Presumed Innocent 1×05 – PregameTEMPO DI LETTURA 3 min

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Presumed Innocent 1x05 recensioneSuperata metà stagione, Presumed Innocent si prepara ad entrare nel vivo della narrazione che, come prevedibile, avverrà sotto forma di processo. Un punto di arrivo fondamentale nell’economia della serie che, tuttavia, si prende il suo tempo. Il processo, infatti, si apre solo sul finale di questo quinto episodio, lasciandone per ora un assaggio allo spettatore.
“Pregame” è una puntata di attesa, dove vengono messe a punto le ultime strategie da parte di accusa e difesa, mentre le storyline di contorno prendono il loro spazio. Un insieme ben amalgamato che, per ora, sta consegnando un prodotto valido nel panorama delle serie crime, così come sottolineato anche in una recente puntata del nostro podcast.

BARBARA


In attesa di entrare nel vivo del processo, sono i personaggi a crescere sullo schermo e a svilupparsi maggiormente. Come già avvenuto nello scorso episodio, anche in questo caso inizia ad occupare uno screentime importante Barbara Sabich (Ruth Negga). La moglie di Rusty si ritrova a gestire parallelamente due situazioni diverse: da un lato l’accusa di omicidio verso il marito, il tradimento e tutto ciò che esso comporta per lei e la sua famiglia a livello psicologico; dall’altro occupa sempre più spazio il flirt che si sta formando con il barman.
E proprio quest’ultimo avvenimento occupa buona parte di questo episodio, non sortendo però effetti positivi. Se da un lato il flirt in sé si può imputare ad una reazione psicologica a tutto il dramma della sua famiglia, dall’altro non sembra la scelta migliore da un punto di vista narrativo. Le scene dedicate a Barbara appaiono lontane dalla trama principale e anche i momenti impegnati nella terapia, con un’attenzione maggiore alla parte emotiva, non riescono ad accendere un vero e proprio interesse nello spettatore.

LA RABBIA DI RUSTY


Se si vuole approfondire un personaggio a livello emotivo risulta sicuramente più interessante il protagonista stesso. Rusty sembra sempre più lontano dalla figura apparentemente pacata presentata nel pilot, lasciando spazio ad un uomo che può farsi trasportare dalla rabbia. Un qualcosa visto durante l’aggressione fisica passata per autodifesa, ma anche da alcuni suoi comportamenti fin troppo al limite. La giustificazione dell’accusa di omicidio regge fino ad un certo punto, poi entra in scena la possibilità di rabbia cieca e la presunzione di innocenza si fa sempre più debole.
Nella scorsa recensione si è voluto sottolineare ulteriormente quanto questa serie targata Apple TV+ sia simile allo show della HBO The Undoing. Anche in quel caso, i dubbi sul protagonista sono sempre stati ben gestiti e costruiti in maniera crescente di episodio in episodio. La strada intrapresa da Rusty Sabich sembra seguire gli stessi stilemi fatti di rabbia e impulsività, consegnando un personaggio imprevedibile che aumenta l’interesse e la curiosità verso la verità.

SILENZIO IN AULA


Ma è nei momenti finali che l’episodio si sblocca, anticipando quello che sarà il focus principale delle prossime puntate. L’inizio del processo è sicuramente ben gestito, con l’arringa iniziale del procuratore Tommy Molto che riassume in maniera specifica il caso attingendo anche all’emotività, fattore che, insieme alla guerra dialettica, si presume sarà un elemento portante del processo. Il tutto mette quindi in moto delle buone aspettative per lo sviluppo vero e proprio sia del processo che della serie stessa.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Primo assaggio del processo
  • La costruzione del personaggio di Rusty che fa crescere sempre più i dubbi sulla sua innocenza 
  • Prosegue l’indagine parallela che crea un buon diversivo narrativo
  • Alcune scelte idiote come nascondere la bici del figlio lasciano un po’ interdetti
  • Troppo spazio per Barbara, la cui storyline frena il dinamismo narrativo 

 

Una puntata prettamente di attesa per Presumed Innocent, che fa scorrere il minutaggio con il solo obiettivo di arrivare al processo. Alcune scelte narrative frenano un po’ l’episodio che si merita una sufficienza abbondante che però amplifica le aspettative per i prossimi appuntamenti.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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