House Of The Dragon 2×05 – RegentTEMPO DI LETTURA 3 min

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House Of The Dragon 2x05 recensioneHouse Of The Dragon supera metà stagione e si dirige spedita verso quello che, si spera, sarà un finale di fuoco e sangue. Una richiesta legittima per il pubblico della serie HBO, stuzzicato dal finale dello scorso episodio e poi bruscamente riportato nella fase di pianificazione con “Regent”.
Mancano appena tre episodi al finale di stagione e, nonostante un rinnovo già annunciato che inevitabilmente diluirà ancora la storia, l’hype per gli ultimi appuntamenti inizia già a salire. Il tutto sull’onda di quanto lo spettatore ha imparato attraverso la visione passata di Game Of Thrones.

GUERRA A TAVOLINO


Estasiati dal finale dello scorso episodio, e con l’aspettativa alta per i prossimi, è con una leggera delusione che si assiste a “Regent”. Di certo la pacatezza del post scontro era pronosticabile, eppure l’episodio stagna in un carattere fortemente dialogico che interessa entrambe le fazioni.
Come sottolineato già nella scorsa recensione, House Of The Dragon finora sta rivelando una modalità d’esecuzione fortemente preparatoria, in cui sia Verdi che Neri sono fermi a studiare l’avversario. Questa non è, tuttavia, una scelta stilistica da imputare propriamente alla serie, dato che a livello di storia la staticità delle parti risulta organica e coerente con la situazione. Entrambe le fazioni si ritrovano, infatti, incapaci di agire sia per motivi pratici che di cautela, diluendo una guerra che al momento sembra giocarsi prettamente “a tavolino”.
Importante, da questo punto di vista, è stato il giro dei personaggi che negli ultimi episodi ha cambiato le carte in tavola. Soprattutto ad Approdo del Re, l’allontanamento di Otto Hightower e la presa decisionale di Aegon, avevano fatto perdere quell’istinto all’intrigo e alla pianificazione che Alicent non può portare avanti senza un’adeguata spalla. Ben vangano dunque i cambiamenti repentini: ora con Aegon in versione moribondo e Aemond al potere, l’azione vera e propria sembra sempre più imminente.

MASCHI CONTRO FEMMINE


Sulla carta, la guerra tra Verdi e Neri sembrava doversi svolgere su due fronti con quattro protagonisti assoluti. Da un lato la parte più razionale tra Rhaenyra e Alicent, dall’altro quella più violenta e sanguigna tra Daemon e Aemond.
Da parte loro, le due donne si ritrovano a fare i conti con una mancanza di spalla adeguata. Di Alicent si è già detto, ma anche Rhaenyra appare sempre più sola nella costruzione della sua guerra, soprattutto dopo la morte nello scorso episodio di Rhaenys, finora utile per una parte dialogica più accurata in quel di Roccia del Drago.
Dall’altra parte, anche la compagine maschile gira un po’ con il freno a mano tirato. Aemond è stato l’unico finora a dare adito alla parte più dinamica della guerra. Un personaggio non onnipresente, bensì che compare in scena solo per affondare dei colpi ben assestati e poi tornare nuovamente in pausa. Una metodologia che sta sicuramente funzionando in quanto crea in modo perfetto un’aurea particolare intorno al personaggio, che diventa così il più pericoloso, ma anche il più atteso.
Un ragionamento a parte, invece, merita Daemon. Il marito di Rhaenyra è sempre stato una mina vagante, dunque il suo atteggiamento non sorprende di certo. Tuttavia, un Daemon allucinato in quel di Harrenhal lascia un retrogusto di “sprecato” per un character con ampie potenzialità in campo.
Tutti elementi che, però, ben si prestano ad una fase preparatoria ancora in atto. Starà agli ultimi episodi scatenare il tanto agognato, a livello visivo e narrativo, “fuoco e sangue”.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Aemond Reggente: pessima scelta per i Sette Regni, ottima per lo spettatore
  • Le interpretazioni degli attori aiutano a mantenere sempre apprezzabili anche le puntate più statiche
  • Costruzione sempre impeccabile
  • Puntata più statica e dialogica 
  • A volte appaiono troppi personaggi di cui si perde il filo 

 

Una costruzione sempre impeccabile, favorita dalle interpretazioni degli attori, regala l’ennesima buona puntata per House Of The Dragon. Una sufficienza abbondante che però non può salire sia perché non regala le emozioni dello scorso episodio, sia perché si rimane ancora in attesa di eventi più incisivi.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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