Presumed Innocent 1×07 – The WitnessTEMPO DI LETTURA 3 min

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Presumed Innocent 1x07 recensioneAd un solo episodio dal finale, Presumed Innocent aumenta d’intensità e lo fa lasciando salire in cattedra il suo protagonista. Ma non solo.
La scorsa puntata si era chiusa con un colpo di scena inaspettato che, pur non avendo a che fare con il caso in sé, lasciava presumere alcuni sconvolgimenti nell’ambito del processo. “The Witness”, invece, risolve la situazione inerente Raymond, ma rendendo chiaro sin da subito che il suo malore era solo un mezzo per raggiungere un altro obiettivo: l’autodifesa di Rusty.

AUTODIFESA


Nel momento stesso in cui Raymond si è accasciato a terra nello scorso episodio, tutti gli appassionati di legal drama avranno sicuramente pensato la stessa cosa: si è creata la perfetta opportunità per l’autodifesa di Rusty. L’esperienza del telespettatore in tal senso è elevata e la gestione del caso non ha infatti sorpreso nessuno. Ciò non significa che il risultato non sia stato positivo.
La salita in cattedra di Rusty Sabich equivale ad un aumento dell’intensità del processo sin dalle prime fasi. L’interrogatorio del figlio di Carolyn regala domande più dirette e incisive che fanno anche uscire il carattere di Sabich, sempre più narcisista, seppur effettivo. Il primo round, infatti, lo porta a casa l’accusato, con una manipolazione studiata e ben confezionata.
L’aumento del ritmo narrativo e dei batti e ribatti in aula non può che essere ancora maggiore nel momento in cui l’imputato viene chiamato a testimoniare. Un evento sicuramente atteso a causa della sfrenata voglia di Tommy Molto di non lasciarsi scappare tale opportunità. Il secondo round se lo aggiudica però il procuratore che riesce a portare Rusty quasi all’auto distruzione. In un crescendo emotivo, sia Jake Gyllenhaal che Peter Sarsgaard riescono a catalizzare tutta l’attenzione sul loro dibattito, portando l’episodio a salire di quell’intensità necessaria che tiene incollati allo schermo.

GO FUCK YOURSELF


Ed è proprio la figura di Tommy Molto a creare i maggiori dubbi in questo finale di stagione. Gli indizi disseminati intorno all’uomo restano prettamente vaghi, ma non si può certo fingere che non siano rilevanti.
In principio erano state le allusioni di Rusty, confermate da alcune deposizioni in aula dei colleghi, ma ora sono i flashback che continuano ad alimentare questa strana sensazione percepita nel rapporto tra Tommy e Carolyn. La sensazione di “disgusto” provata dalla donna nelle vicinanze del collega si rende ancor più palpabile dai piccoli gesti che vengono raccontati attraverso i ricordi di Tommy. Elementi che, se finora potevano favorire alcune insinuazioni, salgono decisamente di livello con quanto avvenuto sul finale dell’episodio.
L’arma del delitto fatta recapitare a casa di Tommy Molto, con un messaggio decisamente eloquente, creano un intenso alone di mistero intorno al procuratore e ad un possibile ruolo nell’omicidio, o comunque con l’assassino.

LO STILE DAVID E. KELLEY


L’alone di mistero creato attorno al procuratore Molto non è uno sviluppo degli eventi inatteso, dato che finora lo stile del processo sembrava essere stranamente lineare. La pista parallela seguita da Rusty, infatti, non sembra sortire per ora alcun effetto, lasciando come unico imputato il protagonista stesso.
Non è tuttavia stile di David E. Kelley raccontare un caso di omicidio in maniera così “semplice” e priva di mille altri input esterni. I nuovi collegamenti sembrano anzi essere emersi troppo tardi, con un solo episodio a disposizione per portare a galla tutti i vari indizi disseminati finora. A favorire la narrazione, però, resta un racconto ben caratterizzato, dove qualsiasi elemento nuovo ben si amalgama al contesto favorendone ulteriormente lo sviluppo. Manca un solo episodio al finale, ma i dubbi sull’assassino di Carolyn restano ancora alti. Segno di una storia ben gestita.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Escamotage per l’autodifesa di Rusty
  • Processo sale di livello e di intensità grazie anche alla battaglia dialettica in aula
  • L’ascesa e la caduta di Rusy in tribunale 
  • Colpo di scena finale a casa di Tommy Molto
  • Sembra ancora esserci un freno che non permette una narrazione davvero incisiva 

 

Un penultimo episodio che crea le giuste aspettative per il finale, aggiungendo nuovi indizi che spostano l’attenzione e aprono nuove strade.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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