recensione Beverly Hills Cop Axel F
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Un Piedipiatti A Beverly Hills – Axel F

Netflix punta ancora una volta sull'effetto nostalgia rispolverando la saga cinematografica di Beverly Hills Cop e dell'agente Axel Foley, interpretato, ancora una volta, da Eddie Murphy, qui più in forma che mai nonostante l'avanzare del tempo.

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Il tenente della polizia di Detroit, Alex Foley, torna a Beverly Hills con il compito di indagare sulla corruzione in cui versa il Dipartimento. Ad accompagnarlo, la figlia Jane e il suo ex fidanzato Bobby Abbott.

Ancora una volta il periodo estivo è il migliore per rispolverare franchise storici e immergere lo spettatore in un clima nostalgico quasi da saudade brasiliana che proprio la stagione porta inevitabilmente con sé.
Così ecco che la piattaforma di streaming più famosa al mondo decide di ripescare una delle saghe cinematografiche più note degli anni ’80-’90. Si sta ovviamente parlando della saga di Beverly Hills Cop (meglio nota in Italia con il nome di Un Piedipiatti a Beverly Hills). una trilogia di film action il cui eroe-protagonista indiscusso è Axel Foley, agente della polizia di Detroit “fuori dagli schemi” interpretato da Eddie Murphy.
Un ruolo che già all’epoca veniva considerato innovativo, anche perché si tratta di una delle poche – probabilmente la prima – saghe action che ha come protagonista un poliziotto afro-americano. Con tutto il contorno di critica sociale che tale scelta comportava e comporta nel contesto statunitense. Da qui lo schema fisso della saga che prevede come Axel Foley porti tutta la sua esuberanza lavorativa e i suoi cortocircuiti linguistici in un contesto da ricchi puritani come quello di Beverly Hills. Questo è stato il motivo principale del successo della saga (unito al carisma e alla simpatia dell’attore protagonista), una formula che viene ora riproposta con un titolo che, giustamente, conferma il valore del personaggio in questione anche negli USA di oggi.

IL RITORNO DI AXEL FOLEY & SOCI


Così, accompagnato dal solito motivetto musicale di Harold Faltermeyer, fin dalle prime inquadrature lo spettatore si trova catapultato nel mondo di Axel Foley, alle prese con i soliti grattacapi con i suoi superiori. La pellicola non fa assolutamente nulla per snaturare la saga, anzi, si pone esattamente come proseguimento dei film precedenti. Lo spettatore ritrova quindi tutti i volti già noti dei precedenti capitoli, da Paul Reiser a Judge Reinhold passando per John Ashton a Bronson Pinchot nel ruolo iconico di Serge. Tutti personaggi inseriti all’interno della trama come parte attiva di essa e non come semplici camei illustri di due secondi.
Si tratta, a tutti gli effetti, di una nuova indagine che riporta in quel di Beverly Hills l’agente Foley e che lo vedrà coinvolto in una storia di droga e di poliziotti – guarda caso tutti bianchi – corrotti. Non mancano ovviamente le new entry del caso fra cui Joseph Gordon-Levitt, nei panni del detective Abbott, Kevin Bacon, nel ruolo abbastanza prevedibile del villain di turno, e Taylour Page nei panni di Jane, la figlia di Axel.

VECCHIO E NUOVO A CONFRONTO


E qui parte ovviamente il solito cliché, presente in quasi tutti questi remake e reboot americani, per cui la molla che porta l’eroe-protagonista a tornare in azione è il rapporto complicato con i figli. In questo senso la pellicola si dimostra abbastanza prevedibile mostrando, all’inizio, lo scontro fra Axel e la figlia Jane che poi inevitabilmente si risolverà con la riappacificazione fra i due. Non prima però di aver sottoposto lo spettatore a tutta una sequela di luoghi comuni fra le “vecchie” generazioni anni ’80 e i Millenials, con un accento particolare sulla capacità di esprimere l’emotività, farcite di battute sullo scorrere del tempo e sulla senilità che avanza.
Elementi ormai stra-abusati che, per fortuna, vengono affrontati dal solito taglio umoristico di Eddie Murphy risultando quindi un po’ meglio di un qualunque cine-panettone, anche se rimane una certa visione “boomeristica di fondo.

CONCLUSIONI


Si tratta comunque dell’unico difetto presente. E va detto che, essendo questa una palese e dichiarata operazione-nostalgia, non ci si potrebbe aspettare nulla di diverso. Rimane comunque un ottimo sequel per il suo genere, capace di riportare in auge un certo modo di fare cinema, ma attualizzandolo con tematiche contemporanee. Nonché una prova evidente delle capacità attoriali di Eddie Murphy che, pure a più di 60 anni, decide di rimettersi in gioco mostrando tutto il suo potenziale, sia come attore comico (e scurrile), sia nei momenti più seri della pellicola. Anche e soprattutto grazie al fatto che la saga stessa di Beverly Hills Cop non si è mai presa troppo sul serio, basandosi piuttosto su una leggerezza di fondo che è poi il motivo del suo successo.


Grazie a tale leggerezza nei temi trattati e all’artigianalità che trasuda dalla pellicola – fa piacere vedere veri inseguimenti e sequenze non per forza ricostruite in CGI – unite ad una coerenza nel rispettare i precedenti capitoli, si può dire che fra i numerosi sequel e remake “made in USA” questo sia uno dei più riusciti. Comunque una pellicola perfetta per la stagione estiva, non troppo impegnativa da seguire ma con una trama ben delineata e scritta che fa del ritmo e dell’azione i propri punti di forza.

 

TITOLO ORIGINALE: Beverly Hills Cop: Axel F
REGIA: Mark Molloy
SCENEGGIATURA: Will Beall, Tom Gornican, Kevin Etten

INTERPRETI: Eddie Murphy, John Ashton, Judge Reinhold, Taylour Page, Joseph Gordon-Levitt, Paul Reiser, Bronson Pichot, Kevin Bacon, Luis Guzmán 
DISTRIBUZIONE: Netflix
DURATA: 115′
ORIGINE: USA, 2024
DATA DI USCITA: 03/07/2024

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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