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Recensione film Crudelia Disney Emma Stone
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Crudelia

Recensione di Crudelia, film di Craig Gillespie che narra le origini dell'iconica cattiva Disney Crudelia De Mon.

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Il film racconta le origini e la vita di Crudelia De Mon, la villain de La Carica Dei 101, diventata famosa in tutto il mondo in seguito all’uscita del cartone animato, nel 1961.

 

Più di Jafar, più di Capitan Uncino, più della regina Grimilde, più della matrigna di Cenerentola, ancor più di Malefica (su cui è forse meglio stendere un velo pietoso), c’è la regina dei cattivi Disney. Personaggi entrati nell’immaginario collettivo, a immagine e somiglianza dei classici d’animazione che hanno ispirato generazioni di bambini, tutti capeggiati dalla villain al 39° posto della classifica AFI’s 100 Years… 100 Heroes and Villain: Crudelia De Mon Cruella De Vil.
Proseguendo sulla wave di film spin-off dedicati ad approfondire alcuni personaggi iconici della Disney, arriva Crudelia. La pellicola, diretta da Craig Gillespie (I, Tonya), e sceneggiata da Dana Fox e Tony McNamara (La Favorita, The Great), racconta le origini dell’elegante ma spregiudicata stilista. Le due protagoniste sono i due premi Oscar Emma Stone (La La Land, Maniac) ed Emma Thompson (Ragione E Sentimento, Casa Howard), mattatrici del film nella loro rivalità nel campo lavorativo e fuori.
La figura dell’antagonista di quel capolavoro che è La Carica Dei Cento E Uno viene tratteggiata come una persona profondamente bipolare. Viene presentato il suo lato chiaro, soprannominato col suo nome di battesimo Estella, ed il lato oscuro che prima o poi prenderà il sopravvento, Cruella. Applicando questa chiave al film si evincono parecchi lati positivi che esaltano la pellicola e arricchiscono di sfumature il personaggio. Purtroppo si evidenziano altrettante note negative, rendendo Crudelia un film bipolare tanto quanto la protagonista stessa.

ESTELLA


Il lato Estella del film è sicuramente caratterizzato per prima cosa dai costumi. Il lavoro svolto da Jenny Beavan, costumista del film vincitrice di due premi Oscar per Mad Max: Fury Road e Camera con Vista, è eccellente. Il film narra l’ascesa della carriera della giovane Estella come stilista negli anni 60′ londinesi. Viene quindi concesso ampio margine al dipartimento costumi per svariare e dare libero sfogo alla fantasia.
La sceneggiatura ha dei guizzi molto buoni che sopperiscono ad alcune lacune più o meno gravi. È sempre una sfida ardua rendere appassionante un prequel a causa della natura stessa di prequel. Tuttavia il punto di partenza del film, molto lontano da quello del film d’animazione del 1961, permette di raccontare una storia nuova e inaspettata per lo spettatore. In più, i colpi di scena sono molto ben costruiti e garantiscono l’effetto desiderato. Un valore aggiunto non da poco per un film di cui lo spettatore si aspetta di sapere già tutto.
Il cast è diretto molto bene. Le spalle comiche Jasper (Joel Fry) e Horace (Paul Walter Hauser) si discostano (soprattutto il primo) dalle versioni che tutti già conoscono, ma risultano piacevoli nell’economia della pellicola. Emma Stone si conferma una star capace di reggere anche un film non brillante grazie al suo carisma e alle sue doti recitative. Le new-entry sono molto azzeccate e, in particolare, la Baronessa di Emma Thompson è un personaggio spettacolare. Paragonato per il suo rapporto con la giovane Estella alla Meryl Streep de Il Diavolo Veste Prada, la Baronessa sembra addirittura più Crudelia De Mon della Cruella stessa (e la spiegazione è dietro l’angolo…).
Infine colpisce anche la computer grafica messa in campo nella realizzazione dei cani (dalmata e non). Non più una novità dopo i risultati eccellenti raggiunti ne Il Re Leone di Jon Favreau, però fa sempre piacere vedere operativamente le più recenti evoluzioni tecnologiche in campo.

CRUELLA


I classici Disney, in particolare quelli pre-2000, sono noti per la quasi assenza di silenzi durante i film. Crudelia, in un certo senso, riprende questa caratteristica, stravolgendola però e rendendola un peso. Gillespie, dopo una carriera negli spot pubblicitari, lascia fin troppo il segno, farcendo le scene di canzoni famosissime della scena punk-rock britannica degli anni ’60. Va bene l’inserire qualche riferimento storico-culturale qua e là, ma in questo caso spesso le canzoni si sovrastano l’un l’altra, con delle fastidiosissime dissolvenze in chiusura fin troppo evidenti che delineano il passaggio tra una scena e l’altra. Questa scelta non lascia neanche spazio per la colonna sonora originale che non riesce mai a fuoriuscire dal marasma.
La scelta di una Cruella punk ben si sposa con il setting del film visto come stand-alone, in quanto rivoluzionaria, un netto distacco dallo stile classico che ben si sposa con l’ambientazione degli anni ’60. Purtroppo però questa decisione implica l’assenza totale del jazz, segno distintivo del film originario.
Laddove il film riesce a scansare le buche che rappresentano i cliché dei prequel/spin-off, cade totalmente in altre banalità. Infatti, spesso e volentieri la pellicola è fin troppo didascalica nel sottolineare scene, personaggi, richiami al film d’animazione. Sono molto più apprezzate le citazioni (la risata di Prigionieri dell’Oceano) ed i riferimenti impliciti che lo spettatore può cogliere senza che gli sia sbattuto in faccia con l’evidenziatore, come il look che richiama la Crudelia di Glenn Close, alcuni cani ben noti e la passione dei dalmata per la televisione.

SCELTE OBBLIGATE


Bisogna poi fare i conti con delle scelte obbligate che potrebbero far storcere il naso ai più anche se, tuttavia, non devono avere peso specifico nella valutazione della pellicola.
L’esempio più lampante è l’adattamento, per forza di cose diverso dall’originale fatto da Roberto De Leonardis. Crudelia De Mon diventa Cruella De Vil (anche se però il film si chiama Crudelia) per non perdere il gioco di parole tra Cruella ed Estella. Gaspare e Orazio rimangono Jasper e Horace. Addirittura Rudy diventa Roger, complicando il riconoscimento da parte dello spettatore, complice una dissomiglianza dal personaggio animato.
Come per ogni film dedicato ad un villain Disney, il protagonista finisce per avere una sorta di redenzione. Si giustificano parzialmente le sue azioni successive, e per farlo viene creata la figura della Baronessa. La Cruella di Emma Stone non è ancora la donna maligna che tutti conoscono, e forse ci sarà spazio per assottigliare questa distanza in un vociferato sequel.


È difficile dare una valutazione a Crudelia. Il film ha molti punti veramente forti, ma anche dei pesi sul groppone difficili da far andare giù. A tutto ciò si aggiunge la regia di Gillespie che, seppur ottima nella direzione attoriale, osa forse un po’ troppo e troppo spesso. Sembra di star vedendo tanti spot montati uno dopo l’altro, complici gli “stacchetti” di pezzi famosissimi come Should I Stay Or Should I Go e Stone Cold Crazy.
In più, la durata sembra forse eccessiva. Soprattutto nel primo atto molte sequenze potevano essere agilmente tagliate per rendere più scorrevole e veloce possibile il preludio, passando alla narrazione vera e propria. Tirando le somme tra pro e contro, però, la sufficienza sembra abbastanza meritata. Un film con evidenti problemi, ma da vedere per trascorrere una serata carina e, soprattutto, per avere un buon motivo per rivedere La Carica Dei Cento E Uno.

 

TITOLO ORIGINALE: Cruella
REGIA: Craig Gillespie
SCENEGGIATURA: Dana Fox, Tony McNamara

INTERPRETI: Emma Stone, Emma Thompson, Mark Strong, Joel Fry, Paul Walter Hauser
DISTRIBUZIONE: Walt Disney Studios
DURATA: 134′
ORIGINE: USA, 2021
DATA DI USCITA: 26/05/2021 (cinema), 28/05/2021 (Disney+)

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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