Bros. Pictures, la crisi finanziaria del 2008 bloccò tutto non essendo il film una grande priorità per la Warner, che infatti mise poi la produzione in hiatus fino al 2012 quando venne definitivamente cancellato a causa dei costi di lavorazione.
Dopo un tentativo della Legendary Pictures di riportarlo in vita (ossimoro visto il tema), nel 2019 Netflix ha acquistato i diritti trasformandolo in un “heist-zombie movie” e ha, ovviamente, guardato più nel lungo periodo, pensando di creare un franchise ordinando anche un prossimo spin-off (in versione anime) sempre prodotto da Snyder intitolato Army Of The Dead: Lost Vegas e anche un prequel Army Of Thieves con Matthias Schweighöfer come protagonista sempre nel ruolo dello scassinatore. Insomma: questo Army Of The Dead è solo (un bel)l’ inizio.

UN FILM DURATO 148 MINUTI


Come accennato in precedenza, Snyder ha un certo cliché verso il minutaggio dei suoi film ed è una “peculiarità” che ha sviluppato nell’ultima decade visto che delle quattro pellicole che ha girato non ce n’è una che scenda sotto i 120 minuti. Un conto è però se c’è una trama molto articolata, un altro è se si sta “semplicemente” aggiungendo elementi non fondamentali alla durata. Army Of The Dead, con i suoi 148 minuti, risulta ovviamente impegnativo nella visione, però è anche dotato di quel carisma e di quel ritmo che permettono al film un minutaggio così estremo pur essendo uno zombie movie.
Evitando (come al solito) di fare spoiler, partendo dall’inizio, i titoli di apertura con cui Snyder presenta i vari Bautista, Purnell, Hardwick e Schweighöfer sono fantastici: alla canzone “Viva Las Vegas” si abbina un veloce riassunto flashback che intrattiene, risalta nel contesto apocalittico ed incuriosisce. Una curiosità che fortunatamente viene mantenuta come tale lungo praticamente tutto il film grazie a questo strano, ma riuscitissimo, mix tra rapina al casinò e apocalisse zombie.

It’s a goddamn zombie tiger! That’s crossing the line…

Bautista, alla sua prima vera volta come protagonista di un film, riesce a destreggiarsi piuttosto bene sia nelle scene d’azione che in quelle più personali con la figlia cinematografica interpretata da Ella Purnell, vero e proprio tallone da killer d’Achille del film. Tutti i momenti discutibili della pellicola hanno infatti in comune proprio la presenza della Purnell che, se lasciata da sola, rimane completamente vittima di uno script che si esprime al proprio peggio solamente con lei (vedasi la ricerca di Geeta iniziata e terminata senza alcun tipo di raziocinio). Il resto, per essere uno zombie movie che abbraccia le idee di Io Sono Leggeda, è veramente ben fatto e non scade praticamente mai nel ridicolo.
Last but not least, è doveroso spendere qualche parola sui vari slow motion presenti lungo il film: necessari o meno che siano, sono ormai un marchio di fabbrica presente nelle pellicole di Snyder che li usa a piacimento abusandone molto spesso. Possono funzionare in un film che si prende sul serio fino ad un certo punto (come questo), ma potrebbero infastidire in altri contesti. Fortunatamente non è questo il caso.


Nonostante le 2 ore e 28 minuti a disposizione, sulla carta estremamente eterne per un film con i morti viventi, Army Of The Dead riesce nell’impresa di non risultare monotono e, anzi, ha un piglio in più proprio per merito dell’effetto “heist movie”. Bautista si rivela un ottimo protagonista capace di caricarsi sulle spalle il peso del film ma anche i vari comprimari fanno il loro sporco lavoro. Ora non resta che aspettare la visione dello spin-off, del prequel e chissà, magari anche del sequel.

 

TITOLO ORIGINALE: Army Of The Dead
REGIA: Zack Snyder
SCENEGGIATURA: Zack Snyder, Shay Hatten, Joby Harold
INTERPRETI: Dave Bautista, Ella Purnell, Omari Hardwick, Ana de la Reguera, Theo Rossi, Matthias Schweighöfer, Nora Arnezeder, Hiroyuki Sanada
DURATA: 148′
ORIGINE: USA, 2020
DATA DI USCITA: 20/05/2021

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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